17 marzo 2012

Alla fine siamo riuscite ad andare al mare.

Anche se ero depressissima.

Anche se avevo appena preso la multa.

Anche se tutti (marito compreso) tranne le nonne mi dicevano: “Sei matta?” oppure: “Guarda che sarai sola!” (come se a casa non fossi sola tutto il giorno con due bambini – secondo me non hanno ben chiaro che tipo di vita faccio) oppure: “Ti faranno impazzire”.

Anche se ero in strippo latte.

Alla fine ho pesato Leo alla partenza e (anche se la bilancia sta perdendo colpi perché si stara subito e quando lo tiro giù dal piatto lo zero non è più lo zero…) sembrava aver messo su ancora un paio di etti. Mi sono rincuorata, ho preparato le valigie e domenica mattina alle 9.30 siamo partite.

Io alla guida, poi Pietro, Leo, la mia amica Francesca e la sua bimba Clara. Vacanze senza mariti.

Tutto abbastanza bene. Eravamo a Pietra Ligure, in un alberghetto gestito da suore. Pensione completa. Mangiato da dio. Speso pochissimo. Mare a 50 metri.

Dopo il primo pranzo, a tavola, circondati da anziani soli, da anziani in coppia o da anziani in vacanza con nipotini, ho avuto un’epifania: ero così emozionata per essere stata pochi giorni prima al ristorante con Fabio e i bimbi e solo in quel momento ho realizzato che per i prossimi quattro giorni sarebbe stato come essere al ristorante ogni colazione, pranzo e cena, con la differenza che al posto di mio marito c’era Francesca e una bambina in più! Questo pensiero mi ha fatto rabbrividire.

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10 marzo 2012

Amica, non mi sono offesa! Solo che in generale mi rendo conto appunto di quanto uno possa dire una parola come “iperattivo” e quanto questo facilmente corrisponda ad una nuova entità patologica. Sapevo già dei bambini definiti “iperattivi”. Una mia amica dava a suo figlio delle gocce per dormire a due anni. Ma si può?
Io credo che dietro ai comportamenti sbagliati dei nostri figli, aggressività, disobbedienza, mancato senso del limite, ci sia una buona parte di carattere (non necessariamente negativa) e una buona parte di educazione/errori educativi dei genitori.

Pietro è sempre stato esuberante, anche quando andò al nido la prima volta che aveva 15 mesi e ancora non camminava bene da solo.

Ora, piano piano… sta migliorando molto. Non credo quindi che fosse “malato” e necessitasse una “cura”.
Questo è solo un esempio. Ma la cuginetta di Fabio (prima media) s’è vista porre diagnosi di “dislessia” dalla suora psicologa, sulla base del fatto che quando scrive, dimentica le “acca” o inverte alcune sillabe (tipo potolino invece che topolino). Ebbene, s’è cuccata la prescrizione di visita neuropsichiatrica, insegnante di sostegno e personal computer di supporto in classe (nessuno dei suoi compagni lo può usare tranne lei). Questa cosa la sta distruggendo, anche perchè è una bimba molto sveglia e sensibile.

Come diceva, una nostra comune conoscenza, negli anni ’80 se sbagliavi a scrivere eri solo un somaro e dovevi studiare di più, non necessariamente un dislessico.

Poi, chiaro, su 1000 casi qualcuno sarà anche vero…

Stai tranquilla, non ce l’ho con te!

Piuttosto, ieri notte sono stata completamente sveglia dalla 1.30 alle 4.30 di mattina.

Tutto ciò senza apparente motivo.

Spero che la vacanza al mare mi rigeneri un po’ perché mi sa che mi sto esaurendo.

Non so se avrò internet… abbiate pietà!

PS: Peso Leonardo: 7570g (+220?)

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9 marzo 2012

Care ragazze…

Non so da dove partire.

I giorni scorsi sono stati tutti piuttosto belli.

Mio marito è finalmente partito definitivamente con il lavoro al nuovo ospedale ed è tornato di buon umore.

Mercoledì è tornato a casa presto, ci ha prelevati dal campo da calcio dove stavamo con la palla e ci ha portati in centro. S’è comprato dei pantaloni da Zara. Io ero nel reparto donna e l’ho lasciato con Pietro. Poi sono andata a vedere perché non potevo credere che riuscisse a fare acquisti con lui appresso. E li ho trovati in camerino, Pietro con un cappello a visiera da uomo in testa, e Fabio con i pantaloni nuovi addosso che diceva: “Come mi stanno?” E lui: “Bene, non toglierli!” Che ridere!

