14 ottobre 2011

Volevo comunicarvi che ieri sera ho fatto stick urine che avevo a casa e è uscito un ++ di glucosio (avevo mangiato solo pollo e patatine). Mi è venuto un colpo. Ora ho l’ansia di stare esponendo il “Tellino” a botte di glicemia pazzesche, col rischio che poi quando nasce vada in ipo! Domani sento la ginecologa. Comunque stamattina l’ho rifatto a digiuno ed era negativo e dopo pranzo pure… ora vado ancora a farlo (sto strippando?)!

Ah, ieri ho svuotato la valigia-regalo del mio collega: ho centinaia di bodini e pigiamini di tutti i tipi, non so più dove metterli, sono a posto! Il fatto è che sono tutti 0-3 mesi e poi ha detto che ne ha altri!!! Cavolo!

Ieri grandi mestieri con mia mamma, abbiamo disposto tutti i vestitini nei cassettini di Pietro (la sua roba è tornata nell’armadio in camera) e ho anche fatto un po’ di repulisti nella mia roba e oggi, udite udite, ho preparato l’abbozzo della borsa per l’ospedale!
Ora comincio ad essere più pronta e tranquilla, anche perché con sta storia della glicemia comincio ad avere fretta…

Arghhhhhhhhh: stick delle 16:30 positivo con + di glucosio!

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13 ottobre 2011

Mi spiace, non pensavo di buttarvi giù con la mia mail. Io non ho nessun rapporto idilliaco con Pietro. Mai avuto (ieri sera rileggevo le mie vecchie mail dove scrivevo che quando si spaventava ero “contenta” perché mi si avvinghiava tutto e non ero abituata). Nè ho mai pensato di essere il suo fulcro, roccia, punto di riferimento.

Non nascondo che, quando era piccolo e arrivavamo dalla nonna, in cuor mio tiravo un sospiro di sollievo e pensavo: “Oh, finalmente lo gestisce lei” come se fosse suo figlio e non mio, perché mi sentivo inadeguata, stanca e poi sapevo che lei aveva più esperienza e lui con lei era sempre più bravo.

Io ho sempre pensato di fare il massimo per lui. Tuttavia è innegabile che quando tornavo dal lavoro, nonostante cercassi di essere tutta per lui, avevo i mestieri (ora almeno ho la donna 1gg/sett), avevo i cazzi miei, avevo voglia di metterlo a letto. Il gioco con lui mi risultava a volte pesante (vi ricordate che dicevo che mio marito cucinava e sparecchiava e io ogni tanto avrei voluto fare cambio? ). I suoi capricci estenuanti. Il momento della nanna, quando non era nelle fasi buone che andava a letto sparato, era una sofferenza perchè avevo fretta, volevo rilassarmi.

Sabato e domenica li passavamo a pulire la casa (rileggevo proprio le mail ieri) e a turno a trovare i nonni, gli zii, i parenti. Mi sembrava di non avere una vita mia.

Peraltro non ho mai nascosto l’invidia buona nei confronti delle vostre continue iniziative, dai giochi, alla cucina, alle gite domenicali, ai vari PacoGiochi etc che io, anche proprio per paura di non essere in grado di gestire, non ho mai osato fare. Per cui non è una questione di autostima, credetemi.

Quello che volevo dire ieri anche a me risulta confuso. E sicuramente, impopolare ancora una volta.

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12 ottobre 2011

La mia vita da mamma a tempo pieno è assolutamente bellissima, non noiosa e stancante al punto giusto.

Mi ricordo che il famoso maggio 2009 non mi passava più: non vedevo l’ora che nascesse Pietro e non facevo una mazza dalla mattina alla sera. Mi trascinavo per casa fino al divano e guardavo la tele. Soffrivo di insonnia prevalentemente dalla mattina presto in poi. Lavavo il minimo indispensabile in casa e non preparavo nemmeno la cena. Avevo caldo e nessuna voglia di uscire.

