12 ottobre 2011

La mia vita da mamma a tempo pieno è assolutamente bellissima, non noiosa e stancante al punto giusto.

Mi ricordo che il famoso maggio 2009 non mi passava più: non vedevo l’ora che nascesse Pietro e non facevo una mazza dalla mattina alla sera. Mi trascinavo per casa fino al divano e guardavo la tele. Soffrivo di insonnia prevalentemente dalla mattina presto in poi. Lavavo il minimo indispensabile in casa e non preparavo nemmeno la cena. Avevo caldo e nessuna voglia di uscire.

Questa volta è tutto l’opposto. Faccio fatica ad addormentarmi, mi sveglio parecchie volte per la pipì, ma poi, se Pietro non si svegliasse, credo che tirerei a dormire fino alle 10.00 tutte le mattine. Adoro stare con lui. Forse sbaglio, ma la mattina gli concedo i cartoni e nel frattempo rifaccio i letti, pulisco la cucina, faccio colazione, mi vesto e mi trucco. Ogni mattina per ora ho sempre avuto qualcosa da fare. Usciamo insieme, andiamo con la nonna a prendere il caffè (questa cosa l’abbiam fatta tre volte in realtà), oppure la spesa piccola, oppure al parchetto. Due giorni sono andata su da mia mamma dove mi sono fatta coccolare (non ho cucinato e poi ho anche dormito nel primo pomeriggio sul suo lettone, che è tutta un’altra cosa).

Il pomeriggio, quando dorme, ho cominciato a fare alcune cose per la casa: ho sistemato dei cassetti in cucina, ho lavato i cuscini del divano, tutti i tappeti…

La verità è che non ho preparato ancora niente per il parto. E, a differenza dell’altra volta, non ho alcuna fretta di affrontarlo.

Le motivazioni sono molteplici. Da un lato davvero devo ancora tirar su dalla cantina la carrozzina e la culla, lavarle, prepararle, decidere dove allocarle. Devo preparare la valigia (che volevo lavare anch’essa). Lavare tutti i vestitini piccoli di Pietro e preparare un armadio apposito. Oggi sono andata a prendere a casa di un mio collega una valigia intera di vestiti sottovuoto che non usano più, taglia 0-3 mesi. Credo che mi abbia definitivamente messo a posto…

Ieri ho sistemato tutta la mia documentazione clinica facendo un bel raccoglitore con tutte le carte relative alle mie gravidanze (e non nego che ci ho fatto anche un pianto su mentre sistemavo quelle della mia seconda andata male). Oggi ho prenotato esami del sangue che farò domani mattina. Venerdì ho fatto l’ecografia: pesa circa 3120 g e, come previsto, ha un femore lunghissimo e un bogione tipo Pietro.

In tutto ciò ho sviluppato un rapporto meraviglioso con Pietro, il quale, da quando sono a casa, ha cominciato sensibilmente a migliorare sotto tutti gli aspetti. Non fa più un capriccio per vestirsi o per uscire dalla vasca o per addormentarsi. Di notte dorme bene (se non fosse poverino che mi chiama per la pipì e quindi mi devo alzare almeno una volta di notte e una di mattina presto). Inoltre ha magicamente preso a mangiare. Dopo la nostra discussione in merito al cibo (sembra sempre che appena vi parlo di qualcosa, poi il giorno dopo la situazione cambi!), ha cominciato a mangiare con noi pastasciutta, carne, ravioli. Ogni tanto pianta un capriccio su qualcosa che vuole subito, ma sembra aver capito la ferrea regola che prima finisce quello che ha nel piatto e poi può chiedere tutto quello che vuole (e così per due sere di fila si è mangiato il ghiacciolo dopo cena!). E’ molto affettuoso, mi bacia in continuazione e mi chiede: “Mamma, tei contenta?” E io: “Sì, e tu?”. “Sì io tono contento!”. Grandi incontri con altri bimbi non ne abbiamo avuti, ma al parchetto una mattina ha rischiato il litigio con un bimbo per una bambola (tra l’altro non era né dell’uno né dell’altro, ma di una terza bimba). Io ho cercato di convincerlo a darla a lui e a far cambio con un’altra, ma lui ha piantato un capriccio allucinante (tuttavia senza aggredire fisicamente). Quando poi l’altro gliel’ha lasciata gli ho spiegato che lui era più grande e che in questi casi toccava lui a cederla e che non era bello che avesse fatto quel capriccio. Lui dopo poco, sua sponte, ha preso la bambola ed è andato a darla al bambino: “Bimbo, tieni!”. Una tenerezza infinita.

Come quando, mentre andavamo via dall’oratorio, un bambino grande chiedeva al suo amico se dopo ci fosse per giocare e Pietro, convinto che parlasse con lui, ha risposto: “No, io vado a fare il bagnetto con ‘e paperelle!” Quell’altro gli fa: “E a noi cosa ci interessa?” E lui, serafico, agitando la manina: “Ciao bimbo, ci vediamo domani che io vado a fare il bagnetto con ‘e paperelle!”. Mi commuovo a vederlo così, ingenuo e buono. Poi ha cominciato a parlare bene, coniuga i verbi e i maschili e i femminili. Gioca finalmente anche da solo e fa le voci dei personaggi e dei pupazzi a cui dà anche i nomi. E’ diventato bravissimo con le figurine, legge i numeri, scolla la pellicola con una destrezza disarmante e appiccica da solo la figurina.

