12 giugno 2012

Ebbene sì, alla fine, dopo incomprensioni di vario genere, sono riuscita ad organizzare questi giorni a Vicenza nonostante i due pargoli. In principio mia suocera voleva, a prescindere, fare l’esperienza di portare al mare Pietro per un po’ di giorni (noi non l’abbiamo mai fatto). Lei voleva andare la prima di giugno, ma non solo non sarebbe stato “utile”, ma sarebbe stato un casino perché fino all’altro ieri mia mamma era al mare e nessuno avrebbe potuto stare con Leo il pomeriggio (avremmo dovuto far stare la baby-sitter fino alle 18.00, e non poteva a meno di caricarselo in macchina e andare avanti e indietro per le altre sue varie commissioni, oppure tornare a casa noi prima). 

Allora ho proposto di andare questa settimana, che io vado a Vicenza e così a casa resta solo Fabio con Leo e con il supporto di mia mamma che verrebbe tutti i giorni e farebbe un’eccezione al suo desiderio di tornare a casa non dopo le 16.30 (per via del traffico).

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22 maggio 2012

Chi non muore si rivede… (talvolta).

Uno a sentirlo non ci crede. Ma davvero non sono riuscita a scrivere fino a stasera.

E anche ora sto cercando di ignorare Pietro che, sebbene messo a letto due minuti fa, mi ha raggiunto in soggiorno dicendo di aver sentito ululare un lupo fuori.

Il lavoro è bello. Faticoso, ma bello. Io sono maturata (dopo un anno e mezzo di dialisi e due figli) e devo dire che me la cavo niente male. Reparto difficile, malati brutti, settimana scorsa sono morti due miei pazienti (non fate battute!). E anche oggi giornata campale con sospetta meningite, herpes zoster, infarti, dialisi d’urgenza…

I problemi cominciano ad esserci: non riesco mai a rincasare prima delle 18.30 circa. Solo giovedì scorso sono riuscita a tornare alle 16.30 che c’era mia mamma (e anche domani proverò a scappare prima). Poi ci sono state le guardie e lì prima delle 20.30 non sono a casa.

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7 maggio 2012

Stop alle mail, ha scritto qualcuno… Ebbene, non potevo prenderla più sul serio di così.

Anche ora, guardando sulla TV regionale i risultati delle elezioni (e Pietro in sottofondo che scandisce “Sin-da-co! Sin-da-co!”) sto facendo uno sforzo per scrivere.

Il rientro al lavoro, di per sé è andato bene.

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29 aprile 2012

Pietro ha tosse solo notturna, ma come al solito da spaventare a morte (specialmente il papà!).

Ieri mattina pertanto pensavamo di non uscire. Poi abbiamo visto che il bimbo era praticamente guarito e allora siamo andati alla manifestazione in centro, dove c’erano i gonfiabili, i pastelli, una band (molto bravi!), una corsa campestre (hanno corso in dieci…) e un buffet (molto buono). Ci siamo andati in bici (nonostante la tendinite) e, all’ora di pranzo, ho sgarrato e ho dato la tetta al Leo (sinceramente non so che cosa ciucci, se io abbia ancora latte, ma pare di sì), ma così facendo ha tirato fino alle 13.00 (non volevo rovinarmi una delle mattine più belle degli ultimi mesi!). Poi nel pomeriggio Pietro è andato dal cuginetto mentre io cercavo soluzioni aeree per la Sicilia (ebbene sì, forse abbiamo deciso per fine giugno a San Vito lo Capo…).

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27 aprile 2012

Io lo sapevo che non dovevo scrivervi gli orari di Leo, uffa!

Il giorno delle biciclettata, per la prima volta, Leo s’è addormentato al seggiolone. Ha dormito un’oretta per poi svegliarsi di nuovo e mangiare la pappa avanzata.

Alla biciclettata (andata meravigliosamente nonostante minacciasse continuamente burrasca), dopo un quarto d’ora scarso, s’è addormentato. E io, affinchè non urtasse contro il campanello con la guancia, ho pedalato per la restante ora e un quarto tenendogli la fronte con la mano sinistra.

Totale: sono due giorni che non muovo il braccio sinistro a causa di una tendinite al gomito che mi impedisce di fletterlo. Di notte quasi piango dal dolore perché lasciandolo immobile mi prendono delle stilettate fino al mignolo.

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25 aprile 2012

Credo che sia vero, che con l’introduzione delle pappe si regolarizzino sui sonnellini (tranne quello notturno, ma lasciamo perdere!).