Per festeggiare il lavoro siamo usciti a cena al ristorante. Prima volta da soli noi quattro. Mi ero portata dietro un bibe di camomilla, ma Leo aveva appena mangiato da me.

Tutti i camerieri e gli avventori (tre coppie per la verità) ci guardavano incuriositi e a me è cominciata a salire l’ansia: sembrava che non vedessero l’ora che qualcuno scompensasse.

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6 marzo 2012

So che mi passerà appena vi scriverò.

Ma stanotte ho seriamente pensato di non farcela.

Non ho applicato particolari metodi suggeriti dalla pediatra, nemmeno la camomilla.

Ma la mia disposizione d’animo è cambiata. Perché la pediatra mi ha detto che il bimbo cresce bene. E che la sua potrebbe essere solo voglia di coccole.

Per cui semplicemente mi sono imposta di farlo mangiare non prima delle tre ore sia di giorno che di notte. E secondo me sta funzionando benissimo, come se il bimbo avesse avvertito che non ce n’è prima e si regoli di conseguenza. E allora, vi chiederete, perché sono precipitata giù dal famoso “orlo” della crisi di nervi di cui mi parlate spesso voi?

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4 marzo 2012

Lettera alla pediatra.

Mi dispiace disturbarti, ma pensavo che un tuo parere potesse essermi utile.

Leonardo mangia tuttora dal mio seno.

I ritmi di poppata diurna non si discostano mai da una poppata ogni tre ore circa. 

Solo se siamo in giro e dorme nella carrozzina capita che mi tiri anche quattro ore e mezza.

Altrimenti, allo scoccare della terza ora, comincia a lamentarsi.

Il fatto non mi disturba. Ho sempre pensato che l’allattamento a richiesta fosse la politica migliore. Ma forse, ora che è grandicello, dovrei provare a tirarlo un po’ di più. Ogni tanto ci provo, anche perché non è che urla di fame quando si lamenta dopo tre ore dall’ultima poppata. Semplicemente rogna un po’, mette le manine in bocca e ciuccia tutto ciò che tocca.

Il problema subentra la notte. 

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2 marzo 2012

“Mamma!”

Bambino, gambe larghe, passo elefantiasico.

“Cosa?!?”

“Ho fatto la pipì addosso… e anche la cacca!”

“Cooooosa????? Corriamo in bagno!”

Giù le mutande. Rotolano a terra per la verità “solo” tre pezzettini di cacca. Mutandine pisciatine. Pantaloni asciutti. Lo siedo sul water.

“Mi spieghi perché l’hai fatta addosso?”

“Perché… perché… volevo farla addosso!”

“Ma stai scherzando? Fa schifo farla addosso!”

“La faccio addosso come il Leo!”

Cerco di mantenere un’aria disinvolta.

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29 febbraio 2012

Amica, sarò ripetitiva, ma concordo con le altre.

Anche io a volte spiego a Pietro i miei stati d’animo. Per forza di cose è diventato mio confidente. A volte credo di esagerare, ma mi è capitato più volte che fossi pensierosa e lui mi chiedesse: “Mamma, perché non parli?” E allora gli spiegavo che ero stanca perché il non dormire di notte mi faceva stare poco bene di giorno e che ero preoccupata per la sua tosse e che non volevo che il Leo si ammalasse etc. E lui sembrava capire.

Anche io concordo sul fatto che tuo marito abbia cercato di alleggerire te e non di proteggere tuo figlio nel momento in cui te l’ha portato via.

E ancora, sono d’accordo sullo sfogarsi, anche coi mariti. Io a Fabio dico tutto. Ultimamente facciamo fatica proprio per la stanchezza, ma uno stato d’animo così importante, che ti fa piangere quotidianamente, non puoi cercare di nasconderlo alla persona che ami.

La mia seconda gravidanza è stata molto desiderata. Ma l’ho vissuta con paura, sia per la precedente andata male, sia per la malattia di Pietro (che mi faceva pensare a catastrofi impossibili da gestire con due figli e avevo addirittura pensato che mi sarei ritirata dal lavoro), sia alla diagnosi di CMV che ho scoperto proprio mentre eravamo ricoverati.

