15 maggio 2023
Monello, monellissimo.
Ogni tanto impazzisce. E fa impazzire.
Ci sono giorni meravigliosi. E giorni terribili.
Quando accade, Santiago è dispettoso, provocatorio, strafottente.
Forse su imitazione dei fratelli maggiori, sempre accapigliati, capita che di punto in bianco ti sferri un gancio (sinistro) in pieno volto.
O che afferri i tuoi capelli e cominci a tirare, ridendo, satanico.
O che ti strappi gli occhiali da vista.
O che ti morda un braccio. Così, senza apparente motivo.
Non mi era mai capitato prima. Pietro mordeva quando doveva contendersi un gioco con qualche amichetto. Leo credo che nella sua intera vita non abbia morso, ma sia sempre e solo stato morso. Santiago morde per diletto. Talvolta è veramente doloroso. A volte, per riuscire ad aprirgli le manine strette attorno ad una ciocca di capelli, bisogna intervenire in due in soccorso del malcapitato.
Spesso ride mentre lo fa. Qualche volta continua a farlo anche se l’hai appena sgridato. Raramente invece si mette a piangere, specie se gli è arrivato uno scapaccione, ma non è detto.
Sfrontato, dopo che ha morso indica l’angolino della punizione, emette qualche vocalizzo a significare che sa che lì deve andare e vi si indirizza sua sponte. Dal suo cantuccio ti guarda e sorride: “Io ho morso, io vado in punizione. E quindi?”
Difficile, molto difficile. Fargli capire che non si fa. Fargli capire che fa male. Fargli capire che deve rispettare il prossimo, cane compreso. Al momento almeno la povera bestiola non è stata ancora azzannata, ma poco ci manca.
I giorni in cui si comporta così spesso coincidono con i giorni in cui lancia i libri o ne divelle le pagine. Il maltrattamento dei libri mi causa un dolore viscerale, non riesco a sopportarlo.
Ultimamente però, insistendo io con protervia ad acquistargliene di nuovi, si sta abituando alla lettura. Intendo dire che, mentre prima sfogliava spasmodicamente le pagine da capo a fondo per poi gettare il libro in un angolo, ora ama essere preso in braccio (sul divano o direttamente per terra) e si gode la “lettura”. Per ora non ha la pazienza di ascoltare la storia: le pagine vengono voltate sempre troppo presto. Ma tutte le immagini vengono studiate, descritte e rivisitate volta per volta e più volte nella stessa seduta. Ecco quindi che con il ditino iniziamo a contare quanti coniglietti/pulcini/fiorellini/ochette ci siano nella pagina. Ecco che passiamo in rassegna tutti gli animali disegnati e attribuiamo correttamente a loro un nome e un verso. Ecco che finalmente la storia viene vissuta, a modo suo, con piacere. Gli ultimi due volumi, per ora, sono rimasti integri e questo per me è stato un incoraggiamento non indifferente.
Un’altra monelleria ricorrente è lo “spannolinamento”. Non mi era mai successo con i due precedenti pargoli.
Santiago prova gusto a calarsi le braghe, slacciarsi il bodino e aprire il pannolino. Una volta l’ho preso in braccio e, trovandolo fradicio, ho scoperto che, dopo essersi slacciato il patello, l’aveva fatto scivolare lungo la gamba e poi si era tirato su i pantaloni.
Credo ami proprio l’atto della svestizione. Così come fa già i primi tentativi di indossare da solo scarpe e magliette per poi mettersi davanti allo specchio a rimirarsi.
L’arte dello “spannolinamento” ha tuttavia portato a conseguenze tragiche.
Le serate in cui non era molto convinto di andare a nanna, dopo essere stato lasciato con Orso Musicale e Ippopotamo nel suo lettino, con il biberon di latte tiepido, capitava di sentire un po’ di trambusto, una volta chiusa la porta. Le prime sere, quando passavo in ricognizione, trovavo Orso e Ippopotamo scaraventati sul pavimento, il biberon dall’altro capo della stanza, la coperta, il lenzuolo, la cerata a terra e Santiago a dormire sotto sopra, con una gambina tra le sbarre del lettino, magari con la luce accesa (ahime, raggiunge l’interruttore).
Ma immaginate la sorpresa quando, aperta la porta della sala, ho ritrovato a terra nel bel mezzo del corridoio Orso e Ippopotamo in compagnia di un pannolino (asciutto). E come ci sono arrivati? L’infante, sporgendosi oltre la spondina, aveva raggiunto la porta scorrevole della camera e, in segno di sfregio, aveva non solo estruso dal lettino tutto quel che aveva trovato, ma si era anche sbottonato il pigiamino, sganciato il pannolino, denudandosi, e l’aveva gettato il più lontano possibile. Questo fatto si è ripetuto diverse volte, con esito più o meno infausto: un pomeriggio ho passato più di un’ora a scrostare cacca da tutte le assicelle del lettino, sulle quali l’aveva spalmata come fosse glassa per Sacher. Una notte la pipì aveva bagnato anche la tavola di legno che si trova sotto il materasso.
Ora l’unica soluzione possibile pare essere quella di vestirlo con pigiamini interi a chiusura dorsale. O forse sarebbe meglio una camicia di forza…
Leggo con estremo interesse le imprese di Santiago! Decisamente un livello superiore di bimbo scatenato! I ricordi dei miei figli così piccoli stanno lentamente cadendo nell’oblio, ma se si fossero denudati nel letto sparando cacca me ne sarei ricordata!
La cosa peggiore che posso citare di Luca è lui al mare che raccoglie da terra un biscotto pieno di formiche e se lo gusta compiaciuto tra lo sgomento generale. Ma d’altra parte non è forse questo il futuro che ci aspetta?
Comunque la buona notizia è che è sopravvissuto ed è un giovane uomo, apparentemente sano e normodotato.
Comunque secondo me dovresti pensare seriamente a delle strisce a fumetti, oppure ad una miniserie.
Ti ringrazio per il suggerimento! Sono contenta che abbia trovato il blog divertente! Tuo figlio ha precorso i tempi, hai ragione. L’importante è che ora la sua dieta si mantenga equilibrata (un insetto ogni tanto dicono faccia solo bene!)