Cara amica puerpera, come già detto al telefono per quanto riguarda tette e patata, (per ora) sei proprio fortunata, goditela! Un consiglio: non cercare la perfezione, non esiste! Non crucciarti. Non dire: “Che paura di sbagliare!”. Purtroppo, sbaglierai di sicuro qualche volta! Ma non ci si può far niente. E se riesci ad arrivare a sera con tutto pronto, come dici tu, meglio per te! Ma se non ci riesci, non fartene una colpa. Come ormai sappiamo bene tutte, esiste l’imprevisto ed è sempre dietro l’angolo. Una poppata che non va bene, un patello appena cambiato e subito merdato… insomma, organizzarsi per tempo è sempre un terno al lotto. Mi sembra che tu sia già bravissima. Io i primi tempi, con Leo sempre dormiente, stavo sempre sempre sempre con Pietro. E la mia paura era trascurare Leonardo, non Pietro! Certo, Pietro era meno geloso di ora. Però le cose sono in continuo cambiamento. Ora, per esempio, sto scrivendo con Pietro accanto che fa un puzzle e Leonardo per terra nella palestrina che gioca da solo. Solo un paio di settimane fa sarebbe stato impossibile: Pietro si sarebbe catapultato da Leo a ciucciargli le dita, schiacciargli la pancia, baciarlo sulla bocca…
2012
22 marzo 2012
Questa mail a Fiona non la posso girare per pudore.
Ma non potevo non raccontarvi della tragicomica esperienza di oggi.
Di figure di merda così non ne ricordo molte (a parte quella volta in cui mi stavo cambiando un assorbente interno nel bagno del rifugio a 3000 metri di una qualche località di montagna, quando, tutta imbracata con scarponi da sci, salopette, calza a maglia e giacca a vento, avevo messo tra i denti il cordino dell’assorbente nuovo mentre sfilavo il vecchio… e un signore ha aperto la porta – che pensavo di aver chiuso – e io ho gridato: “Noooooo!” facendo cadere l’assorbente pulito a terra e lasciando sconvolto il povero sventurato che probabilmente non era nemmeno sposato o se lo era, sicuramente non aveva figlie femmine – oltretutto il cesso era ben lontano dalla porta e posto su una specie di piedistallo, insomma, stavo su un palcoscenico).
Ebbene. Stamattina vado a vaccinare Leo. Poi, siccome sono in centro, faccio un giro al mercato.
Poi passo da un negozio che, per rispetto della privacy (la mia!), chiameremo XXX: desidero acquistare un pensierino per la piccola neonata, senza spendere tanto. Entro e vedo subito un bellissimo completino salopette-gonna jeans su maglietta a manica lunga. Prezzo: 13.70 euri. Perfetto.
21 marzo 2012
Sono andata a trovare la nostra amica che ha partorito dopo che mi ha giurato che non le rompevo le palle… (e anche perché mio marito è tornato dal lavoro e io gli avrei cmq mollato i bimbi per uscire un attimo nonostante le due ore al parchetto di stamattina).
Figura di merda: lei non era ancora salita dalla sala parto.
Ho incontrato i suoi genitori nella corsia che non si spiegavano chi cavolo fossi per essere lì in pole position…
Cosa ancor più bella, ho incontrato la nostra ostetrica del corso preparto:
20 marzo 2012
Per ora noi niente varicella… ma Pietro con tosse (forse oggi un filo meglio). Ieri ha anche vomitato il pranzo. Oggi ha ingerito solo due succhi di frutta e un tozzo di pane in tutto il giorno (non è tanto per dire!).
Ricordandomi di quella amica che era preoccupata perché sua figlia malata avanzava il secondo… sorrido ancora!
Ma sì, dai passerà… Io ho avuto mal di gola nei giorni scorsi. Ora raffreddore e da stasera tosse forte… che palleeeeeeeeeeeeeeeeee
E non so come Leo possa uscire indenne…
17 marzo 2012
Alla fine siamo riuscite ad andare al mare.
Anche se ero depressissima.
Anche se avevo appena preso la multa.
Anche se tutti (marito compreso) tranne le nonne mi dicevano: “Sei matta?” oppure: “Guarda che sarai sola!” (come se a casa non fossi sola tutto il giorno con due bambini – secondo me non hanno ben chiaro che tipo di vita faccio) oppure: “Ti faranno impazzire”.
Anche se ero in strippo latte.
Alla fine ho pesato Leo alla partenza e (anche se la bilancia sta perdendo colpi perché si stara subito e quando lo tiro giù dal piatto lo zero non è più lo zero…) sembrava aver messo su ancora un paio di etti. Mi sono rincuorata, ho preparato le valigie e domenica mattina alle 9.30 siamo partite.
Io alla guida, poi Pietro, Leo, la mia amica Francesca e la sua bimba Clara. Vacanze senza mariti.
Tutto abbastanza bene. Eravamo a Pietra Ligure, in un alberghetto gestito da suore. Pensione completa. Mangiato da dio. Speso pochissimo. Mare a 50 metri.
Dopo il primo pranzo, a tavola, circondati da anziani soli, da anziani in coppia o da anziani in vacanza con nipotini, ho avuto un’epifania: ero così emozionata per essere stata pochi giorni prima al ristorante con Fabio e i bimbi e solo in quel momento ho realizzato che per i prossimi quattro giorni sarebbe stato come essere al ristorante ogni colazione, pranzo e cena, con la differenza che al posto di mio marito c’era Francesca e una bambina in più! Questo pensiero mi ha fatto rabbrividire.
