Alla fine siamo riuscite ad andare al mare.
Anche se ero depressissima.
Anche se avevo appena preso la multa.
Anche se tutti (marito compreso) tranne le nonne mi dicevano: “Sei matta?” oppure: “Guarda che sarai sola!” (come se a casa non fossi sola tutto il giorno con due bambini – secondo me non hanno ben chiaro che tipo di vita faccio) oppure: “Ti faranno impazzire”.
Anche se ero in strippo latte.
Alla fine ho pesato Leo alla partenza e (anche se la bilancia sta perdendo colpi perché si stara subito e quando lo tiro giù dal piatto lo zero non è più lo zero…) sembrava aver messo su ancora un paio di etti. Mi sono rincuorata, ho preparato le valigie e domenica mattina alle 9.30 siamo partite.
Io alla guida, poi Pietro, Leo, la mia amica Francesca e la sua bimba Clara. Vacanze senza mariti.
Tutto abbastanza bene. Eravamo a Pietra Ligure, in un alberghetto gestito da suore. Pensione completa. Mangiato da dio. Speso pochissimo. Mare a 50 metri.
Dopo il primo pranzo, a tavola, circondati da anziani soli, da anziani in coppia o da anziani in vacanza con nipotini, ho avuto un’epifania: ero così emozionata per essere stata pochi giorni prima al ristorante con Fabio e i bimbi e solo in quel momento ho realizzato che per i prossimi quattro giorni sarebbe stato come essere al ristorante ogni colazione, pranzo e cena, con la differenza che al posto di mio marito c’era Francesca e una bambina in più! Questo pensiero mi ha fatto rabbrividire.