03 novembre 2012

Amica, bellissimo il racconto della uscita coi tre figli!

In particolare mi ha fatto morire il prurito sotto i piedi del tuo maggiore…

Ti capisco, a volte in macchina stan bravi, a volte è un pianto sincrono, a volte Leo parte con un urlo: “Ahhh” e Pietro ripete: “Ahhh” e Leo: “Ahhh” e Pietro: “Ahhh”… e via andare (avete visto Scemo e più scemo?), spesso con lo stereo acceso e io e Fabio che cerchiamo di parlare… un incubo!

Per i malatini, vi faccio coraggio. Ora me la gufo, ma io sono sconvolta che in due mesi di asilo Pietro sia stato male solo un venerdì… Rispetto al nido è un altro mondo! Poi, vabbeh, non voglio nemmeno ripensare alle malattie di Pietro…

Vaccino di Leo ok: stavolta non ha avuto sequele, anche se quello del morbillo potrebbe dare effetti in questi giorni…

Continua a leggere →

29 ottobre 2012

Care ragazze, come vi capisco. Amica, è bello stare a casa un po’, soprattutto se tua figlia va anche all’asilo la mattina: hai davvero un po’ di tempo per te e per la casa e per tutti i tuoi progetti (suonare il pianoforte?).

Poi c’è l’altro lato della medaglia, i giorni no, in cui ti senti “non produttiva” o semplicemente, come dice qualcun’altra di noi, “relegata in casa” (ricordo quando per scelta sono rimasta in maternità con Pietro e Leo appena nato e alla fine mi passavano addosso i giorni e dicevo, ma cosa ho combinato oggi? A volte non uscivo nemmeno… soprattutto quando Pietro non era affidabile per strada, ricordate?).

Insomma, la tristezza e la malinconia sono sempre dietro l’angolo…

Io devo dire che ancora adesso ho i miei momenti no. Per esempio di notte. Per esempio questa notte.

Continua a leggere →

20 ottobre 2012

Tutto bene ragazze. A parte che qualcuno ha staccato il tasto “o” dal PC e mi tocca schiacciare direttamente sui chip metallici per scrivere, ma pazienza.

Volevo tirarmela…posso? Solo con voi posso essere sincera fino in fondo!

Continua a leggere →

2 ottobre 2012

Amica, riguardo alla tua battuta sull’attrazione nei confronti delle vostre figlie femmine, io sono totalmente ETERO. Pietro, come già scritto in passato, me lo limonerei tutto…

Con Leo non è ancora così intenso (visto che dici anche tu che il desiderio è maggiore con la più grande, forse è un fatto dei primi figli più che di sesso del figlio).

Ho scritto “non è ancora” perché credo che dipenda dal fatto che, volente o nolente, la quantità di tempo passato con Leo sia moooolto inferiore di quella che potevo dedicare a Pietro alla sua età (e il numero di sguardi in proporzione). Inoltre, mi trovo tuttora a guardare Pietro e ad amarlo alla follia solo nel vedere che ometto è diventato. Per Leo c’è tempo…

Anche se non vi ho scritto dei progressi!

Continua a leggere →

28 settembre 2012

Andando con ordine…

In realtà la posta non si apre e non posso sapere esattamente né a che punto ero rimasta coi resoconti, né tutto ciò che avete scritto voi.

Dunque… giovedì notte scorsa arriva Pietro a dire che ha mal d’orecchio. Riesco a convincerlo a tornare a letto ma alle 7.00 è di nuovo in piedi. Gli fa malissimo a toccare sotto il mento a sinistra e ha la febbre (38°).

Chiamo la pediatra che però è sostituita. Allora, dico, vado in ospedale che trovo un otorino e glielo faccio vedere (sicuramente meglio della sostituta ignota). In H, lo vede una mia cara amica ORL che mi dice che i timpani sono belli e la gola anche. Che potrebbe essere una virosi qualunque, ma magari una mononucleosi, visto i mega linfonodi che ha sotto il collo (se così fosse stato, sarebbe stata una rottura, perché c’è il rischio della rottura di milza e allora ti dicono di non farli correre e poi di stare un po’ fuori dalla comunità).

Continua a leggere →

19 settembre 2012

Oggi all’asilo tutto bene. L’ha portato la nonna per la prima volta (e io sono andata al lavoro presto). In realtà erano svegli entrambi alle 7.15 (incredibile come “sentano” che io mi alzo!).

