La seconda tornata vaccinale è stata superata brillantemente. Meningococco e seconda dose di Rotavirus. Le addette ai vaccini erano affascinate dal bimbo di quattro mesi che si metteva il ciuccio in bocca da solo. “Venite a vedere!” Sembrava un’attrazione dello zoo. SG è stato bravo, nel pomeriggio un po’ frignoso. A scanso di equivoci gli ho infilato la prima suppostina di Tachipirina 125 mg della sua vita: non aveva la febbre ma non volevo nemmeno che soffrisse inutilmente. E’ stato irrequieto un paio di giorni. Ma anche questa volta non abbiamo dovuto assistere nè a diarree profuse nè ad occlusioni intestinali.
In piscina siamo tornati altre due volte. La prima volta abbiamo testato l’immersione verticale: ciuccio in bocca, testa contro il mio petto. Giù e su. Non pare essersi quasi accorto. Ha strabuzzato gli occhi, dato un colpetto di tosse e stop. L’ho poi messo nel salvagente e sono uscita per fargli una foto. Purtroppo ho dimenticato di levargli il ciuccio di bocca e, si sa, acqua tiepida, recente evento stressogeno, ciuccio in bocca… il tempo di prendere il telefono e il bambino aveva la testa che ciondolava letteralmente a pelo d’acqua, gli occhi chiusi, un sonno profondo che si è protratto anche mentre lo tiravo fuori, lo lavavo, lo vestivo, lo riponevo nell’ovetto e lo portavo a casa.
La seconda volta l’istruttrice mi chiede se voglia provare il cosiddetto “passaggio orizzontale” (immersione a pancia in giù in movimento verso l’avanti, piuttosto rapida, dentro e fuori). Poi ci ripensa.
“Di solito si fa a sei o sette mesi perché è un po’ più fastidiosa: è più facile che l’acqua entri nel naso”
E poi: “Vuoi che proviamo lo stesso?”
Nemmeno il tempo di rispondere che prende il bimbo e gli fa fare il passaggio. Questa volta Santiago ne esce un po’ provato. Mi guarda come a chiedermi cosa gli sia capitato. Accenna un pianto.
L’istruttrice mi guarda: “Ecco, forse sarebbe stato meglio non farlo…”
E va beh, lo abbraccio, gli metto il ciuccio e, come da copione, chiude gli occhi e crolla.