8 febbraio 2012

Ringraziando tutte voi per il supporto per la questione latte, sappiate che d’ora in poi NON POSSO più parlarne… Chi ha orecchie per intendere…

Vi sciorino però un’altra questione pressante, nella speranza di trovare ancora una volta comprensione ed appoggio. Sono due venerdì che il nostro amico medico, tornato dall’Africa, viene dopo cena da noi per vedere un film in DVD e scambiare due chiacchiere. Ha assistito alla “messa a letto” dei bimbi e ad un certo punto ha affermato: “Certo che voi due vivete un delirio strutturato!”. Onde evitare prolisse divagazioni da manuale di psichiatria, vi risparmio il significato esatto di questa diagnosi. Ma spenderei due parole riguardo al motivo che ha portato il mio collega ad esprimersi così.

In effetti, da alcuni MESI la messa a letto di Pietro è diventata un incubo. Ma non ne ho mai parlato perché, semplificando, siamo arrivati a questo punto in maniera così graduale che non ci siamo nemmeno accorti.

Cena tra le 19.30 e le 20.00. Poi tutti in sala. Televisore acceso e giochi vari a terra. Io solitamente gioco con Pietro (ma dai, che novità?). Fabio guarda la TV o il PC. Leo in zona, a seconda della sera, guarda anche lui la TV (ebbene sì, ho riletto i miei diari del 2009 e anche Pietro era già affascinato dal mezzo audiovisivo a tal punto che, se passavi davanti alle immagini, urlava al mondo il suo disappunto. E il fratello non è da meno), mangia o sonnecchia. Oppure frigna. Alle 21.00, io affido Leo al padre, prelevo Pietro e comincio il rituale (che s’è allungato parecchio dall’ultima volta che ne avevo parlato). Pipì, bidet. Mutande della notte (che per non andare a spendere 12 euro per gli Huggies mutandina ho preso dei veri patelli Iper che costano 3 euro, ma che fanno schifo in termini di agilità del posizionamento e chiusura. Poco male, tanto sono settimane che alla mattina li trovo asciutti e, nonostante ciò, non ho ancora trovato il coraggio di mettere a letto Pietro senza!). Pigiamino, denti. Arriviamo sul giaciglio alle 21.15 circa. Segue libro (attualmente intrippato per un libro di filastrocche corredato anche di CD per cui, avendolo imparato a memoria, mi sono fottuta da sola perché non posso più saltare una riga che se ne accorge). Il libro va letto, qualunque esso sia, rigorosamente tutto (anche Pinocchio mi esce dagli occhi). Segue il “succo con la cannuccia” (lo so, lo so, abbiamo già lavato i denti… ma vabbeh, almeno non glielo lascio più nel biberon!). Seguono “coccole” (in braccio con il resoconto della giornata e l’esame di coscienza) e “manina” (lui coricato e io chinata su di lui, mano nella mano per qualche secondo). Bacio e buonanotte. Sono le 21.30. Io me ne vado e ogni sera che fa Dio mi dico che è la volta buona. Invece, puntuale come un orologio, ecco che dopo qualche minuto, il bimbo zampetta da noi in sala sorprendendo me quasi sempre con in braccio il Leo che si contorce nel tentativo di mangiare/cagare, la TV accesa sui “cartoni di papà” (vedi Ballarò, le Iene e analoghi), il PC luminoso. Parte il teatrino. Pietro comincia a correre a destra e a manca, eccitandosi a più non posso, prendendo macchinina e scorrazzando dalla porta ai divani e marcia indietro, lanciando palle e palline, cercando di salire in braccio a me, baciando ripetutamente il povero Leo, sempre più urlante. E’ la volta del papà. Lo porta di là, gli spiega che è ora di dormire e parte la minaccia (“finisci nel letto piccolo al buio!”). Tempo due minuti e il pargolo ritorna, questa volta più circospetto, sbuca dal muretto quatto quatto, talvolta bisbigliando qualcosa, gli antiscivolo che scricchiolano sul pavimento.  Seconda minaccia e presa di peso del bambino. Talvolta scatta anche la punizione “letto piccolo” che dà luogo a urla, pianti e strepiti e marinaresche promesse di non farlo più. Rideposto nel letto (nel frattempo il Leo, se si era addormentato, si è svegliato), riprende il siparietto del bimbo che sbuca da dietro il muretto. A volte scatta lo scapaccione, a volte il papà riesce a portarlo a letto, stando là un po’. E poi, all’improvviso, dopo minuti interi di silenzio, minuti nei quali sei convinto di averlo finalmente vinto, il colpo di scena: “Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaa, facendo la caccaaaaaaaaaa!”. La mamma si alza, imprecando. Prende il bambino (questa volta non lo può sgridare, al massimo gli dice: “Tesoro, non potevi farla PRIMA?”). Lo spoglia, slaccia il patello Iper (che solitamente si rompe oppure non attacca più e devi cambiarlo, così consumi comunque quattro scatole e arrivi a spendere 12 euro), assiste alla defecata (e nel frattempo si era tenuta da parte il dessert per quando i bimbi fossero stati a letto e così le passa pure la voglia!). Bidet, patello, pigiama, letto. E qui (ma non sempre!), finalmente crolla. Sono circa le 23.00. La mamma esausta pensa di raggiungere il marito sul divano e quindi passa in cucina e prende il dessert. Quando torna in sala, scopre che il marito s’è alzato, ha spento la TV, s’è messo il pigiama ed è andato a leggere a letto. Io mi mangio il budino e vado a letto constatando con orrore che l’ultima poppata risale alle 21.00 e che di sicuro non faccio nemmeno in tempo ad addormentarmi che Leo si sveglierà di nuovo. Leggo il mio libro di istopatologia renale (il mio momento studio) e verso le 23.30 dormo.