Pare che abbia pianto al momento del distacco. E che mia suocera gli abbia proposto un disegno insieme, sollevando la disapprovazione della maestra che le ha detto che non era il momento, ma che ormai lo doveva fare perché glielo aveva promesso e che da domani deve arrivare, mollare il bambino e andarsene. Forse io mi trovo bene con la maestra, ma lei non ama mia suocera.

Forse semplicemente ha ragione la maestra.

Forse mia suocera non aveva capito che non si doveva stare lì. Vabbeh.

Continua a leggere →

18 settembre 2012

Alla fine ho deciso di andare io a portare Pietro a scuola. Immaginavo che mi avrebbero liquidato con un sorrisone in due minuti, visto il momento critico (siamo arrivati dopo l’apertura, quando ormai i bimbi erano tutti dentro, tra cui alcuni in lacrime, ma preferivo così perché altrimenti avremmo dovuto aspettare davanti al cancello chiuso e Pietro anche stamane continuava a dire che non ci voleva andare, pacatamente, ma lo diceva).

Continua a leggere →

17 settembre 2012

E come preannunciato… eccoci al punto!

Giovedì all’asilo Pietro ha graffiato in faccia un bimbo. La dinamica non è stata chiara. Giulia l’ha sgridato (la sua prima maestra, Lara, era in pausa pranzo). Poi a casa lo abbiamo sgridato un po’ tutti. Dicendogli che così non andava, che se faceva così all’asilo non si poteva andare etc. La mattina dopo Pietro non vuole andare all’asilo. “Non mi piace. Non mi piace Lara. Non voglio andare a scuola”. Arrivati fuori dal cancello di casa mi dice che gli scappa la cacca. Torniamo a casa e la fa (quindi cacca vera, probabilmente era agitato!).

All’asilo Lara mi racconta il fatto e mi dice: “Tranquilla, succede, non è mica l’unico! E’ un bambino intelligentissimo, vedo che sa usare i numeri, che ha avuto molti stimoli, vedrai che viene fuori bene. Ma non  è l’unico che non sa ancora bene come usare le mani… Vedrai, un po’ di pazienza, sono cose che si sistemano!”. Faccio per salutarlo e lui comincia a frignare che non vuole andare. Lara lo prende in braccio e l’ultima immagine che ho è di lui che scalcia in braccio a lei. Quel giorno, tutto bene. Ha mangiato tutto col bis del primo. E’ stato bravo.

Continua a leggere →

12 settembre 2012

Secondo e terzo giorno di asilo andati bene.

Ieri l’ho accompagnato io alle 9.00. Davanti alle porte chiuse c’era questo bambino dei “verdi” che faceva casino, menava la mamma sulla borsetta, faceva il gradasso con un suo amichetto, spintonava e urlava (anche il primo giorno) e Pietro ha cominciato a indietreggiare e a dire: “Non voglio andare a scuola oggi!”. Ho prontamente cambiato posto e hanno aperto le porte. Allora siamo entrati e lui è andato tranquillo in classe dove l’aspettava la maestra.

Tra parentesi, ma vi hanno fatto restare? Io proprio non mi son fermata nemmeno due minuti! Il primo giorno ho chiesto cosa dovessi fare (pensando ai dieci minuti fuori e dentro e simili) e mi han detto che “potevo andare” (niente “distacco” o cose del genere). Così ieri e oggi uguale.

Ieri sono andata a prenderlo qualche minuto prima (per non essere l’ultima e anche perché ho scoperto che le altre mamme avevano spiato i bimbi in giardino, mentre a me non era nemmeno passato per la testa!). Così l’ho cercato, ma all’inizio non lo vedevo. Poi l’ho visto sulla macchinina che si spingeva con i piedi avanti e indietro. Ed era enorme la mia gioia quando sentivo riprendere altri due bimbi perché andavano addosso ai compagni, mentre a lui non dicevano niente! Poi la maestra ha battuto le mani: “I gialli qui!” E allora ho sentito: “Pietroooo! Pietro! Dai, vieni… Pietrooooo! Dai che arriva la mamma!” E solo allora l’ho visto raggiungere gli altri. Quando sono andata all’aula sentivo che la maestra diceva che chiamava lei il bambino quando arrivava la mamma. E in effetti ha detto: “Alzati pure Pietro che c’è la mamma!” E io ho guardato dentro ed erano tutti e 27 seduti nelle seggioline, tra cui Pietro, che non si schiodava. E lei: “Pietro, ora puoi andare!” Allora piano piano s’è alzato e, frugandosi nelle taschine ha chiesto dove fosse la caramellina (che gli avevano dato evidentemente prima). Lei gliela trova nella tasca del grembiulino e mi dice: “Lui è quello dei “perché”! Deve capire sempre il perché di tutte le cose!” Strano… perché a me non ha mai chiesto i “perché” (tipo fase dei “perché” che si legge. Ma magari è iniziata adesso…).

