Care ragazze…
Non so da dove partire.
I giorni scorsi sono stati tutti piuttosto belli.
Mio marito è finalmente partito definitivamente con il lavoro al nuovo ospedale ed è tornato di buon umore.
Mercoledì è tornato a casa presto, ci ha prelevati dal campo da calcio dove stavamo con la palla e ci ha portati in centro. S’è comprato dei pantaloni da Zara. Io ero nel reparto donna e l’ho lasciato con Pietro. Poi sono andata a vedere perché non potevo credere che riuscisse a fare acquisti con lui appresso. E li ho trovati in camerino, Pietro con un cappello a visiera da uomo in testa, e Fabio con i pantaloni nuovi addosso che diceva: “Come mi stanno?” E lui: “Bene, non toglierli!” Che ridere!
Per festeggiare il lavoro siamo usciti a cena al ristorante. Prima volta da soli noi quattro. Mi ero portata dietro un bibe di camomilla, ma Leo aveva appena mangiato da me.
Tutti i camerieri e gli avventori (tre coppie per la verità) ci guardavano incuriositi e a me è cominciata a salire l’ansia: sembrava che non vedessero l’ora che qualcuno scompensasse.
E infatti Pietro ha cominciato a fare il pirla con la forchetta e il bicchiere e poi a mettere i piedi sulla seggiola. Poi ha aperto i grissini. Poi voleva riempire fino all’orlo il bicchiere di Coca-Cola. Io, che ho preso una cotoletta, pensando di dividerla con lui, mi sono ritrovata a mangiarla da sola perché lui, furbo, preferiva di gran lunga la costata di papà.
Non appena iniziato a mangiare, s’è svegliato Leo. Mai successo prima al ristorante quando siamo andati con nonni e zii. Piange, lo prendo su, non capisco che cosa voglia. Gli provo a dare il bibe. Tutti che si girano. Un disagio allucinante. Dopo poco… prrrrrrrrrrrrrrrrrrrot! La cacca di due giorni praticamente che sfonda il patello, uscendo tutta di lato. Io che finisco con nonchalance la cotoletta con il bambino in braccio e la puzza di merda di sottofondo.
Fabio poi insiste a portarlo in bagno per cambiarlo. Ma tanto ora andiamo via! Ma cosa fai, sporchi tutta la carrozzina? Per cui vado in bagno e, destreggiandomi sul cesso (per fortuna pulitissimo), cambio da capo a piedi tutto il bambino, calzine e body compresi. L’unico inconveniente è stato che mentre lo appoggiavo sul water chiuso ho sentito la sua colonna vertebrale scrocchiare in tutti punti possibili e mi è venuto un colpo. Uscita, mi sono resa conto che non avevo toccato la mia media chiara. Che, vedendo Pietro al limite del tempo massimo nel gioco dell’impilare le monetine, ho provveduto a trangugiare peggio di un’alcolista nel deserto. Abbiamo pagato e siamo usciti. Io barcollante. Alla fine non è andata così male…
La mia amica mi ha dato buca per il mare. La casa dei parenti di suo marito s’è rivelata non disponibile. Sono rimasta malissimo perché sembrava cosa fatta. Abbiamo cercato un’altra casa in affitto, ma non era facile anche perché il fatto è che l’hanno assunta sul posto di mio marito. E la dovrebbero chiamare in settimana per la visita medica e le pratiche. E lei ha paura che la chiamino e che dobbiamo tornare e che buttiamo via la settimana pagata. Per cui son due giorni che impazzisco per cercare una soluzione. Mia mamma ha trovato un albergo di suore a Pietra Ligure dove, pensione completa, spenderemmo 40 euro a notte (i bimbi 7 euro e 17 mi sembra). Però non devi fare niente, né cucinare, né la spesa, né i letti. Ci sono i giochi per i bimbi dentro. E la spiaggia.
Aggiornamento: alla fine poco fa l’ho convinta ad andare. E se poi lunedì la chiamano per martedì, veniamo a casa. Se no, restiamo. Ma ora mi hanno detto che sabato sono pieni. Per cui andremmo solo domenica (con il rischio di dover tornare a casa lunedì!). Ma alla fine sono solo due ore di strada, cazzo. Ma è possibile che in sei mesi a casa non riesca a fare due giorni di mare??? Ora devo richiamare la suora per sapere se mi danno la conferma per poter fare una prenotazione aperta, in modo che eventualmente giorno per giorno allunghiamo il soggiorno… Perché se non la chiamano, stiamo giù anche tutta settimana! Insomma, a me era passata la voglia, ma mia mamma mi dice che mi fa bene cambiare aria… e io mi fido ciecamente.