Ieri al bar io ho preso un marocchino, mia suocera un caffè e Pietro una brioches. Le due bevande avevano sul piattino due caramelline omaggio che, ovviamente, s’è sbafato lui. Giunto il momento di pagare, è andato lui coi soldini in mano. “Che cosa hai preso?” E lui: “Ho peso caffè, ‘a schiumetta, ‘a bioces e ‘e caramelle!” Siamo morti dalle risate. Mia suocera dice che è perché sta anche crescendo, ma a me sembra che tutti questi progressi li abbia fatti in questi dodici giorni. Io sto seriamente pensando che ho sempre sottovalutato la mia presenza a casa. E in generale quanto effettivamente la mamma sia il fulcro della vita del bambino e la sua sicurezza. Mai nella mia vita ho seriamente preso in considerazione così bene la possibilità di fare la mamma a tempo pieno. Non perché mi piaccia o sia più appagante del lavoro (anche se per ora è vero anche questo), ma per come vedo sereno lui, come non l’ho mai visto.

Il contraltare di queste gioie è il fatto che sono consapevole che, nel momento in cui nascerà il “Tellino”, questo equilibrio si romperà fatalmente. Spero tuttavia di trovarne uno nuovo al più presto.

Dell’ansia del parto vi avevo già parlato. Un po’ di paura ce l’ho. Ma sto realizzando che forse, più che per il dolore, la mia agitazione psicologica sia legata al fatto che l’ultimo ricordo che ho di una gravidanza (e in qualche modo di un’espulsione) non sia stato felice. Reconditamente temo ancora che possa succedere qualcosa di brutto anche se razionalmente sono perfettamente tranquilla, anche sulla faccenda citomegalo. Eppure, so che avere a che fare con sangue, dolore e liquami avrà un significato diverso questa volta. 

Oggi avrei dovuto andare a trovare un’amica che ha appena avuto il secondo figlio, ma Pietro da ieri è un po’ raffreddato e ha avuto fino a 38.8°C di febbre anche se sta discretamente bene. Ci tenevo tanto a vederla anche per affrontare gli argomenti di cui mi avete scritto. Io non temo il fatto di amare diversamente un figlio rispetto all’altro, ma so che per forza di cose saranno emozioni diverse. Anzi a volte ho temuto di innamorarmi del piccolino e di trascurare Pietro e questo è un altro motivo per cui, vedendolo ora così felice, vorrei che il momento del parto fosse ancora lontano. Invece l’amica conferma (come in realtà è più logico) che la figlia maggiore, anche per il rapporto che adesso immagino avrà anche lei costruito con la mamma, resta attualmente la sua “preferita” rispetto al secondogenito. Ciò non toglie che capisco perfettamente l’altra mia amica con due figlie femmine e anche io penso che, se avessi avuto una bambina al posto di un secondo maschio, forse la naturale diversità tra i sessi avrebbe in qualche modo “giustificato” quanto meno a noi stesse la differenza di sentimenti. 

Ho appena chiamato per prenotare una camera a pagamento in ospedale. L’altra volta m’è andata bene che ero in quella da due persone, ma sono andata a trovare una mia amica che è stata messa in quella da quattro ed era un delirio. Pieno di parenti, bambini urlanti. Temo per Pietro, quando verrà a conoscere il “Tellino” e si ritroverà in quel pandemonio. Per non parlare dei cessi (scusate, ma vi ricordate che scene splatter, con sangue dappertutto e sui muri?). I parenti volevano sapere cosa potevano comprarmi e allora, avendo visto come sono fatte le stanze a pagamento, ho proposto di prendermi quella, facendo una colletta. Il problema è che la gentile signora mi ha appena detto che la cifra è di 385 euro a notte!!! Ma sono pazzi? Io a questo punto non me la sento… Questa cosa mi fa girare i coglioni a manetta…

Per quanto riguarda mio marito (sempre per rimanere in ambito economico), ne son successe ancora di tutti i colori. Colloqui su colloqui con primari vari e Preside della Facoltà. Risparmiandovi i lunghi dettagli (che comunque hanno fatto sì che ci si rovinasse il week-end perché ognuno telefonava a Fabio girando la versione definitiva praticamente ogni ora) il succo attuale è questo. Darà le dimissioni entro il 16 di questo mese in modo che, al più tardi il primo di dicembre, verrà assunto come ricercatore universitario. Nel frattempo gli è stato chiesto (“o così o pomì” – testuali parole) di lavorare gratis come medico ospedaliero volontario fino a fine anno (coperto dall’assicurazione addizionale che si paga lui) in modo da non lasciare in braghe di tela il suo attuale primario e da permettere alla sua futura sostituta di subentrare in questo periodo, facendosi girare il suo attuale incarico.

Detto fuori dai denti: 1100 euro al mese almeno fino a fine dicembre. Poi, con l’anno nuovo dovrebbe spostarsi e ottenere finalmente la “giunta” economica dell’ospedaliero, di cui però non sappiamo l’esatto ammonto. Pace, è un investimento per il futuro. E, se già andasse in porto tutto quanto, sarebbe un bel successo!

In risposta a voi:

Per il dibattito medicina omeopatica o no, non so, io non l’ho mai usata (a parte la calendula dopo il parto). Ma più per ignoranza che per convinzione. Diciamo che la penso come qualcuna di voi: se una cosa funziona (e non fa male), chissenefrega del perché funziona?

Per il timo, vi devo confermare: NON METTETELO MAI SUL PETTO! Due settimane fa Pietro ha avuto il raffreddore e glielo abbiamo messo bello abbondante sia sui piedini che sul petto (dove quando era piccolo non l’avevo mai messo per paura che fosse troppo forte da inalare). Ebbene, sarà anche che Pietro in fatto di cute è delicatissimo (vi ricordate tutte le volte al mare con l’eritema solare?). Fatto sta che gli è uscita una reazione pruriginosa da paura proprio sul petto che si è ricoperto di puntini rossi…

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