Ieri era convinto che oggi si sarebbe fermato a mangiare. Ma ho dovuto spiegargli che sarà domani. E stamane, avendomi sentito raccontare a Fabio del bambino gradasso e che mi aveva detto che all’asilo non ci voleva andare, ha cominciato a dirmi, sorridendo, che non ci voleva andare. E guardava la mia reazione. E io gli ho detto: “Pace, ci vai lo stesso… o vuoi che mandi tuo fratello?” E ieri poi mentre faceva i dispetti a suo fratello lo minacciavo: “Guarda che se fai così domani non ti porto all’asilo!”. Vi è mai capitato di minacciare di togliere una cosa che potrebbe anche non essere un premio, ma che ovviamente appena la usi come ricatto loro vogliono a tutti i costi? Secondo me funziona!

Comunque oggi sono arrivata giusto per l’apertura così non abbiamo incontrato il bambino dei verdi. E siamo entrati e lui è andato dalla maestra di sostegno (credo che un suo compagno abbia qualche problema) e me l’ha presentata: “Mamma, questa è Giuditta!” La quale, essendo nuova, s’è stupita perché: “Nemmeno i bimbi dei grandi si ricordano ancora come mi chiamo!”.

Oggi alle 11.00 non sono andata a prenderlo, ho mandato la babysitter e sono andata al lavoro. Domani credo che lo accompagnerò io ma poi, alle 13.30, lo andranno ovviamente a prendere o la baby o mia suocera. Comunque io ho avuto un’impressione positiva sotto tutti gli aspetti. Rispetto al nido intendo. La maestra non se la tira. Non mi ha fatto manfrine psicologiche (vi ricordate il “gioco euristico” o la “psicomotricità” o le “manipolazioni”… insomma a me sta roba fa girar le balle). Molto easy. Puoi andare. E io vado. Trasmette serenità.

I bambini sono 27. Ma non c’è casino. E secondo me, forse Pietro aveva proprio bisogno di questo: di non essere al centro dell’attenzione, di stare con altri bambini, di non avere gli adulti addosso. 

Al nido era un casino! La giornata coi genitori è stato un baccano unico. Con le maestre che hanno dovuto interrompere le attività perché non li tenevano!

Qui mi sono commossa a vederli con i grembiulini tutti seduti sulle seggioline. E Pietro mi sembra contento. Oggi mi ha telefonato per dirmi che ha fatto un disegno bellissimo. E io sono emozionatissima per il pranzo di domani. So già che non durerà questo stato di grazia. Prima o poi mi diranno che ha spintonato o pizzicato qualche bambino. O che ha detto “cazzo”. O che ha pianto. Ma per ora me la godo! 

PS Mah, ogni tanto chiede “perché” (per esempio stamattina mentre andavamo all’asilo mi ha chiesto perchè le macchine e le biciclette vanno più veloci delle persone a piedi), ma non in maniera ripetitiva e sinceramente non mi ha mai chiesto il perchè di qualcosa che ha fatto lui!

Oddio penso che non avrei la pazienza sufficiente per non mandarlo a quel paese dopo un po’.

Spero che non inizi ora!

Ho dimenticato di dirvi che mentre arrivavamo al cancello, un bambino mai visto che si ciondolava attaccato a un palo della luce ha detto: “Ciao, Pietro!” E Pietro: “Ciaooooooo” E io: “Chi è, un tuo compagno?” “Sì”. Ok, è una cosa normale, ma il fatto che un bimbo lo abbia salutato chiamandolo per nome e facendolo per primo, mi ha commosso…