In particolare Leo si sveglia variabilmente alle 8.00 o alle 9.00. Prima tendeva a riaddormentarsi se uscivamo col passeggino, ora invece sta sveglio qualunque cosa facciamo. E non si addormenta prima di pranzo (un po’ perché mangia presto, intorno alle 11.30), mentre Pietro faceva un sonnellino di mezzoretta (ma forse era più grande e si stancava di più perché giocava). Dopo pranzo invece (o durante il pranzo, come è successo oggi, azz!) crolla per tre ore filate (finalmente!). Cena alle 19.00 circa. Tetta alle 20.00 e messa a nanna successiva. Raro il pisolino (20 minuti al massimo) prima di cena e solo se diventa rognoso (ho capito che quando gli prende il trip molto spesso è solo stanco!).

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22 aprile 2012

Cara amica, come sai io avevo piuttosto il senso di colpa nei confronti di Leo, che abbandonavo in cameretta (dormiente) tutto il dì mentre giocavo senza tregua con Pietro.

Poi, chiaro, le dinamiche sono cambiate, Leo è diventato più vispo e bisognoso di attenzioni e Pietro è cresciuto di un altro “mezzo anno”.

Pietro è geloso, come tutti i bimbi, ma “responsabilizzarlo” secondo me ha aiutato nel costruire un rapporto affettuoso col fratello.

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20 aprile 2012

Innanzitutto grazie a tutte per le risposte ai miei due papiri! Amica, sei stata puntuale e concisa, che a volte è quello che ci vuole! 

Ovviamente (ma non era chiaro?) le mail le avevo scritte prima e poi le ho divise in due parti e il gioco della depressione bipolare era proprio quello: mandarle con un minuto di distanza l’una dall’altra e finire con “son contenta” e iniziare con “son depressa”. Vabbeh, dai, lascio perdere… forse l’ho fatto per ridere un po’ io. E’ che davvero mi sento così: se vi avessi scritto che ero solo triste sarebbe stata una bugia. Io sto benissimo con i miei bimbi e mi regalano momenti di gioia infinita. Per cui ho messo insieme le due cose, ma dividendole per iscritto (anche perché così riuscivo ad analizzarle meglio!). L’effetto catartico l’ho ottenuto: da quel giorno, nonostante mi alzi almeno tre volte a notte, non faccio fatica a riaddormentarmi e tanto mi basta.

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17 aprile 2012

La depressione bipolare: la fase maniacale.

Ragazze, sono proprio contenta!

Contrariamente al parere della mia pediatra, sabato sera ho deciso di provare con la seconda pappa. Ho messo il formaggino e quella sera niente verdure. Ma visto il successone, i giorni successivi ho messo anche le verdure. Leonardo si scofana il tutto con mucho gusto. Ho concluso che forse settimana scorsa era un po’ sgnecco per via della febbre ed iniziare lo svezzamento con la febbre in effetti non è il massimo!

L’altra cosa di cui sono molto fiera è la mia decisione di tornare al buon vecchio metodo della “pigiatura hand-made” delle verdure. In realtà ci vuole un secondo: le pigio sul fondo della fondina ancora fredde da frigo e poi ci verso sopra la sbobba. Giro tutto con la forchetta e oplà, il piatto è servito. Inutili tutti gli acquisti fatti all’uopo. La forchettina e il cucchiaino di Leonardo, il piattino che si riempie d’acqua calda per mantenere calda la vivanda (preso apposta per Leonardo, poiché con Pietro non avevo osato comprarlo), l’altro piattino di plastica con cucchiaino verde abbinato…

In nessuno dei sopraelencati recipienti vi è abbastanza capacità per contenere tutto il pappone. E nessuno dei cucchiaini è amato quanto il normalissimo cucchiaino di metallo della mia cucina.

Meglio così, che mi serva di lezione.

Ma il maggior successo è che, ovviamente, avendo ripreso la modalità sopradescritta per somministrare la verdura, il pargolo ha preso a cagar montagne, come si suol dire. Cacche di consistenza media, aromatizzate a pera o mela a seconda del fruttino somministrato a metà pomeriggio, anche due al giorno.

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13 aprile 2012

Ragazze, non ricordo molto di tutto quanto avete scritto.

Alla mamma disperata mando un abbraccio e un sorriso: come fu quando un’altra scrisse riguardo ai suoi scatti d’ira. Sorrido perché a casa mia sono scene d’ordinaria amministrazione. Le urla, i “nnnnnnnnnnnooooooooo” gridati, i ricatti per andare a letto, le mani che prudono da morire, gli scappellotti che alla fine partono lo stesso anche se avevi giurato che non l’avresti mai fatto. 

In particolare sono un po’ di sere che il bimbo mi fa storie per la nanna. Il rituale s’era allungato parecchio: il libro era diventato un libro lungo, dopo il succo voleva la camomilla, dopo le coccole e la manina voleva che mi sdraiassi quattro minuti (sì, proprio quattro! Io dicevo dai, sto qui cinque minuti, e lui contando le dita a partire dal mignolo – chissà poi perché – diceva no mamma, non cinque: quattro minuti!)…

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