Questa volta è tutto l’opposto. Faccio fatica ad addormentarmi, mi sveglio parecchie volte per la pipì, ma poi, se Pietro non si svegliasse, credo che tirerei a dormire fino alle 10.00 tutte le mattine. Adoro stare con lui. Forse sbaglio, ma la mattina gli concedo i cartoni e nel frattempo rifaccio i letti, pulisco la cucina, faccio colazione, mi vesto e mi trucco. Ogni mattina per ora ho sempre avuto qualcosa da fare. Usciamo insieme, andiamo con la nonna a prendere il caffè (questa cosa l’abbiam fatta tre volte in realtà), oppure la spesa piccola, oppure al parchetto. Due giorni sono andata su da mia mamma dove mi sono fatta coccolare (non ho cucinato e poi ho anche dormito nel primo pomeriggio sul suo lettone, che è tutta un’altra cosa).

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4 ottobre 2011

Ok, ragazze, so di essere impopolare ma stavolta ve lo devo dire… Mi fate girare le balle!!!

E’ l’invidia che parla, ovviamente. Ma veramente voi non avete idea di come sia avere un bimbo che non mangia. O meglio, forse sono io che non avevo idea di cosa volesse dire avere un bimbo che mangia! Insomma, con Pietro, a meno di fare il pappone (e nemmeno tutte le volte!), è sempre una lotta. Fabio, soprattutto quando era malato, come sapete non mi aiutava, offrendo subito lo yogurt o il frutto se non mangiava quel che c’era. Ma ora siamo uniti e fermi. Il problema è che la maggior parte delle volte non mi mangia praticamente un cazzo. La colazione non esiste: a volte vuole un succo, a volte beve 100 ml al massimo di latte. Se va bene mangia mezza fetta biscottata con la nutella. A volte la domenica al bar mangia mezza pasta frolla o mezza brioches. A pranzo, se non c’è il pappone, va bene se spilucca qualcosa.

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30 settembre 2011

E’ proprio vero, ogni tanto pensiamo che siano grandi, ma alla fine hanno meno di due anni e mezzo!

Esordisco col dirvi che (per unirmi al gruppo di quelle che si auto-gufano) da lunedì, non si sa come, non si sa perché, ma la notte va benissimo. E non parlo solo dell’addormentamento, parlo proprio della notte.

Lunedì mi sono sdraiata io accanto a lui sul “letto gande di Petro”. In cinque minuti dormiva e, avendo la sponda, non ho dovuto travasarlo: ha tirato mattino e anzi, ho dovuto svegliarlo. A parte le mie pipì (che mi hanno quindi comunque costretto ad alzarmi più volte), non ricordavo da mesi un sonno così bello!

I giorni successivi è andato più o meno ugualmente bene: una notte s’è alzato ed è venuto in camera nostra con la copertina in mano e il dito in bocca. Ha acceso la luce (facendoci venire un infarto) e mi ha detto di andare di là con lui. Io gli ho detto che la mamma dorme nel “letto gande di papà” e lui allora mi ha chiesto di tornare nel suo piccolo. L’ho messo lì ed ha ripreso a dormire fino a mattino. Ieri per esempio ha voluto da subito dormire nel piccolo. Dopo le preghierine l’ho lasciato lì come ai cari, bei, vecchi tempi e nel giro di due minuti, mentre guardavo “Star Academy”, s’è addormentato e ha tirato mattino (svegliandosi solo una volta con sogno agitato alle 2.00 e poi alle 7.00 stamattina per fare pipì!).

Lo so che stanotte mi farà penare, ma ho aspettato qualche giorno apposta a dirvelo, per godermeli!

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27 settembre 2011

Grazie per le numerose risposte.

In primis vi dico che il lettino non è il suo luogo abituale di punizione. Ma solo qualche volta è successo, quando proprio mi tirava fuori dai gangheri, di buttarlo dentro e sbattere la porta (tanto purtroppo poi c’è il papà che lo va a prendere).

Per il resto, ho capito tutto tutto tutto quello che citate da quel libro che mi consigliate. E sono perfettamente d’accordo. Sul portarlo via da una festa (fatto), sullo sgridarlo in pubblico (fatto), sul non aggredirlo verbalmente (fatto) e sulla possibilità che loro ci riprovino per il gusto di vedere fin dove possono arrivare. L’esempio che mi fate, sul tirare i capelli, è proprio calzante: non sono morsi ma il concetto è esattamente quello!

