22 aprile 2012

Cara amica, come sai io avevo piuttosto il senso di colpa nei confronti di Leo, che abbandonavo in cameretta (dormiente) tutto il dì mentre giocavo senza tregua con Pietro.

Poi, chiaro, le dinamiche sono cambiate, Leo è diventato più vispo e bisognoso di attenzioni e Pietro è cresciuto di un altro “mezzo anno”.

Pietro è geloso, come tutti i bimbi, ma “responsabilizzarlo” secondo me ha aiutato nel costruire un rapporto affettuoso col fratello.

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20 aprile 2012

Innanzitutto grazie a tutte per le risposte ai miei due papiri! Amica, sei stata puntuale e concisa, che a volte è quello che ci vuole! 

Ovviamente (ma non era chiaro?) le mail le avevo scritte prima e poi le ho divise in due parti e il gioco della depressione bipolare era proprio quello: mandarle con un minuto di distanza l’una dall’altra e finire con “son contenta” e iniziare con “son depressa”. Vabbeh, dai, lascio perdere… forse l’ho fatto per ridere un po’ io. E’ che davvero mi sento così: se vi avessi scritto che ero solo triste sarebbe stata una bugia. Io sto benissimo con i miei bimbi e mi regalano momenti di gioia infinita. Per cui ho messo insieme le due cose, ma dividendole per iscritto (anche perché così riuscivo ad analizzarle meglio!). L’effetto catartico l’ho ottenuto: da quel giorno, nonostante mi alzi almeno tre volte a notte, non faccio fatica a riaddormentarmi e tanto mi basta.

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17 aprile 2012

La depressione bipolare: la fase maniacale.

Ragazze, sono proprio contenta!

Contrariamente al parere della mia pediatra, sabato sera ho deciso di provare con la seconda pappa. Ho messo il formaggino e quella sera niente verdure. Ma visto il successone, i giorni successivi ho messo anche le verdure. Leonardo si scofana il tutto con mucho gusto. Ho concluso che forse settimana scorsa era un po’ sgnecco per via della febbre ed iniziare lo svezzamento con la febbre in effetti non è il massimo!

L’altra cosa di cui sono molto fiera è la mia decisione di tornare al buon vecchio metodo della “pigiatura hand-made” delle verdure. In realtà ci vuole un secondo: le pigio sul fondo della fondina ancora fredde da frigo e poi ci verso sopra la sbobba. Giro tutto con la forchetta e oplà, il piatto è servito. Inutili tutti gli acquisti fatti all’uopo. La forchettina e il cucchiaino di Leonardo, il piattino che si riempie d’acqua calda per mantenere calda la vivanda (preso apposta per Leonardo, poiché con Pietro non avevo osato comprarlo), l’altro piattino di plastica con cucchiaino verde abbinato…

In nessuno dei sopraelencati recipienti vi è abbastanza capacità per contenere tutto il pappone. E nessuno dei cucchiaini è amato quanto il normalissimo cucchiaino di metallo della mia cucina.

Meglio così, che mi serva di lezione.

Ma il maggior successo è che, ovviamente, avendo ripreso la modalità sopradescritta per somministrare la verdura, il pargolo ha preso a cagar montagne, come si suol dire. Cacche di consistenza media, aromatizzate a pera o mela a seconda del fruttino somministrato a metà pomeriggio, anche due al giorno.

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13 aprile 2012

Ragazze, non ricordo molto di tutto quanto avete scritto.

Alla mamma disperata mando un abbraccio e un sorriso: come fu quando un’altra scrisse riguardo ai suoi scatti d’ira. Sorrido perché a casa mia sono scene d’ordinaria amministrazione. Le urla, i “nnnnnnnnnnnooooooooo” gridati, i ricatti per andare a letto, le mani che prudono da morire, gli scappellotti che alla fine partono lo stesso anche se avevi giurato che non l’avresti mai fatto. 

In particolare sono un po’ di sere che il bimbo mi fa storie per la nanna. Il rituale s’era allungato parecchio: il libro era diventato un libro lungo, dopo il succo voleva la camomilla, dopo le coccole e la manina voleva che mi sdraiassi quattro minuti (sì, proprio quattro! Io dicevo dai, sto qui cinque minuti, e lui contando le dita a partire dal mignolo – chissà poi perché – diceva no mamma, non cinque: quattro minuti!)…

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10 aprile 2012

Direi che questi giorni sono andati piuttosto bene.

La sera del mio compleanno siamo andati a mangiare la pizza fuori noi quattro e devo dire che, piano piano, anche Pietro sta imparando a stare al tavolo. Sabato sera sono venuti i nostri amici a cena. Domenica a casa degli zii di Fabio e ieri dai miei. 