Ora: il mio amico mi ha aperto gli occhi. Non si può andare avanti così. Lo metterei anche a letto direttamente alle 23.00, ma vi assicuro che è invivibile (almeno quei due minuti che sta di là prima di venire in sala riesco a parlare con mio marito: se nemmeno lo metto a letto non avrei nemmeno quelli). La verità è che il bimbo non si stanca a sufficienza (soprattutto se non esco proprio di casa!). Ma c’è da dire un’altra cosa: Pietro si sveglia variabilmente tra le 8.00 e le 9.30 di mattina. E come posso pretendere che dorma dodici ore di fila oltretutto dopo aver fatto la nanna pomeridiana? Il pomeriggio ero arrivata ad una decisione: dorme un’ora, poi lo sveglio. In quell’ora se Leo dormiva, mi scialavo con voi, altrimenti mi dedicavo a Leo e addio momento mio, ma almeno non l’avevo tra le balle per un po’. Ebbene ieri e proprio ora, mentre sto scrivendo, ho raggiunto un accordo con Pietro, che tutti i pomeriggi comunque diceva di non voler andare a letto (“Mamma, no nanna, è giorno!”) anche se poi a differenza della sera, dopo un libretto qualunque crollava subito senza storie e se non lo svegliavo io dopo un’ora andava avanti per tre. Ebbene, non vuoi dormire? Perfetto. Non dormire! Ma questa resta l’ora della nanna. Per cui si parla piano, si gioca da soli e la mamma NON ESISTE. Ci credereste? Sto scrivendo questa mail e lui è accanto a me. Prima ha fatto un puzzle da solo e ora guarda i cartoni. Ieri sera stesso cinema (cacca compresa) ma è crollato alle 22.00, esattamente un’ora prima. Insomma, se funziona questa cosa, ok ho rinunciato ad avere la mia ora “libera”, ma forse ci guadagno di sera e soprattutto… mi sembra di riuscire anche a fare più cose di quando dorme! Finché dura…

Se vi ricordate anche Pietro era “famoso” per i suoi addormentamenti lampo o in solitaria. O cantava canzoncine per mezz’ora o leggeva da solo i libriccini. Andava a letto anche con ospiti in casa senza problemi. Ciao. E’ ora. Buonanotte. E ci andava alle 20.30. Questo prima che non andasse più all’asilo. Mio figlio è sempre stato iperattivo. Non andare all’asilo è stato il colpo di grazia. L’ora è magicamente shiftata alle 21.30. 

E la nascita di Leo non c’entra. Perchè anzi, da quando c’è lui ha smesso di svegliarsi di notte plurime volte (salvo eccezioni, di cui una sicuramente stanotte).

Sappiate poi che Leo viene messo subito in camera sua tranne se deve proprio mangiare in quel momento. Il fatto è che spesso Leo dorme a quell’ora e lui lo sveglia chiamando: “Mamma” o correndo avanti e indietro e allora mi girano i coglioni e gli dico che lo porto via. Insomma, la storia di Leo che dorme insieme a lui in cameretta come due bravi fratellini, non gli frega molto (all’inizio sì, ma ora no).

La cacca purtroppo non è una balla. Ogni volta che me lo dice magari ne ha fatto un pallino nel patello, ma poi lo metto sul water e fa proprio lo stronzo. Secondo me non lo fa apposta… è proprio l’effetto della cena che si manifesta un paio d’ore dopo…

In risposta al vostro quesito: io i libri glieli leggo sdraiata con lui nel letto! E lo lascio con gli occhi chiusi e il dito in bocca. Più di così non so che clima devo creare…

La verità credo sia proprio questa: la somma di troppa nanna (alla fine ribadisco che lui si alza alle 9.00 e immagino che chi va al nido si alzi prima – lui si svegliava alle 7.15!) e l’assenza delle sponde!
Oggi, che non ha dormito nel pomeriggio, poi siamo usciti e abbiamo camminato tre quarti d’ora. Rincasati, ho fatto il bagno a entrambi e poi ci siamo catapultati dal concessionario a lasciar giù la macchina per la revisione (sono stata avvisata alle 17.08 e chiudeva alle 17.30!). E abbiamo trovato là Fabio con l’altra macchina. Il tempo di caricare Pietro sull’altra… e s’è addormentato sul seggiolino! L’ho scapperato con le dita tentando di svegliarlo, ma era proprio catatonico. Siamo andati all’Iper con due carrelli ed è stato sveglio DENTRO il seggiolino (non accadeva da anni!).
Ora è qui calmo calmo sul divano. Giuro che se non dorme stasera non so più che fare.
Nel frattempo a me non son ancora passate le mie cose ed è venuto mal di testa e un barlume di mal di gola…

Pensatemi stanotte! E speriamo che sia valsa la pena! Un bacio e grazie dei consigli!

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