Santiago ha quattro mesi e dieci giorni e cresce. Sempre più bello, tondo, ciccione e sorridente.
I capelli sembrano un po’ più fitti, rispetto alla lanugine originaria. Rimane la chierica occipitale, nel punto dove la testa poggia sul lettino. Biondo o bruno, difficile dirlo. Avendo io fatto un figlio moro e l’altro biondo, uno riccio e l’altro liscio diciamo che mi aspetto di tutto. Anche che rimanga calvo. Lo sguardo è sempre vispo, le ciglia lunghe. Lo scambiano spesso per una bambina, anche quando è tutto vestito di azzurro. Non sembra ancora dover mettere i dentini, anche se sbava molto, infila tutto in bocca, a volte la mano intera, procurandosi anche qualche conato. Ha una lingua furbetta e simpaticissima: la tira fuori spesso, sembra farti la linguaccia o una pernacchia. Viene voglia di mangiarsela. Le guance sono paffute e liscissime, passerei ore a baciargliele attorno alle fossette. A pensarci bene in effetti è quello che faccio.