14 novembre 2011

Ragazze, aspettavo giusto di sapere quando ci vediamo! Io accendo 25 novembre… sperando che non si accavallino vari impegni… anche il 16 dicembre comunque dovrei esserci… (dove volete che andiamo?)

Quindi ricapitolando, ci vediamo a M.? Su questo mio marito potrebbe storcere il naso: “Guidi di notte FINO a M.?” Sul portare Leo, per me si può fare. Anche qui il problema potrebbe restare lui che mi dice di no (e in effetti “guidare di notte FINO a M. con il neonato” è peggio che “guidare di notte FINO a M. senza neonato”).

Per rispondere meglio a voi, non so se Fabio saprebbe gestire i due bimbi, come mi chiedete. So che lui Pietro lo cambiava. E anche Leo l’ha già cambiato un paio di volte (la prima facendogli saltare il cordone ombelicale, esattamente come due anni fa con Pietro: io non ho mai avuto l’ebbrezza) e mi sembra se la cavi meglio che con Pietro anche se, invece di appoggiarselo sul braccio mentre gli lava il culo, se lo tiene stretto al corpo, col risultato che si lava anche lui e si becca la pisciatina sul petto. Ma ha detto che non gli importa…

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12 novembre 2011

Avrei voluto scrivere questa mail molti giorni fa. Ma le circostanze non me lo hanno consentito.

Sarebbe stato bello fotografare e salvare in tempo reale le emozioni che si sono susseguite dopo il ritorno a casa. Sicuramente l’assenza di ansia è stata una delle cose più belle.

Ricordo che al ritorno a casa con Pietro, il suo essere costantemente soporoso, ai limiti della possibilità di allattarlo, mi aveva fatto sciogliere in un bel pianto non appena arrivata a casa. Leo, come il fratello, non è stato particolarmente vispo al rientro. Ma questo mi ha dato molta serenità: l’ho interpretato come un segno di benessere.

Chiaramente il ritorno non è stato “normale”: Fabio ha voluto passare prima a trovare sua mamma, a farle una sorpresa e a ritirare Pietro che dormiva lì. Seggiolino più navicella montati posteriormente. E la macchina sembrava esplodere. Arrivati a casa, bagnetto per Pietro. Cambio patello per Leo. Finalmente doccia per me. E appena uscita dalla doccia, mi sono ritrovata i vicini in casa, i quali sono rimasti fino alle sette di sera, incuranti del fatto che io (90/60 mmHg di pressione, emorragica e visibilmente stanca) continuassi esplicitamente ad esortarli ad uscire. 

La notte è andata piuttosto bene. Leo si sveglia ogni ora e mezza/due per mangiare. Un po’ l’ho allattato a letto, un po’ di là sul divano. E come per abitudine, l’ho cambiato ad ogni poppata. A differenza di Pietro, non mi fa la cacca subito attaccato. Né me la rifà nel patello appena messo, per fortuna. I primi giorni mi faceva solo delle cacchine misere, che però mi obbligavano al cambio. Risultato: sono già alla quinta scatola di Pampers… Ora però mi sono fatta furba e se non c’è cacca, col cavolo che lo cambio ad ogni poppata! A volte nemmeno mi alzo dal letto, lo allatto e lo rimetto giù (sperando che non parta col singhizzo!).

La pipì sul fasciatoio ce la siamo beccata un paio di volte. Ma la mamma ha applicato il metodo di Pietro (ripescato nei meandri della memoria). Subito dopo il bidet, lo prendo in braccio in direzione lavandino e sussurro: “Fai la pipì….psssssssss!” E lui, prontamente, piscia nel lavandino. Dopodiché, lo calo su fasciatoio, senza incidenti.

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11 novembre 2011

Ragazze, non ho ancora letto le 120 mila mail che vi siete scritte in due giorni. Non so cosa fare.

Ieri mattina mi alzo dopo una notte in cui avevo avuto male bilateralmente alle tette (a tal punto da cambiare reggiseno alle 3.00 di mattina) con anche tutti dei dolori alle spalle, alle articolazioni e alla testa. La tetta sinistra appare un po’ arrossata vicino all’areola, ma la destra, che mi faceva malissimo verso l’ascella, era perfettamente normale. Non sapendo che fare, mi tiro il latte e cavo in cinque minuti circa 130 ml di latte, la maggior parte da sinistra, metto in un bibe, che metto in un thermos.

Siccome avevo da fare i controlli a Leo, mi faccio forza, prendo una Tachi 1000 ed esco con i bimbi. Porto Pietro dalla nonna e proseguo per l’ospedale. Arrivo là verso le dieci e finisco a mezzogiorno: ABR (con le cuffiette e gli elettrodi, troppo buffo), otoemissioni (mentre dormiva della grossa) e fundus oculi (il fundus fa troppo impressione, gli sollevano la palpebra con una paletta di ferro, povero!). Tutto nella norma. Nell’attesa, si scola il bibe.

