Ragazze, non ricordo molto di tutto quanto avete scritto.
Alla mamma disperata mando un abbraccio e un sorriso: come fu quando un’altra scrisse riguardo ai suoi scatti d’ira. Sorrido perché a casa mia sono scene d’ordinaria amministrazione. Le urla, i “nnnnnnnnnnnooooooooo” gridati, i ricatti per andare a letto, le mani che prudono da morire, gli scappellotti che alla fine partono lo stesso anche se avevi giurato che non l’avresti mai fatto.
In particolare sono un po’ di sere che il bimbo mi fa storie per la nanna. Il rituale s’era allungato parecchio: il libro era diventato un libro lungo, dopo il succo voleva la camomilla, dopo le coccole e la manina voleva che mi sdraiassi quattro minuti (sì, proprio quattro! Io dicevo dai, sto qui cinque minuti, e lui contando le dita a partire dal mignolo – chissà poi perché – diceva no mamma, non cinque: quattro minuti!)…