22 marzo 2012

Questa mail a Fiona non la posso girare per pudore.

Ma non potevo non raccontarvi della tragicomica esperienza di oggi.

Di figure di merda così non ne ricordo molte (a parte quella volta in cui mi stavo cambiando un assorbente interno nel bagno del rifugio a 3000 metri di una qualche località di montagna, quando, tutta imbracata con scarponi da sci, salopette, calza a maglia e giacca a vento, avevo messo tra i denti il cordino dell’assorbente nuovo mentre sfilavo il vecchio… e un signore ha aperto la porta – che pensavo di aver chiuso –  e io ho gridato: “Noooooo!” facendo cadere l’assorbente pulito a terra e lasciando sconvolto il povero sventurato che probabilmente non era nemmeno sposato o se lo era, sicuramente non aveva figlie femmine – oltretutto il cesso era ben lontano dalla porta e posto su una specie di piedistallo, insomma, stavo su un palcoscenico).

Ebbene. Stamattina vado a vaccinare Leo. Poi, siccome sono in centro, faccio un giro al mercato.

Poi passo da un negozio che, per rispetto della privacy (la mia!), chiameremo XXX: desidero acquistare un pensierino per la piccola neonata, senza spendere tanto. Entro e vedo subito un bellissimo completino salopette-gonna jeans su maglietta a manica lunga. Prezzo: 13.70 euri. Perfetto. 

“Signora! Vuol fare la tessere fedeltà?”

“Beh, se non costa niente…”

Oddio, oltretutto, se ripenso ai dettagli, mi rendo conto di quanto tutto sia stato terribilmente ancora più imbarazzante…

“No, basta compilare questo modulo…”

“Mi dia pure…”

E mi viene da dire una cosa. Ma poi una vocina nella mia coscienza mi richiama all’ordine: non dirla, non dirla… 

Ma perché non posso dirla? Cosa c’è di male? E quindi la dico…

“Sa, a dir la verità qui ero venuta solo un’altra volta… ma trovo che abbiate tanta roba bella a dei prezzi eccezionali. Questo capo, per esempio, in un altro posto l’avrei pagato almeno 25 euro!”

Silenzio.

Comincio a sudare freddo e non capisco il motivo.

“Bancomat?”

“Sì, grazie…”

“Sono 31.90!”

“Eh? No, guardi… ci dev’essere un errore… forse…”

La commessa guarda la collega.

“E’ questo il sacchetto della signora?”

“Sì è quello… Ah, ma forse lei non si è accorta che i capi sono DUE! Forse ha visto un solo cartellino…”

“Ah… ehm, no, sì cioè… io pensavo…”

“Non c’è problema, signora!” sguardo compassionevole, riservato ai malati senza speranza.

“Se vuole, glielo tolgo, quello sotto… siamo in tempo!”

Cerco di pensare alla cosa più intelligente da dire/fare.

“Sì, dai… ehm, me lo tolga… Tanto… è la seconda figlia… sicuramente la maglia da mettere sotto ce l’ha già…”

Oddio, sento che la situazione mi sta sfuggendo di mano!

Ora temo che mi chieda da un momento all’altro se voglia davvero farle un regalo visto che ha già una figlia femmina…

“Sicura?” 

“Ehm, sì! Scusate ancora eh!”

“Ma niente… si figuri…!” sguardi pietosi incrociati tra le due commesse.

Voglio morire. 

“Ecco, sono 17.60!”

Quindi non solo non avevo visto un cartellino, ma avevo visto pure quello sbagliato!

Sfodero il mio migliore sorriso.

“Grazie, pago Bancomat!”

Credo che, nonostante la tessera fedeltà nuova di pacca, nel negozio XXX non ci metterò più piede…

Anzi, visto che sul modulo ho messo tutti i miei dati, compreso l’indirizzo, credo che cambierò nome e mi trasferirò per un po’ da mio fratello… in Australia!

A proposito di merende: a Pietro ho abolito da tempo le due merende (metà mattina e metà pomeriggio) perché sennò non mi mangiava. Però se siamo in giro e vuole una focaccina o simili, gliela do.

E poi mi porto sempre dietro un succo (a metà pomeriggio 90 volte su 100 lo chiede).

Oppure prima di cena (lo so, terribile!) quando va dai vicini, nonostante le mie rimostranze, gli danno una mela!

Quindi in effetti, a pensarci bene, sì, forse fa ancora merenda… ma non è istituzionalizzato: se capita sì, se no, no!

All’amica che dà latte serale: non so se il latte la sera gli tolga appetito alla mattina (magari il latte della mattina resta uguale ma effettivamente ti mangia poco a pranzo perché latte+latte= tanto cibo… anche se mi sembra un po’ assurdo). Non so che cosa consigliarti…

A pensarci bene, anche noi forse abbiamo migliorato la sua “performance” a tavola da quando abbiamo abolito il succo di frutta nel bibe di notte (mentre il succo prima della nanna fa parte anche del nostro rituale…)

Pietro è definitivo: fa pipì da solo. Molla tutto, corre in bagno, tira giù i calzoni e le mutande e piscia in piedi nel bidet (dove arriva) perchè col gradino da solo si sente instabile. Mi dice di andare via che la fa da solo. E talvolta non ce ne accorgiamo nemmeno: è lui che torna e ti dice che l’ha fatta (e lo si può vedere perchè i pantaloni non sono proprio a posto dopo che se li tira su – e dallo schizzo che qualche volta ha mancato il bidet). Una volta ha provato anche a fare la cacca dopo la pipì, ma non è abituato a sedersi sul water da solo (non usiamo il riduttore e quindi si attacca alle mie gambe). Per cui, accortosi che stava per cadere dentro, mi ha chiamato.

Non ho ancora osato togliergli il patello notturno anche se è sempre asciutto. E’ che vorrei fare una notte intera senza altri imprevisti. E già i risvegli di Leo (minimo due!) mi bastano: non ho bisogno anche del letto pisciato, grazie…

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