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8 novembre 2011

Leo, nato di 3820 g, lungo 54 cm, circonferenza cranica 36 cm, il 31 ottobre pesava 3590 g, il 1 novembre 3730 g, il 3 novembre 3900 g e il 7 novembre 4000 g.

Tornando al giorno della sua nascita, arrivata in stanza, noto che il bimbo è stato parcheggiato al nido in attesa di bagnetto. Poco male, mi riposo un po’, anche se già mi manca. Arrivano addirittura anche le prime visite, che dirotto direttamente al nido. Mi dicono: “Che bello, non piange!”. Ma io comincio un po’ a fremere. Intanto i miei mi salutano e vanno via (hanno un congresso a Rimini, torneranno il terzo giorno). 

Fabio va a sollecitare il nido per il bagnetto. Sarebbe importante raccogliere le urine con il condom, in modo da poterle inviare in microbiologia al più presto e fintanto che il bambino è sporco di meconio, non si può fare. Nonostante i solleciti sono quasi le quattro e ancora niente bagnetto. Non so quanto pesa, non so quanto è lungo. E soprattutto, mi manca.

Quando Fabio mi dice che è là che piange malcagato da tutti, vado al nido: insomma, che mio figlio abbia una deprivazione materna appena nato, e anche per causa altrui, non ho proprio voglia! Chiedo se posso prenderlo e allattarlo. “Signora, ma è sporco!” Non mi interessa. Lo attacco e via. Dopo un po’, finalmente, me lo prendono, lo lavano. Peso 3820 g, lunghezza 54 cm, circonferenza cranica 36. All’altezza del fratello maggiore! Tutto profumato, finalmente gli mettono su il condom, ma ha le palline enormi e non sta su bene.

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4 novembre 2011

In risposta alle vostre domande:

Pietro si svegliava urlando qualche tempo fa. A volte gridava dei nomi o delle frasi (“Nonna!”, “Papà caduto!”) a volte parlava nel sonno, anche se sveglio ma con occhi chiusi (“Dammelo!”, “E’ mio!”, “Voglio brioches!”). Per questo l’ho sempre attribuito a brutti sogni.

Anche lui è suscettibile. Se vede un cartone troppo pauroso mi chiama dicendo che ha paura. O anche quei programmi dove ci sono gli adulti vestiti da elfi o pupazzi. Dice: “Quetto non mi piace, mamma!”.

Sul vestirsi da solo, mi è successo di cedere e di permettergli di svestirsi e poi rivestirsi. Anche perché in ogni caso, i pantaloni se li toglie da solo (poco tempo fa l’ho trovato nudo completo in piedi nel lettino con tutte le coperte buttate fuori, comprese le cerate!)

Sulla colazione, come sapete, lui non la fa abitualmente. Il bibe di latte è un’eccezione che chiede a volte nel letto verso le 6.00 di mattina. Se no c’è la schiumetta con la brioches al bar nei giorni festivi o con la nonna in settimana. Stamattina ha mangiato un krumiro.

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3 novembre 2011

Del mio dubbio delle 5.00 di mattina di quel 28 ottobre già sapete: tornare in vasca oppure no? L’idea però di bagnarmi di nuovo non è molto allettante. Decido di sdraiarmi ancora un po’ a letto, questa volta con un cronometro vero (il mio telefono non ce l’ha!) e di monitorare effettivamente l’andazzo delle contrazioni. In effetti sono di un minuto, sono “fortine” e si verificano circa ogni tre minuti. Dopo un po’ chiedo a Fabio cosa fare. All’inizio ci diciamo che è meglio aspettare le 8.00, così iniziamo un turno nuovo (con medico e ostetrica), senza interruzioni. Io però gelo di freddo, così comincio a vestirmi. Poi mi faccio un the e mangio qualche biscotto. E lì mi rendo conto che mi devo fermare al momento delle contrazioni, alzare in piedi e gemere un po’. Fabio prende tempo, carica la macchina. Alla fine usciamo di casa e mi devo fermare due volte prima di arrivare alla macchina e poi ad ogni semaforo (praticamente anche i verdi, aspettando pazientemente i rossi) per smaltire la contrazione. Anche nel parcheggio del PS mi fermo, ma lì già faccio i miei vocalizzi (aaaAAAaaa) e  (incredibile!) sentendomi da dentro, viene fuori un’ostetrica a prendermi (la stessa che avevo trovato al controllo delle perdite qualche giorno prima).

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28 ottobre 2011

Ore 5:03

Ok, sono ufficialmente disorientata.

Mi sono messa a letto dopo X-factor. Effettivamente non riuscivo a dormire. Ho seguito i vostri consigli e mi sono messa in vasca da mezzanotte e venti fino alle 2.00 di mattina. Contrazioni anche ogni tre minuti ma non più lunghe di trenta secondi. Quando l’acqua è diventata fredda mi sono messa a letto e CREDO DI ESSERMI ADDORMENTATA. Alle 4.00 mi sono svegliata. Ora ho contrazioni più forti (ma che non mi fanno mica urlare), ma ancora non lunghe. Praticamente son passate 12 ore dall’inizio… e io sono ancora ai prodromi?