10 marzo 2012
Amica, non mi sono offesa! Solo che in generale mi rendo conto appunto di quanto uno possa dire una parola come “iperattivo” e quanto questo facilmente corrisponda ad una nuova entità patologica. Sapevo già dei bambini definiti “iperattivi”. Una mia amica dava a suo figlio delle gocce per dormire a due anni. Ma si può?
Io credo che dietro ai comportamenti sbagliati dei nostri figli, aggressività, disobbedienza, mancato senso del limite, ci sia una buona parte di carattere (non necessariamente negativa) e una buona parte di educazione/errori educativi dei genitori.
Pietro è sempre stato esuberante, anche quando andò al nido la prima volta che aveva 15 mesi e ancora non camminava bene da solo.
Ora, piano piano… sta migliorando molto. Non credo quindi che fosse “malato” e necessitasse una “cura”.
Questo è solo un esempio. Ma la cuginetta di Fabio (prima media) s’è vista porre diagnosi di “dislessia” dalla suora psicologa, sulla base del fatto che quando scrive, dimentica le “acca” o inverte alcune sillabe (tipo potolino invece che topolino). Ebbene, s’è cuccata la prescrizione di visita neuropsichiatrica, insegnante di sostegno e personal computer di supporto in classe (nessuno dei suoi compagni lo può usare tranne lei). Questa cosa la sta distruggendo, anche perchè è una bimba molto sveglia e sensibile.
Come diceva, una nostra comune conoscenza, negli anni ’80 se sbagliavi a scrivere eri solo un somaro e dovevi studiare di più, non necessariamente un dislessico.
Poi, chiaro, su 1000 casi qualcuno sarà anche vero…
Stai tranquilla, non ce l’ho con te!
Piuttosto, ieri notte sono stata completamente sveglia dalla 1.30 alle 4.30 di mattina.
Tutto ciò senza apparente motivo.
Spero che la vacanza al mare mi rigeneri un po’ perché mi sa che mi sto esaurendo.
Non so se avrò internet… abbiate pietà!
PS: Peso Leonardo: 7570g (+220?)
9 marzo 2012
Care ragazze…
Non so da dove partire.
I giorni scorsi sono stati tutti piuttosto belli.
Mio marito è finalmente partito definitivamente con il lavoro al nuovo ospedale ed è tornato di buon umore.
Mercoledì è tornato a casa presto, ci ha prelevati dal campo da calcio dove stavamo con la palla e ci ha portati in centro. S’è comprato dei pantaloni da Zara. Io ero nel reparto donna e l’ho lasciato con Pietro. Poi sono andata a vedere perché non potevo credere che riuscisse a fare acquisti con lui appresso. E li ho trovati in camerino, Pietro con un cappello a visiera da uomo in testa, e Fabio con i pantaloni nuovi addosso che diceva: “Come mi stanno?” E lui: “Bene, non toglierli!” Che ridere!
Per festeggiare il lavoro siamo usciti a cena al ristorante. Prima volta da soli noi quattro. Mi ero portata dietro un bibe di camomilla, ma Leo aveva appena mangiato da me.
Tutti i camerieri e gli avventori (tre coppie per la verità) ci guardavano incuriositi e a me è cominciata a salire l’ansia: sembrava che non vedessero l’ora che qualcuno scompensasse.
6 marzo 2012
So che mi passerà appena vi scriverò.
Ma stanotte ho seriamente pensato di non farcela.
Non ho applicato particolari metodi suggeriti dalla pediatra, nemmeno la camomilla.
Ma la mia disposizione d’animo è cambiata. Perché la pediatra mi ha detto che il bimbo cresce bene. E che la sua potrebbe essere solo voglia di coccole.
Per cui semplicemente mi sono imposta di farlo mangiare non prima delle tre ore sia di giorno che di notte. E secondo me sta funzionando benissimo, come se il bimbo avesse avvertito che non ce n’è prima e si regoli di conseguenza. E allora, vi chiederete, perché sono precipitata giù dal famoso “orlo” della crisi di nervi di cui mi parlate spesso voi?
4 marzo 2012
Lettera alla pediatra.
Mi dispiace disturbarti, ma pensavo che un tuo parere potesse essermi utile.
Leonardo mangia tuttora dal mio seno.
I ritmi di poppata diurna non si discostano mai da una poppata ogni tre ore circa.
Solo se siamo in giro e dorme nella carrozzina capita che mi tiri anche quattro ore e mezza.
Altrimenti, allo scoccare della terza ora, comincia a lamentarsi.
Il fatto non mi disturba. Ho sempre pensato che l’allattamento a richiesta fosse la politica migliore. Ma forse, ora che è grandicello, dovrei provare a tirarlo un po’ di più. Ogni tanto ci provo, anche perché non è che urla di fame quando si lamenta dopo tre ore dall’ultima poppata. Semplicemente rogna un po’, mette le manine in bocca e ciuccia tutto ciò che tocca.
Il problema subentra la notte.
2 marzo 2012
“Mamma!”
Bambino, gambe larghe, passo elefantiasico.
“Cosa?!?”
“Ho fatto la pipì addosso… e anche la cacca!”
“Cooooosa????? Corriamo in bagno!”
Giù le mutande. Rotolano a terra per la verità “solo” tre pezzettini di cacca. Mutandine pisciatine. Pantaloni asciutti. Lo siedo sul water.
“Mi spieghi perché l’hai fatta addosso?”
“Perché… perché… volevo farla addosso!”
“Ma stai scherzando? Fa schifo farla addosso!”
“La faccio addosso come il Leo!”
Cerco di mantenere un’aria disinvolta.