16 luglio 2012

Amica, per quanto riguarda il peso della tua neonata, lo so che è brutto sentirselo dire, ma davvero non puoi pensare che cresca con questo ritmo all’infinito (poi ti tocca mettere tuo marito nel lettino e tenerti lei nel lettone per motivi logistici!). Quando mi hai detto con sollievo che quella settimana là ha preso tutto quel peso (nonostante la pesata infrasettimanale negativa), ti confesso che un po’ mi è dispiaciuto (in senso buono). Perché prima o poi, volente o nolente, accadrà. E finché sei così contenta nel vedere che non è successo, vuol dire che non saresti pronta se succedesse adesso. Insomma… parlo per me, ma è stato quando ho preso tutti i bagagli e sono partita per il mare coi bimbi da sola che mi son detta “se ci sarà bisogno userò l’artificiale, se no andrò di tetta” (e l’artificiale non l’ho mai usato, ma al ritorno si è confermata la crescita ridotta) che ho capito che era “consapevole” e che non mi importava più (non importava è un po’ forte perché anche quando sono andata a Vicenza volevo portare il tiralatte per tirarmi un po’ di latte la sera per non perdere quel poco che ancora davo alla sera: quando mi sono accorta che non veniva niente – e comunque era quello manuale – mi son rassegnata al fatto che Leo ciucciasse per coccola…).

Insomma… ora Leo non è più il bambinone al 95esimo percentile, ma sta benissimo tra il 50esimo e il 75esimo ed è meraviglioso…!

La seconda parte della tua mail capita a fagiuolo. Perché qui in casa stiamo passando dei giorni terribili e non vedevo l’ora di poterveli raccontare. Ovviamente tutto è cominciato dopo che ho scritto che dopo i tre anni è vero che i bimbi diventano bravi.

Insomma, Pietro è un disastro. Ci ha letteralmente tirato fuori dalla grazia di Dio in questi giorni. Con le nonne sembra vada tutto bene, ma con noi è una sfida continua. Capricci a non finire. Per tutto. Magari fosse il lavarsi le mani! Magari…!

Non mangia. Con noi non mangia. Mette il boccone in bocca e poi lo sputazza. “Non mi piace”. O lo lancia: “Io lo paciugo, ecco!”. O prende la tovaglia e la puccia nel piatto. O rovescia apposta il bicchiere d’acqua. In giro se gli prendi la mano in un negozio urla: “Mi fai male” e si butta per terra come quando aveva due anni. Sabato s’è seduto in Corso Vittorio Emanuele e non voleva più alzarsi e io l’ho ignorato (come dicono si dovrebbe fare) fino a che ho visto gente fare capannello attorno a lui e sono andata a prenderlo e praticamente aveva le mani dentro le fessure di un tombino e grattava con le unghie una cicca da masticare. E tutto perché non gli abbiamo dato la terza focaccina (lo so, non dovevo dargliene nemmeno una).

Fa dispetti continui a suo fratello, che però ride quasi sempre. Ma io non sono d’accordo comunque. Gli soffia in faccia (credo sia colpa della vicina di casa che ho visto che lo faceva), gli ciuccia i piedi (imitando il papà che fa finta di mangiare la pannocchia), ma poi gli schiaccia le manine con le ginocchia, gli mette le dita negli occhi, lo lecca (e io non so perché, ma do fuori di matto e lui allora si mette a leccare anche me e mi parte l’embolo).

Io e Fabio abbiamo perso le staffe più di una volta. In particolare lui, che raramente ho visto così trasfigurato nella mia vita. Soprattutto per le scene a tavola. Son volati ceffoni e scapaccioni. E quel pirla ti ride in faccia. E solo quando il papà ne dà uno forte sul culetto (ma veramente forte) allora strilla e piange e viene da me a chiedere scusa. 

Quando fa il bagno prende il doccino e lava dappertutto (specchio, piastrelle, mensole). A letto non vuole più andare di nuovo nonostante la mattina alle 7.15 sia sveglio e (pare) dorma pochissimo il pomeriggio (quando dorme). Disobbedisce su tutto, sul vestirsi, sul lavare le mani, sul fare la pipì. L’altro giorno a tavola s’è spogliato nudo e poi mi ha detto che si sarebbe fatto la pipì addosso.

