2 dicembre 2011

In risposta a voi: la stanza privata per il puerperio quando ho chiamato io costava 385 euro a notte.

Io non sono assicurata e il motivo principale per cui la volevo era la tranquillità, soprattutto in orario visita quando c’è il delirio. In effetti Pietro s’è sovreccitato una sera e ne ha combinate di tutti i colori, senza contare la varietà della fauna che viene a vedere i figli delle compagne di stanza (gente di tutti i tipi, uno addirittura probabilmente mezzo fatto, ha minacciato di menare Fabio senza motivo… ma questa è un’altra storia).

La prima volta ero in stanza da due. Con Leo in quella da tre (cinese a destra e ceca di fronte, uno spasso). Però ero io quella al secondo figlio, quindi tutte chiedevano aiuto a me.

Sul primo sono d’accordo che stare soli non è una buona idea, perchè per esempio a me non avevano detto niente di niente e io manco sapevo dov’era il nido e dove potevo lasciare il bambino per andare a pisciare piuttosto che come si tirava su il letto…

Ma tanto nessuna di noi è al primo…

Il fatto divertente è che durante la mia degenza con Leo, TUTTE le stanze a pagamento erano occupate… prenotate, gente, prenotate!

Oggi controllo infettivologico per Leo. Mi hanno confermato che tutto, proprio tutto, è negativo.

Ho chiesto solo se potesse essere che il bimbo avesse contratto il virus e che poi l’avesse già eliminato e mi è stato risposto che, se l’avesse contratto, ci sarebbero voluti anni per eliminarlo.

Che quindi no, il bimbo è negativo perché non ha mai incontrato il virus. Sul foglio della visita c’è scritto “caso chiuso”. E io sono contentissima. Niente più controlli per il futuro.

Siamo poi passati a trovare una mia ex collega che ha avuto la seconda a luglio a distanza di meno di due anni dalla prima. Finalmente ho trovato una persona che come me ha il problema del primo figlio ribelle. Dice che anche la sua grande è nella fase della gelosia e del “no” perenne. Che anche lei si ribella e fa il gesto di picchiare la mamma e di mordere. Che ha morso anche la sorellina. E che una volta, per attirare l’attenzione, ha fatto la pipì a letto dopo che si era accuratamente spogliata (lei sono mesi e mesi che non ha il patello anche se ha poco più di due anni!).

Insomma, credo che andremo a trovarli a cena così Pietro trova pane per i suoi denti.

Io ho deciso che non vi scrivo più niente di buono su Pietro. Perché in effetti negli ultimi giorni mi ha tirato scema, anche con la nanna, che non voleva andare a letto. Mio marito l’ha portato nel lettone due volte (ma la seconda non vale, io ero a cena fuori a casa di una compagna di specialità!!!)

E sì, sto andando un po’ in giro con il mio Leo, ne approfitto ora che è bravo e che mi invitano ancora e per riparare a tutte quelle volte che con Pietro piccolo ci siamo privati di qualche uscita in più. Resto dell’idea che bisognerebbe avere il secondo figlio prima del primo! 

Ma soprattutto sia lunedì che ieri che c’era mia mamma, Pietro ha dato il peggio di sé graffiandomi una guancia solo perché gli avevo chiesto insistentemente di raccogliere il cappellino da terra.

Questo gli è costato la TV spenta tutto il giorno (che ovviamente però s’è ripercosso su di me, perché senza TV ho dovuto giocare tutto il tempo con lui). Il fatto è che poi non ha cambiato l’atteggiamento per cui sono stati sequestrati nell’ordine il puzzle di Paperino e il libro dei tre porcellini. Tra parentesi io sto sempre con Pietro e lascio sempre Leo per i fatti suoi. Già faccio così come dite (lo tiro su solo per allattare e cambiarlo!) e, anche se è una sofferenza, cerco di essere poco affettuosa con lui davanti a Pietro (mi rifaccio di notte). Tra l’altro Pietro quando allatto è quasi sempre bravissimo. Mi sta seduto accanto e io con la mano libera gioco con lui, leggo libri o gli carezzo la testa o gli tengo la manina. Insomma, faccio di tutto per essere “per lui” anche quando sono con Leo. Ieri però è finito in punizione nel lettino tre volte (lo so, il lettino non va bene, ma è l’unica punizione che funziona perché se lo chiudo in camera e basta se la sciala con i giochi e ride). Alla fine gli ho detto che, se continuava ad essere cattivo, lo portavo da un’altra famiglia in collegio, con altri genitori più pazienti di noi, perché la mamma è veramente stanca di questi capricci (lo so, forse ho esagerato ma non ne potevo più). La sera, al momento delle coccole in braccio davanti al lettino, mi ha guardato, mi ha preso la testa fra le mani e mi ha detto con tono di voce struggente: “Ti prego mamma, non mandarmi via, ti prego!”. Volevo morire. Poi “ti prego” da chi l’ha sentito??? A parte che l’altro giorno ci ha fatto morire dicendo a me e a suo padre a tavola: “Ragazzi, io voglio il salame!”

Aneddoto finale che la dice lunga su quanto sia nell’ordine intelligente, bastardo e simpatico:

Dopo cena (mangiato tutto!) chiede una caramella in premio. Gliela diamo. Dopo un po’ comincia a fare i capricci per un motivo che ora non mi sovviene, ma come al solito banale. Stravaccato per terra sul pavimento della cucina ascolta di malavoglia il papà mentre lo minaccia: “…e ti dirò di più, se vai avanti così, niente televisione e niente caramelle!” Pietro prontamente scatta in piedi, protende il braccio verso il padre con l’indice puntato in tono accusatorio e tutto tronfio esclama: “Tanto la caramella l’ho mangiata prima!”

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