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26 settembre 2011

Il congresso è andato abbastanza bene.

Viaggio con tre compagne di Specialità, alloggio in B&B nel cuore del Porto Antico. Serata in birreria. Gelati, frappè, una cena fuori. Insomma, la libertà.

Per quanto riguarda l’aspetto scientifico, come sempre, alcune cose belle da vedere e sentire, altre meno. Io non mi ero spiegata bene: non avevo una relazione da portare al congresso durante una sessione. Avevo un poster da appendere e da illustrare in una specifica sessione dedicata, ma solo qualora fosse venuto qualcuno a chiedere. Uno in effetti è venuto. E un altro, uno dei membri del gruppo studio di ecografia al quale mi ero appena iscritta, sentito il mio nome, mi ha riconosciuto come autrice del poster (ed è stato bello perché erano centinaia). Ma alla fine, mi sono sbattuta tanto per niente (ero anche andata il giorno prima da H&M a cercare un vestito premaman un po’ serio e a comprare delle ballerine!).

Apro, a questo punto a malincuore, il capitolo Pietro.

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18 settembre 2011

Non sapete come mi rincuorano le vostre parole.

Io davvero temevo che, se cominciamo ancor prima della nascita del “Tellino” a concedere cose che prima non abbiamo mai concesso, chissà dopo.

Ma come sempre forse, devo rassegnarmi al fatto che i nostri bimbi attraversano delle fasi. E questa sarà quella del lettone (che comunque adesso è proibito a meno che ci sia temporale o le coccole, ma queste solo dopo la sveglia del mattino del weekend). 

Dovrei raccontarvi un mucchio di cose, ma ora non riesco da casa.

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16 settembre 2011

Anche io ricordo di aver sempre fatto fatica a dormire, persino a inizio gravidanza. Anche perché ho sofferto un po’ di reflusso anche all’inizio, con spasmi all’esofago dolorosi tipo quelli che ho ora. Poi secondo me tanta parte la gioca la psiche: è inevitabile pensare al cambiamento che si prospetta e, inconsciamente, la domanda ricorrente sicuramente è: “Avrò scelto il  momento giusto?” Ma, come ormai abbiamo imparato, non esiste un momento giusto.

Io vado sempre peggio. In particolare ora vi scrivo in preda ad una sorta di mini-attacco d’ansia. Non dormo bene da giorni, soprattutto l’addormentamento è terribile. Ho caldo, non respiro a stare sulla schiena, sul fianco destro mi torna su l’acido, a sinistra dopo un po’ mi stufo. Tengo un cuscino tra le gambe per distanzarle dalla pancia quando sono sul fianco. Stanotte sono migrata sul divano per paura di disturbare Fabio, ma anche lì, a differenza delle altre volte, non c’è stato verso. Mi sarò addormentata verso le due. Poi ho plurimi risvegli. Dormo bene dopo le 5 di mattina, ma alle 7.30 suona la sveglia e mi sento morire.

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14 settembre 2011

Io ho (ma ormai non le uso più) le mutandine assorbenti della Huggies. Non sono molto sottili. Secondo me non capisce che non è un patello. Ma siccome la mamma non dice mai le bugie, al suo primo tentativo di dire: “Patello no!”, gli ho assicurato che trattasi di mutandine, come le altre dell’uomo ragno, solo che invece dell’uomo ragno c’è su una macchinina. Ed ha abboccato. Comunque non sono spesse come i patelli a mutanda. Cioè, davvero non sono patelli!

In ogni caso, ieri e oggi ancora successo con cacca: pare che ieri abbia detto a mia suocera che gli scappava la cacca al super e lei gli abbia detto che appena pagava lo portava in bagno. Lui ha detto: “No, cacca a casa!”. E così l’ha tenuta fino a casa per poi farla nel vasino. (La pipì ormai la fa anche in giro, invece).

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