Se giochiamo a qualcosa insieme finisce sempre a menare il Leo. Se scrivo, come ora, mi salta addosso, lancia oggetti in aria. Se non lo carico in auto per primo impazzisce e mi lancia addosso mentre guido qualcosa (il biberon, il ciuccio del Leo etc).

Una volta in macchina in Sicilia, siccome non voleva andare a fare la gita (o qualcosa del genere), ha cominciato a sbraitare, ma vi giuro A SBRAITARE, qualcosa tipo: “Mi avete rotto il cazzooooooooooo”, con la bava alla bocca e gli occhi di fuori (che volevamo seppellirci sapendo che l’ha sicuramente sentito da noi).

Leo, dal canto suo, è diventato impegnativo. Se non è Pietro a far casino è lui. E’ fortissimo, non gattona ancora, ma rotola dappertutto. E si tira in piedi, attaccandosi a tutto, divani, lettino, seggiole e cose semovibili. E’ intelligentissimo, gioca coi lego e se lo metto a letto e il ciuccio gli cade giù dal bordo, me lo ritrovo in piedi che si sporge per cercarlo e come si incazza quando voglio rimetterlo giù finché non capisco che lui STA CERCANDO il suo ciuccio.

La pappa la mangia abbastanza. Io sono pigra per cui le introduzioni sono poche. Prendo anche omo di verdura pronta e la frutta è sempre omo. Di nuovo c’è che si mangia il biscottino da solo o il pane. Niente denti, ma si vedono in translucenza e già so che, quando usciranno e cambierà inevitabilmente fisionomia, mi mancheranno le sue gengive rosate. Di notte beve bibe di latte a ripetizione. Ancora non c’è verso di fare una notte intera. E ieri sera ne avevo due che alle 22.00 non volevano saperne di dormire (mi son detta: è un incubo). Uno a urlare nel letto, l’altro in pe’ nel lettino. 

Di buono c’è che io e Fabio siamo più uniti. Non litighiamo più (non c’è tempo!) e cerchiamo di migliorare i nostri metodi “educativi”. Nel week end Pietro è stato totalmente senza TV. Poi senza computer. Poi ho sequestrato anche la macchinina. Queste punizioni sono le uniche che funzionano. E sabato, dopo che non  ha mangiato niente a pranzo, l’ho tenuto a digiuno fino alla sera, che c’era la festa di Clara (e anche lì, dovresti non portarlo per punizione, ma come fai?). Piangeva come un matto, ma non ho ceduto. Solo acqua. Nemmeno il succo. E ha funzionato perché poi domenica a pranzo ha mangiato (poco ma ha mangiato).

Certe volte mi chiedo se capisca quello che fa o no. Perché è molto intelligente e non ho dubbi sul fatto che provochi apposta e che sappia quali sono i miei punti deboli. Per esempio un giorno abbiamo deciso di ignorarlo e lui ne ha fatte di cotte e di crude e noi a non cagarlo di striscio. Allora è andato dal Leo e gli ha tirato un pugno e io non ci ho visto più. In quei casi è pazzesco dirlo, ma è come se qualcuno (qualcun altro, non mio figlio) menasse il mio piccolino e la reazione è elettrica: lo prendo e lo scaravento via (questo quando proprio lo mena, se gli fa i dispetti ovviamente no, lo sgrido e basta o lo allontano). Insomma, Fabio mi diceva di ignorarlo ma io non potevo farlo e poi il Leo è innocente, come puoi lasciare che subisca? D’altro canto, come i vecchietti, secondo me a questa età hanno una labilissima memoria a breve termine. E non si ricorda più bene perché è in punizione dopo tot ore. L’altra sera nel lettino l’ho baciato e gli ho detto che deve essere più bravo. Lui si è messo sul fianco. Poi ci ha ripensato. Si è girato verso di me e mi ha detto: “Scusa mamma se l’altra sera ho messo la mano nel tombino!” Ovviamente l’episodio risaliva alla mattina stessa ed era il primo di mille capricci di quel sabato, ma è inutile dire che mi ha fatto sorridere…

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