Ho cantato vittoria troppo presto. Dopo essermi liberata dei ragazzi alla fine delle festività natalizie, ecco che mi ritrovo Leonardo a casa in DAD. Connettiti di qua, interrogami di là, cosa mangiamo, vediamo un film, facciamo un gioco. Il povero SG è passato in secondo piano, cadenzando le mie giornata con le sue poppate.
Da oggi però, finalmente, siamo tornati soli.
Aggiornamenti:
-Stamattina si è concluso il corso massaggi tenuto dalle ostetriche del consultorio. Ovviamente online. Purtroppo. Ricordo con piacere il corso che feci con Pietro quasi tredici anni fa. Tutte le mamme in cerchio sui loro tappetini. Pipì volanti a più non posso. Chi allattava, chi guardava solamente perché il bimbo si addormentava immancabilmente dopo due minuti, chi chiacchierava e non stava attenta, chi si impegnava assiduamente, quasi temesse un esame finale. Nulla a che vedere. Bravissima l’ostetrica, ma mancava la poesia della condivisione. E’ la stessa ragione per cui non ho seguito il corso preparto online. Questo blog è nato proprio dopo che, in attesa del primo figlio, ho conosciuto delle ragazze al corso preparto che, all’epoca, si svolgeva ovviamente in presenza. Si è stretto un legame forte, di condivisione, di amicizia e di sincero affetto, che con alcune di loro va avanti tuttora. Con la gravidanza di Leonardo non ho avuto tempo di iscrivermi, Pietro era piccolo e sarebbe stato impegnativo. Per Santiago, mi sarebbe piaciuto. Sia per rinfrescarmi le idee sul travaglio (anche se poi, quando sei lì, la realtà dei fatti è che è molto difficile applicare a mente lucida i consigli appresi) sia, e soprattutto, per incontrare donne come me, desiderose di vivere insieme la meravigliosa avventura della maternità. Ma poi il Covid ha reso tutto questo impossibile e mi sono rifiutata di seguire un corso online.
Tornando ai massaggi, in ogni caso ho imparato diverse tecniche che spero di trovare il tempo di applicare. Detto fra noi, il massaggio è bello per il neonato, ma è ancor più bello per la mamma. Quanto è piacevole accarezzare quella pelle liscissima e strizzare quei rotolini di ciccia?
-Settimana scorsa siamo andati a fare l’elettrocardiogramma di controllo prescritto dalla pediatra per escludere QT lungo. L’esame è risultato normale. Ci abbiamo messo una mattina intera, ma pazienza. I prossimi appuntamenti sono l’ecografia delle anche e i vaccini obbligatori, senza i quali, tra l’altro, non posso iscrivere SG al corso di acquaticità che mi hanno regalato gli zii di Fabio in occasione della nascita. Anche questa è un’esperienza che ho sempre voluto fare e non ho mai provato. Vi saprò dire, spero presto
-L’altro ieri sono finalmente riuscita a fare un salto alla Prenatal. Mi avevano regalato una prepagata e ho aspettato i saldi per ottimizzare la spesa. Superata la sorpresa nello scoprire ben 80 euro caricati sulla carta, mi sono lanciata in una folle ricerca di vestiti per allattamento, di cui sono carente (ne ho solo uno, lungo ed elegante). Senza badare troppo alla scelta, ho comprato quattro capi, i quattro che avevano la mia taglia, tre in saldo, uno no. Mi sono quindi ritrovata con una camicia animalier con scollo incrociato, una maglia dorata, un abitino argentato lungo fino al ginocchio e un vestito intero a fiori. Nulla che probabilmente, se non avessi allattato, avrei mai acquistato. Ho preso però tutto senza riflettere troppo, perché non c’erano molte altre scelte e, in effetti, i generi diversi mi garantiscono di coprire diverse occasioni. L’ultima volta che sono stata al ristorante non sapevo come vestirmi proprio perché, in caso avessi dovuto sfoderare la tetta, non avrei saputo come fare se avessi indossato un abito intero, ma anche un maglione semplice. Così invece ho quattro mise per ogni evenienza, che non c’entrano nulla fra loro (e forse neanche con me). Ma sono troppo contenta (anche perché mi restano ancora 30 euro sulla carta!)
-Santiago Gabriele è uno spettacolo. Soprannominato “Bimballegro”, ama sorridere e sghignazzare con la sua ormai famigerata risata aspirata. Gli occhietti furbetti scintillano in ogni direzione e, dal punto di vista motorio, è intenibile. Sempre più lungo e pesante, si fa fatica a tenerlo in braccio per tanto tempo. Con le manine afferra di tutto. In particolare ama i capelli della mamma, ma comincia ad afferrare anche eventuali oggettini a portata di mano. La scoperta del mese è la palestrina (che la mamma ha preso amichevolmente a chiamare Pierluigi, in onore di Giovanni Pierluigi da Palestrina, compositore rinascimentale che mi viene in mente, chissà per quale ragione, ogni volta che la vedo). Quando Santiago gioca con Pierluigi la mamma sa che può fare quel che vuole per ore intere: il bambino le trascorrerà gorgheggiando, scalciando, muovendo le braccia su e giù e, nonostante ancora non arrivi a prendere gli ammennicoli appesi ai due montanti, ridendo a più non posso, come se trovasse divertente, anziché frustrante, il fatto di non riuscire ad afferrare il procione che lo osserva dall’alto con sguardo di sfida. Nella palestrina Santiago si stanca. Nella palestrina Santiago poi si addormenta. Ecco perché, dopo colazione, la mamma lo mette nella palestrina, poi si fa la doccia, si trucca, si veste, pulisce la cucina, i bagni, la casa intera, scrive, legge, guarda un incontro degli Australian Open e poi, quando Santiago si sveglia, lo allatta. Auguro a tutte voi di conoscere un Pierluigi che entri nella vita dei vostri figli.