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27 febbraio 2012

Tornando all’argomento di ieri: sì, le garzine e i pannolini li forniscono loro, ma solo quelli.

Il fatto è che siamo proprio al risparmio: anche nel mio reparto mi dicevano le mie colleghe che ci hanno chiesto di dimettere i pazienti prima di pranzo per risparmiare il vassoio del cibo! Per non parlare dei ferri operatori (forbici che non tagliano e pinze che non chiudono) che non vengono sostituiti…

Amica, se la mia mail era utilissima… stampala! Perché con la memoria corta che hai è facile che poi non ti ricordi nulla! Nella fattispecie… sia io che un’altra amica comune abbiamo comprato tre tutine nuove (io sia per Pietro che per Leo nonostante avessi, soprattutto per Leo, una valigia intera di roba usata). Siamo tutti d’accordo che il bimbo nuovo vada onorato!

Cavolo, da come parli sembra che tu debba partorire tra meno di un mese! Come dicevo vedrai che riuscirai a fare tutto per tempo e soprattutto che la metà delle cose che credi di aver sistemato le risistemerai negli ultimi giorni (non so quante volte ho spostato i vestiti di Leo e di Pietro da un armadio all’altro e poi all’incontrario). Il fasciatoio nuovo è arrivato in casa il giorno prima delle doglie…

Tu quando andrai in maternità? O farai come la nostra amica comune che oggi ho chiamato convinta fosse a casa per invitarla fuori e ho scoperto essere in ufficio?

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26 febbraio 2012

Dunque, amica, mi chiedi consigli per la borsa da portare in ospedale quando si partorisce.

Per la bimba assolutamente anche tre paia di calzine.

Anche io la vestaglia l’ho messa una volta. Io farei una camicia da notte manica lunga e due manica corta, ma son d’accordo che al massimo tiri su le maniche se hai caldo.

Io ho messo per me un cambio completo con reggiseno e mutande (anche se poi sono andata via con quelle a rete) e pantaloni che poi mi stessero su dopo che la pancia fosse andata via (sempre premaman ma con il laccetto per stringerli). So che son cose che ti puoi far portare dopo, ma almeno ho scelto io il tutto.

Assorbenti TANTISSIMI. Non te li danno più in ospedale (a meno che non supplichi e qualche ostetrica misericordiosa te ne rubi uno).

Io tenevo mutande a rete con un assorbentone gigante dei loro sotto e sopra due dei miei di garza (e sono venuta via così, ma io non faccio testo perchè ogni volta che si tratta di sangue io sono un’emorragia unica).

Per me avevo portato un paio di ciabatte Crocs da usare durante il parto e la degenza e un paio di ciabatte Crocs diverse per andare a farmi la doccia in quei bagni luridi. Ti consiglio così (anche perché se poi esci con le suole bagnate è un casino).

Shampoo, balsamo, trucchi (vorrai mica sembrare sciupata!). Mini phon.

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24 febbraio 2012

Ieri sera avevo un aperitivo con due amiche fissato da tanto. 

“Esco. Lo sterilizzatore è in bagno con i bibe dentro. Il latte è in frigo. Magari non c’è bisogno, starò via poco.”

Manco il tempo di arrivare che squilla il telefono.

“Dove cazzo è lo sterilizzatore???”

“In bagno, te l’ho detto!”

“Ma ti pare il posto dove tenerlo? E’ mezzora che lo cerco! E questo urla come un matto”

Uomini.

Ho bevuto lo Spriz con lo stomaco chiuso.

Alle 20.30 faccio per chiamare per sapere come va ma vengo anticipata. 

“Pronto… per quanto ne hai ancora? Io non ce la faccio più, ho mandato Pietro dai vicini e Leo non mangia, rigurgita… mi esplode la testa e sono stanchissimo.”

Corro a casa. Pietro è seduto che fa un puzzle. Leo guarda la tele dalla sdraietta. Ha bevuto 60 ml e gioca con le manine.

“Beh?”

“Alla fine ha bevuto…”

Metto a letto Pietro che non sono nemmeno le 21.30. Lui crolla senza neppure aspettare il rituale libro-coccole-manina. Quasi quasi sono un po’ offesa…

Allatto Leo, che si addormenta. Andiamo a letto presto.

Ore 1.30 si sveglia Leo. Monotetta. Messo giù.

Improvvisamente rumori come di foca monaca provenienti da camera di Pietro.

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