2 marzo 2012

“Mamma!”

Bambino, gambe larghe, passo elefantiasico.

“Cosa?!?”

“Ho fatto la pipì addosso… e anche la cacca!”

“Cooooosa????? Corriamo in bagno!”

Giù le mutande. Rotolano a terra per la verità “solo” tre pezzettini di cacca. Mutandine pisciatine. Pantaloni asciutti. Lo siedo sul water.

“Mi spieghi perché l’hai fatta addosso?”

“Perché… perché… volevo farla addosso!”

“Ma stai scherzando? Fa schifo farla addosso!”

“La faccio addosso come il Leo!”

Cerco di mantenere un’aria disinvolta.

“Il Leo non la fa addosso! La fa nel patello perché è piccolo! Tu ce l’hai il patello?”

“No”

“La mamma?”

“No”

“Il papà?”

“No”

“E allora, cosa dobbiamo fare, metterti il patello?” Domanda retorica: errore fatale con un duenne.

“Sì, mettiamo il patello, così la faccio addosso come il Leo!”

Finta espressione di sorpresa, sorriso amorevole.

“Ma Pietro, sei matto? Dopo i due anni tutti i bimbi tolgono il patello! La Clara ha il patello?”

“No”

“Antonio?”

“No”

“Angela?”

“No”.

Arrivata a Giovanna, per senso di onestà intellettuale, ho dovuto fermarmi (scusa amica che non ha ancora tolto il patello: lo so che mi vuoi bene lo stesso!)

“E allora basta! Tu sei piccolo, ma…”

“No… un pochino!”

“Dicevo, tu sei piccolo, ma…”

“No… un pochino!”

“Ok, tu sei piccolo un pochino ma (stavo appunto dicendo) non così piccolo! Sei più grande del Leo. Ricordati bene: se scappa per sbaglio, fa niente, ci cambiamo e stiamo più attenti. Se lo fai apposta, mi arrabbio tanto, ok?”

“Ok.”

Chi vivrà vedrà…

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