13 ottobre 2011

Mi spiace, non pensavo di buttarvi giù con la mia mail. Io non ho nessun rapporto idilliaco con Pietro. Mai avuto (ieri sera rileggevo le mie vecchie mail dove scrivevo che quando si spaventava ero “contenta” perché mi si avvinghiava tutto e non ero abituata). Nè ho mai pensato di essere il suo fulcro, roccia, punto di riferimento.

Non nascondo che, quando era piccolo e arrivavamo dalla nonna, in cuor mio tiravo un sospiro di sollievo e pensavo: “Oh, finalmente lo gestisce lei” come se fosse suo figlio e non mio, perché mi sentivo inadeguata, stanca e poi sapevo che lei aveva più esperienza e lui con lei era sempre più bravo.

Io ho sempre pensato di fare il massimo per lui. Tuttavia è innegabile che quando tornavo dal lavoro, nonostante cercassi di essere tutta per lui, avevo i mestieri (ora almeno ho la donna 1gg/sett), avevo i cazzi miei, avevo voglia di metterlo a letto. Il gioco con lui mi risultava a volte pesante (vi ricordate che dicevo che mio marito cucinava e sparecchiava e io ogni tanto avrei voluto fare cambio? ). I suoi capricci estenuanti. Il momento della nanna, quando non era nelle fasi buone che andava a letto sparato, era una sofferenza perchè avevo fretta, volevo rilassarmi.

Sabato e domenica li passavamo a pulire la casa (rileggevo proprio le mail ieri) e a turno a trovare i nonni, gli zii, i parenti. Mi sembrava di non avere una vita mia.

Peraltro non ho mai nascosto l’invidia buona nei confronti delle vostre continue iniziative, dai giochi, alla cucina, alle gite domenicali, ai vari PacoGiochi etc che io, anche proprio per paura di non essere in grado di gestire, non ho mai osato fare. Per cui non è una questione di autostima, credetemi.

Quello che volevo dire ieri anche a me risulta confuso. E sicuramente, impopolare ancora una volta.

– Io facevo di tutto per essere tutta sua, sia quantitativamente che qualitativamente, ma detto chiaramente (e se non lo dicessi mi sembrerebbe di mentirvi per buonismo e non voglio farlo), non POTEVO essere tutta sua, semplicemente perché non c’ero e se c’ero ero nervosa anche se leggevo con lui sei volte lo stesso libro e costruivo e distruggevo cento volte la sua torre e lo facevo col sorriso.

– Non sarà mai possibile dare TUTTO al proprio figlio se non si sta del tutto con lui, anche se in quel tempo si dà tutto.

– Non credo che farò davvero la mamma a tempo pieno, nemmeno in futuro. A parte il discorso economico che ha il suo peso, ho studiato undici anni per diventare medico nefrologo e il lavoro come sappiamo tutte è gratificante e avete ragione nel dire che c’è bisogno anche di rapporti umani con altre persone. Io ho parlato dopo soli 12 giorni di convivenza con Pietro (tra due mesi ne riparliamo, probabilmente urlerò al mondo che non vedo l’ora anche io di parlare con essere pensanti e di vedere un po’ di dializzati!). Ma IL DATO DI FATTO è che mio figlio è cambiato (e comunque ci è voluta tutta una settimana prima che diventasse “un bambino migliore” e le ferie non contano perché le circostanze lo sente anche lui che sono particolari e infatti non è che fosse più bravo al mare!). Io non ho più (a parte qualche occasione, esami, appuntamenti) i ritmi scanditi dall’orologio, posso aspettare i suoi tempi, posso davvero divertirmi con lui, regredire. Posso concedergli le coccole nel “letto grande di Pietro” prima che lui vada nel “letto piccolo di Pietro” semplicemente perché non ho l’ansia e la fretta di metterlo a letto. E lui lo sente. 

Quindi non è quanto una sia brava, nè quanto una sia nata “mamma”, nè quanto tempo si stia a casa o che qualità (mestieri insieme? giochi?) di tempo.

E’ proprio che, quando non fai semplicemente altro che VIVERE accanto a tuo figlio, semplicemente fai la cosa più naturale del mondo.

E lui lo sa.

E non ci sono cazzi.

In risposta alle vostre domande:

-Anche Fabio come vi ricorderete è molto migliorato con Pietro, forse perché gli ho rotto le balle, forse perché ora è più gratificante stare con lui. E’ normale la preferenza per la mamma, saltuaria o no. Anche lui a volte si rifiuta di fare pipì o altro con Fabio, o lo caccia urlando se lo mando in camera al posto mio quando chiama me

-Anche mia mamma dice che talvolta lo trattiamo come un grande e che a volte non val la pena spiegargli tutte le motivazioni che ci portano ad un determinato divieto, ma io vedo che funziona (mia suocera l’ha soprannominato “ragionevole” proprio per questo) e quindi continuerò a spiegargli il perché delle cose che gli chiedo di fare

-Esami riferitimi oggi da una mia collega: sono anemica, ma vabbeh, glicemia bassa (82 mg/dl), ma purtroppo tracce di glucosio nelle urine (vuol dire che in qualche momento della giornata sparo a sopra 180 mg/dl! Vedremo cosa fare, se fare qualcosa…)

-Sì, i colori Pietro li sa (suo cugino ha quattro anni e non li sa pur andando all’asilo e avendo fatto il nido). Va da bimbo a bimbo e da curiosità a curiosità… (ad esempio per Pietro tutte le macchine da lavoro sono semplicemente Ruspe!)

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