26 luglio 2011

Io confermo l’appuntamento per la pizzata. Esco anche stasera (incredibbbile) per aperitivo dalle 18.00 alle 18.30 con colleghe di lavoro qui fuori dall’ospedale e poi vado anche a cena DA SOLA a casa di una mia collega! Mi sento un po’ in colpa, ma Fabio mi ha “concesso” di fare entrambe le cose e io penso che se non le faccio adesso non le faccio più!

Poi so che me le rinfaccerà quando litighiamo, ma fa niente.

Per quanto riguarda le nostre paure riguardo al non riuscire a togliere il patello o a passare ad una dieta da adulti, anche mia mamma dice sempre che non ci sono ragazzi di vent’anni che mangiano solo pappone e non cagano nel water…

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22 luglio 2011

Tornati dalle ferie.

Temevo la “dura” convivenza. O meglio, temevo che Fabio mi facesse pesare la “dura” convivenza con i miei genitori. E in realtà me l’ha menata con battutine di vario genere fin da alcune settimane prima della partenza. La verità è che sono stati otto giorni fantastici.

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24 giugno 2011

Quante cose sono successe da quel 26 maggio! Non so più da dove partire.

Per quanto riguarda il secondogenito… ho già fatto altre due eco, come sapete. Alla prima delle due eco, andata bene e durante la quale io cerco di rilassarmi anche se non riesco a non guardare quel corpicino con un occhio clinico volto a cogliere la benché minima anomalia, subito dopo aver guardato gli emisferi cerebrali, inaspettatamente la ginecologa fa: “Avevamo detto maschio o femmina?” E io, che volevo dire qualcosa tipo: “Non avevamo detto niente, l’hai visto tu e ti abbiamo detto di non dircelo anche se ci sembrava di aver capito maschio” invece esordisco con: “Ma sììììì, dai che l’avevi visto tu…”

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22 giugno 2011

In risposta alle vostre domande:

Mio figlio credo faccia la dieta più monotona di chiunque altro, allergici compresi.
Una serà sì e una no è prosciutto cotto, Babybel, pappone preconfezionato Mellin o fatto da me con mais e tapioca e (udite udite) omogeneizzato.

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26 maggio 2011

Come sapete, quel famoso 27 aprile, di ritorno dalla Corsica, il pediatra mi disse di fare gli esami a Pietro, tra cui i markers infettivi di toxoplasma, citomegalovirus ed epstein barr virus.

Quando ho visto gli esiti, con alta positività di Pietro per IgG e negatività per IgM per citomegalovirus (indicanti una infezione pregressa, anche se probabilmente non più lontana di tre mesi prima, visto l’alto titolo di IgG, ma comunque non in fase attiva) ho pensato: per me nessun rischio, tanto sono immune.

Poi ci furono i giorni col febbrone e il Pronto Soccorso per cui la cosa non mi diede più pensiero. Ma una mia amica mi diceva che, a differenza dell’epstein barr (che dà la mononucleosi e che comunque non dà problemi al feto), il citomegalovirus non dava immunità persistente e che la gravida, seppur già immune, poteva recidivare con l’infezione (anche se con conseguenze di solito meno importanti). A quel punto vado a recuperare i miei vecchi esami che risalivano al 2001 circa (non li avevo ripetuti nemmeno alla mia prima gravidanza) e… sorpresa: ero sì immune al toxoplasma e alla rosolia (di cui avevo fatto il vaccino a 13 anni) come ricordavo, ma al citomegalovirus no! E alla gravidanza di Pietro, visto che non avevo contatti con bambini piccoli, la mia ginecologa non me l’aveva fatto controllare.

Presa dal panico, il giorno successivo vado a fare gli esami per il citomegalovirus.

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19 maggio 2011

Ok, anche se la voglia rasenta lo zero, mi accingo al papirone riassuntivo…

Arrivati a Milano quel venerdì mattina abbiamo subito avuto a che fare con questa professoressa, che appunto si occupa di Kawasaki e che già telefonicamente tramite il mio primario era stata messa al corrente della situazione (e secondo me, aveva già etichettato Pietro come Kawasaki). Il giorno prima infatti era stato tutto un continuo di telefonate a conoscenti, amici, medici, pediatri. E ciascuno diceva la sua. La cosa in comune era comunque che il mio pediatra era stato assolutamente in fallo nel non effettuare il tampone a Pietro a inizio aprile e che se Pietro avesse avuto davvero la Kawasaki, sarebbe stato comunque troppo tardi per una terapia efficace.

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16 maggio 2011

In risposta alle vostre domande:

Pietro graffia la faccia di chi gli sta sulle balle. Strappa gli occhiali, all’epoca mordeva e dava i pizzichi.
Da mesi la nostra tecnica è dire che non si fa e dirgli di chiedere scusa (lui chiede “cusa” e ti dà un bacino). Ma non è che poi non lo faccia più.

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5 maggio 2011

Due righe veloci per dire che oggi è stata una giornata da incubo.

Per farla breve ho sentito i pediatri di Monza (che non mi richiamavano) e mi hanno detto che sospettano la cosiddetta Malattia di Kawasaki, una vasculite autoimmune che può dare complicanze cardiologiche anche mortali. Volevano ricoverarlo domani per fare immunoglobuline endovena, ma ho sentito la Clinica De Marchi a Milano e glielo porto domani per valutazione cardiologica e ricovero là (sempre se c’è posto letto, oltretutto domani c’è sciopero della Sanità).

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