La varicella di Pietro s’è “esaurita” venerdì sera o almeno noi abbiamo deciso che fosse così (erano tutte croste!) e quindi siamo tornati a casa insieme proprio quel giorno. Adesso sto in osservazione di Leo e cerco di tenerlo lontano dalla nonna, che non si sa mai! 

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5 aprile 2012

Beh, di Pietro non sto ad elencarvi tutti i suoi momenti di disobbedienza, tutti i: Nnnnnnnnnnnnnnoooooooooooooo!” urlati con voce che perfora i timpani, tutti i: “Non mi piace!” che ultimamente dice di qualunque cosa, dal cibo, alla nanna, al fare la pipì…

Ha iniziato a dire anche le parolacce (mi sembrava strano che non le dicesse!).

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3 aprile 2012

La verità è che forse avremmo dovuto organizzarci così fin dall’inizio della mia maternità. Intendiamoci, non proprio così (con me che dormo dai suoceri e faccio la spola). Ma sicuramente con i bambini alternati per un bel po’ di tempo. Lo so, me l’avete detto mille volte: “Fatti aiutare” ed io, a dirla tutta, ho anche chiesto aiuto. Ma forse ci voleva proprio un episodio di palese necessità come questo per attivare la squadra. Sì, perché siamo proprio un’ottima squadra.

Io credo che questo “incidente” della varicella, sebbene come diceva Fabio ieri sera, mi rovinerà tutto l’ultimo mese (considerato che settimana prossima si dovrebbe ammalare Leo e ne avrà per almeno altri dieci giorni e che non potremo vedere amici con bambini etc.), in realtà abbia consentito di compiere dei passi che prima non avrei saputo come attuare. E’ terapeutico. Soprattutto per i bambini.

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2 aprile 2012

Cara amica, non ho risposto subito perchè hai scritto alle 23.22!

Io e mio marito a quell’ora siamo già a letto (da un’ora almeno) e lui a volte si addormenta sul divano alle 21.30!

Non ti spaventare delle tue reazioni. Ti dirò… non volermene, ma a me la tua mail ha fatto sorridere! Perchè di scene come quella descritta da te come unico esemplare, a casa nostra ne avrò viste decine!

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30 marzo 2012

Basta chiamarle, le altre sfide, che non si fanno attendere…

Ieri nessuna necessità di tachipirina perché, nonostante un 37.9°C, ho resistito a dargliela e s’è sfebbrato da solo. Ultimi due giorni comunque da suicidio perché fondamentalmente chiusa in casa con Pietro e Leo (fatta eccezione per un’uscita meravigliosa all’Esselunga mercoledì alle 19.00 con Leo appresso).

Ieri avevo visto qualcosa di sospetto. Ma non era vescicolata. E poi era solo una. Ok, forse erano due…Stamattina guardo bene e quella lì sul collo… mi sembra una vescicola. E anche sulla pancia ce ne sono altre due, ma senza vescicola…

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28 marzo 2012

Alla amica col bimbo asmatico.

Non è proprio il mio campo… ma l’iperreattività bronchiale ci può stare, anche senza che tuo figlio sia allergico.

Di asma da sforzo soffrivo io (ma ti dirò meglio al telefono, forse era più un broncospasmo che mi sovveniva durante la competizione, come se la causa fosse l’ansia, ma migliorava col Ventolin). Mi sembra che anche tu ne soffrissi però, per cui forse sai come ci si sente…

Mi fa senso pensare che tuo figlio sia stato etichettato come allergico e non lo sia affatto.

Affatto però è una parola pesante. Alla fine lui soffriva di dermatite atopica (che era anche di famiglia) e questo, se ricordo bene, predispone alle allergie. E un po’ di reazione a uovo e pesce comunque c’è alle analisi.

Pietro broncospasma spessissimo. Mai fatti prick. Ma ha fatto esami del sangue durante il ricovero e aveva lieve allergia a uovo e latte (ma non ricordo quanto) e comunque non li ho mai tolti dalla dieta e comunque mi hanno detto che è quasi impossibile trovare negativi del tutto uovo e latte. Non lo considero allergico, ma nella famiglia di Fabio son tutti allergici. Secondo me è predisposto a broncospasmare.
Detto ciò, salvo problemi “gravi” durante la reintroduzione dei cibi incriminati, credo che rischi seri per tuo figlio non ce ne siano. La cosa migliore da fare, a prescindere da tutto, è togliere il sintomo.

Per cui se la cura funziona, proseguila!

Per il farmaco omeopatico, sinceramente non credo che ci siano problemi… ma, come ovvio, non è proprio il mio campo!

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