Io sono tendenzialmente giù di morale, direi quasi depressa. Le notti sono andate meglio, ma non c’è verso di fargli tirare più di tre ore. Alla fine ieri a pranzo ho fatto dare a mia mamma un biberon di latte finto. E io mi son tirata il latte per vedere come son messa. Da me sono usciti solo 70 ml! E lui dal bibe ha bevuto solo 110 ml! Quindi: io ho drasticamente ridotto (dimezzato) la mia produzione. E lui sembra saziarsi solo con 110 ml (anche perché dopo ha dormito tre ore, cosa che di giorno non capitava più da mesi), salvo poi svegliarsi per mangiare.
Come se si fosse abituato a mangiare poco e spesso perché io produco poco e lo attacco spesso.
Ieri pomeriggio l’ho attaccato e ho preparato poi una giunta di circa 50 ml: non l’ha nemmeno voluta assaggiare! Ma sicuramente da me ha poppato pochissimo, a maggior ragione che le tette erano state letteralmente prosciugate dal tiralatte solo tre ore prima.
Ieri sera ho fatto un biberone di latte finto per darglielo tutto in modo che mi tirasse la notte. E invece ha bevuto solo 70 ml.
E, puntuale come la merda, all’una e mezza di notte era sveglio. Solo che stanotte gli proponevo la tetta e urlava come un matto, come se dicesse, non la voglio, dammi il bibe!!! Poi s’è attaccato e ha ciucciato e ha poi tirato le 4.10. Altro pasto, incompleto perché la seconda tetta non c’è stata verso di dargliela (si addormentava nonostante praticamente lo scuotessi come un manichino!).
Alle 6.20 s’è svegliato e ha mangiato (se ricordo bene, perché stanotte ero proprio “in bambola”, cioè sonno profondissimo, pieno di sogni, addirittura di sogni nei sogni, quando sogni di andare a letto e di dormire e poi di svegliarti, insomma, non connettevo per niente tanto che quando ho visto 4.10 sull’orologio ho letto 2.10 e mi son detta cazzo, ha tirato solo 40 minuti e continuavo a proporgli il ciuccio e lui me lo sputava in faccia). Tra parentesi, sì, qualche volta gli rifilo il ciuccio e si addormenta, ma se me lo sputa e inizia a urlare, lo attacco!
Alle 4.00 si sveglia matematicamente Pietro per fare pipì. Anzi, ieri è andato a letto un’ora dopo e stanotte s’è svegliato alle 5.00. Inizia urlando. Urla, vuole che vada di là. E anche a questa cosa l’ho abituato io, perché per paura che Leo si svegli, vado di là, mi sdraio accanto a lui (30 secondi netti, però è una rottura) e poi gli dico che domattina se vuole viene a svegliarmi nel lettone, ma che di notte si dorme ciascuno nel suo letto. E poi torno a letto. Solo che dopo poco, mi chiama per la pipì. Che poi fa davvero nel water. E ora sto cercando di unire i due appuntamenti ad un risveglio solo perché non ce la faccio più! Tra parentesi, Pietro è entusiasta di fare la pipì da solo. E per ora sta andando bene, va da solo e poi me lo dice tutto tronfio (di giorno). Speriamo che duri… Se poi lo facesse anche di notte, sarebbe il massimo.
Alle 9.00, stamattina Pietro dormiva ancora.
Ho cambiato e attaccato Leonardo, ma lui mi sorrideva senza ciucciare. L’ho staccato.
Alle 10.00 urlava: gli ho preparato 100 ml di biberon e ne ha avanzato pochissimo. Ora dorme.
Io non so più che fare.
A parte che mi sento una scema perché ho finito il Fitolat e la tisana e sono rimasta una settimana senza niente fino a ieri.
A parte che mi sono anche rassegnata a dargli l’artificiale, non è mica una tragedia. Alla fine credo davvero che sia costituzione: cioè io ho delle amiche che allattano ancora che i figli hanno un anno. Ma non è che allattano sempre: danno solo la poppata della mattina, o della sera. E non è che siccome lo attaccano una volta al giorno il latte finisce! Invece io, che lo attacco otto volte al giorno, il latte lo finisco. E’ così e basta. Sono ormoni.
Però, cazzo, se gli do l’artificiale, vorrei che lo bevesse! E che poi mi dormisse.
E invece non sembra trovare un equilibrio.
E in più ho in testa le parole della pediatra (“cresce bene”). Ma è facile dire che cresce bene perché è grosso! Ma io, che son la mamma, lo so perfettamente che ho meno latte, me ne accorgo e so che s’è rallentato di bestia. Domani lo peserò e comunque non capirò niente perché sto facendo un mix di latti che non si può nemmeno più dire se cresce perché cresce. E il tutto senza consultare la pediatra…
Ora, se vado al mare davvero… devo portarmi tutto dietro: sterilizzatore, biberon, scalda-biberon elettrico, latte artificiale… Perché se mi fa una sceneggiata come stanotte che non voleva attaccarsi al seno… alle suore gli prende un infarto!