Ma cazzo! Che faccio, torno in vasca?

27 ottobre 2011

Ore 15:56

Ok, sono qui a casa con mia mamma. Stamane altro “flop” di liquido bianco, poi niente. Ho dovuto passare in Bicocca a Milano a firmare il contratto per il mio IV anno di specialità. Già che c’ero al ritorno sono andata a confessarmi (sai mai che schiatto durante il parto…). Ebbene, arrivata a casa, pranzato, messo Pietro a letto, mi accingo finalmente a sostituire il passeggino con la carrozzina Zippy. Nell’esatto momento in cui ho finito, vado in bagno per impellente impulso e scopro di avere le mutandine macchiate di rosa.

Ora: con Pietro, quando ho perso il famoso “tappo”, innanzitutto avevo già contrazioni debolissime da circa un’ora, in secondo luogo ho perso un vero tappo solido di muco e sangue (una roba piuttosto schifosa). Adesso ho messo mutandine nuove. E’ proprio sangue (poco) quello che le macchia ancora.

E ora che faccio? Cioè, se non ci fosse stata la storia della rottura delle acque dubbia, lascerei perdere e aspetterei. Anche perché il “tappo” si può perdere anche giorni prima del parto senza problemi. Ma così, anche se avevamo concluso che non fossero le acque, non sono tranquillissima.

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25 ottobre 2011

Sono in ospedale perché da domenica sera ho perdite liquide limpide, senza odore, ma che mi bagnano tutte le mutandine. Purtroppo sono intermittenti, quindi non è molto chiaro. E purtroppo, sono cominciate dopo che io e Fabio abbiamo “fatto all’amore” domenica pomeriggio. Quindi ho aspettato tutta domenica notte, poi lunedì (pensando fossero secrezioni mie). Ieri ho sentito la ginecologa che mi ha detto che se non fosse passato, mi avrebbe visto stamane. Ieri sera niente. Ma stamattina appena alzata ho sentito “flop” e ho bagnato le mutandine (da allora più niente).

Dopo più di un’ora di attesa in PS, mi ha visto e detto che di liquido ce n’è a sufficienza. Mi ha visitato e ha detto che il collo è bello morbido e pervio. Che in effetti lì dentro è tutto bagnato, ma tossendo, non usciva niente. Per cui lei opta per secrezioni liquide, anche se non si può escludere una fissurazione alta del sacco.

In teoria dopo 24 ore dalla rottura  (già passate) bisognerebbe indurre il parto.

Ma lei ha detto che visto che il tampone per lo streptococco è negativo, se non mi viene la febbre e continuo a sentire i movimenti, posso stare tranquilla. 

Rassicurante???

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21 ottobre 2011

Esperimento numero due riuscito (o quasi). Mercoledì siamo andati in fattoria a vedere le mucche con tre amichetti. Pietro s’è divertito molto. All’inizio (eravamo solo io e lui) era un po’ titubante. Non si avvicinava molto. Poi ha visto una bimba andare a toccare e dare la paglia e si è letteralmente scatenato. Corri di qui, corri di là, sbatacchia i secchi, sbatacchia i cancelli… Insomma, è stata proprio una buona idea. Alla fine mi son lasciata convincere a fermarmi per cena. In effetti ero un po’ sulle spine, soprattutto perché quando è arrivata un’altra bimba, Pietro ha cominciato a fare il prepotente, senza però passare ai fatti grazie al cielo. La pappa è stata proprio una soddisfazione. Ha mangiato tutto (pastasciutta dei grandi con ragù dei grandi, altro che pappone!) e due fruttoli. Dopo, forse per il pancino pieno, si sono dedicati alle attività ludiche in totale autonomia e lì allora mi sono veramente rilassata. 

Oggi, finalmente, sono riuscita ad andare a trovare il secondogenito della mia amica. Moro, occhi azzurri, le orecchie cicciotte e la bocca della mamma. E’ stato proprio bravo bravo. Pietro ha reagito bene. Carezze, bacini, l’ha preso persino in braccio! E lo osservava anche in braccio a me, con uno sguardo un po’ enigmatico a dire il vero, ma mai sospetto per gelosia. Ha giocato con tutti i giochi possibili ed immaginabili della primogenita (che non c’era, ovviamente). E secondo me la padrona di casa ha pensato che fosse veramente un bambino modello, visto anche come si è scofanato il risotto con la salsiccia. Insomma, sono stata proprio contenta, “peccato” che, non essendoci la figlia maggiore, fosse tutto più facile.

La cosa che mi ha lasciato un po’ così è che sono tre giorni (compreso oggi) che ogni tanto si piscia addosso, ma proprio completo. Una volta gli ho chiesto se si fosse dimenticato e lui ha detto sì. Una volta gli ho chiesto perché l’avesse fatto e lui ha detto che era ancora piccolo. Pensavo che questa regressione avvenisse almeno dopo la nascita del “Tellino” (a proposito, credo si chiamerà davvero Leonardo, ma non ditelo a Pietro perché per lui è solo ed esclusivamente “Leo”).

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