Infine, capitolo vacanze: credo che alla fine andremo un paio di settimane al mare in Corsica (l’ultima di agosto e la prima di settembre) perché sembra l’unico modo per poter far ferie con la mia amica (vi risparmio tutti i ragionamenti, chiaramente non era quello che auspicavo). Ma io ci tenevo a fare un po’ di vacanza a luglio, fondamentalmente per il clima più caldo. E sono andata in agenzia a chiedere info per andare solo noi quattro da qualche parte. Mi fanno dei preventivi per l’ultima di luglio per Spagna, Grecia e Egitto. Ma ora il problema è: a luglio soprattutto in Grecia ed in Egitto si schiatta di caldo anche se è ventilato, voi che dite? Poi mia mamma non vuole che vada in Egitto e a mio marito non ispira la Grecia e a me la Spagna… e vabbeh. Poi ora temo che mi faccia un preventivo che non posso permettermi e quasi quasi lascio perdere…
Scusate lo sfogo, so che i problemi sono ben altri, ma sono un po’ giù e spero che mi passi presto!
Subito dopo aver scritto la mail arriva mia suocera per dirmi di spostare la macchina che c’è il lavaggio strade.
Io bella tranquilla, la macchina l’ho spostata ieri.
Sì, ma mio marito ha preso la mia oggi perchè doveva andare a Milano. La sua è rimasta dal lato sbagliato.
Corro giù. 39 euro di multa. Che sommati ai 39 euro presi mercoledì in centro per parcheggio in zona a traffico limitato (meritata, era la centesima volta che la mettevamo lì, abbiamo dato indietro le quote di parcheggio a pagamento mai date) fanno 78 euro. Inseguo di corsa la macchina del lavaggio strade.
“La pregooooooooo si fermiiiiiiiiiiii! Mi tolga la multa, la pregooooooooo! Ho avuto un qui pro quo con mio marito che ha preso la macchina sbagliata stamattina… Io non sono uscita, ho il bambino piccolo a casaaaaaaaaaa”
“Era dal parrucchiere?”
Ora… io non lavavo i capelli da tre giorni e la mia faccia non era proprio quella riposata della sciura che usciva dal parrucchiere…
“No, abito qui sopra… tutti martedì e venerdì spostiamo la macchina… ma ci siamo capiti male…”
“Venga più avanti”
E lì penso che abbia deciso di graziarmi, ma in un luogo un po’ appartato.
“Signora… io non potrei…”
“Lo so che non potrebbe, ma la prego… le chiedo una cortesiaaaa!”
“E’ passato troppo tempo!”
Bugia, perché mia suocera è venuta a chiamarmi che la multa non c’era e io son corsa subito giù.
“Ma come…? E’ ancora bagnato per terra!”
“Mi dispiace, le multe si prendono anche per disattenzione”
Ci credete che m’è partita la lacrima?
Sono corsa via piangendo.
Senza contare il senso di umiliazione provato.
La ciliegina su una mattina di merda.
Ho pianto mezz’ora. Poi ho chiamato mio marito. Poi mia mamma. Mi chiedo come posso pensare alle vacanze quando buttiamo nel cesso 80 euro così…
Poi è accorso mio marito che mi ha trovato ancora in lacrime. Boh, mi è partita la depressione, che ne so.
Siamo poi usciti tutti insieme e siamo andati ai giardini, dove Pietro, per la prima volta ci ha concesso di stare su una panchina a chiacchierare tutto il tempo. Ha giocato benissimo con tutti i bimbi, senza litigare e provando tutti i giochi. Sono rimasta commossa. Davvero. E mi è migliorato l’umore davvero.
Aggiornamento serale: dal disdire il mare a confermare probabilmente fino a giovedì (la mia amica ha telefonato e le han detto che prima del 19 probabilmente non la chiameranno dal lavoro).
Per quanto riguarda l’invito all’incontro sul tema del bambino iperattivo che mi avete proposto: io ho definito Pietro iperattivo e qualche volta ha avuto “l’impulso irrefrenabile al movimento del corpo, l’aggressività manifesta, la mancanza del senso del limite e del rispetto dell’autorità”, ma non “le difficoltà di concentrazione, comprensione e uso del linguaggio scritto e parlato”. Lungi da me aver fatto diagnosi… E, ridendo e scherzando, sabato scorso ho parlato con una di voi di questo: mai nella vita darò a mio figlio una “cura” (intesa come goccine calmanti che vanno tanto di moda)…