11 ottobre 2010

Non so davvero da dove partire! Sono successe tantissime cose… 

In primis, per raccontarvi come la vedo io sul Pronto Soccorso: sarà che di ospedale ne ho piene le balle, ma sinceramente (essendo stata talvolta a lavorare anche in PS e quindi avendo anche il punto di vista di “quello che sta dall’altra parte” che si vede arrivare “tutte urgenze” e che deve imparare a non perdere il controllo e soprattutto a discriminare l’urgenza vera da quella differibile) cerco di andarci il meno possibile per non ingorgare perché so cosa vuol dire (anche se non nego di essere andata per un “prurito intimo” (come dicono in TV) quando ero incinta di Pietro). Questo per dire che, quando a NOI sembra un’urgenza, è chiaro che NOI siamo certi che lo sia per tutti. Detto questo, credo sia chiaro perché io credo che non sarei andata in PS se mio figlio avesse avuto la grattarola notturna, come ha fatto qualcuna di voi, ma credo anche che per giudicare ci dovrei passare in prima persona… Tutta questa intro per dire che un test però l’abbiamo fatto. E qui inizio i miei aggiornamenti.

Era domenica scorsa, notte. Pietro era un po’ moccioloso da due giorni. Eravamo stati dai miei per cena e l’avevamo messo a letto. Insomma, all’una di notte veniamo svegliati dal suono di una foca monaca “Auk Auk!” seguito da urla di dolore “Ahhhhhhhhhh!” seguite da atto inspiratorio tipo soffoco “Hiiiiiiiiiiiiiii”. Ci catapultiamo giù dal letto. Praticamente ogni qualvolta tossiva come una foca monaca, urlava dal male e poi faceva fatica ad inspirare come se avesse uno spasmo laringeo. Insomma, ho detto, adesso muore. L’ho auscultato col fonendo e (a parte che la semeiotica dei bimbi è totalmente diversa da quella dell’adulto) mi son detta: cazzo, se fosse un mio paziente direi che è in edema polmonare! Insomma: Fabio era agitatissimo io ero allucinantemente calma. Eppure è stato lui a dire: “Proviamo a fargli l’aerosol!” A me non è nemmeno venuto in mente. Stavo pensando, ma non so se l’avrei fatto, di andare in PS. E da quando è nato, è stata davvero la prima volta che ci ho pensato seriamente anche contando le volte che è caduto battendo la testa. Insomma, tiriamo fuori Clenil e Broncovaleas e ci mettiamo all’una di notte a fare aerosol cantando tutto il repertorio. Alla fine lo metto giù. La mattina dopo lo porto dal pediatra (visita bellissima, lui bravissimo, tutto incuriosito anche perché ha il suo fonendo personale e gli piace essere visitato anche nelle orecchie e in gola). Cura prescritta: Clenil e Broncovaleas… Ok, direte, tu sei avvantaggiata, però sono stata contenta lo stesso. Niente febbre (in realtà la settimana prima aveva avuto un paio di volte 38°C rettale la sera, ma con Tachi il giorno dopo l’avevo mandato al nido). Alla fine il pensiero è stato: se l’avessi portato in PS probabilmente l’avrebbero trattato alla stessa maniera, ma in più avrei perso tempo e forse l’avrei agitato (vi ricordate la storia della nostra amica ostetrica e di suo figlio che si era conficcato dei vetri nel piedino e lei glieli aveva tolti ad uno ad uno piuttosto che portarlo in PS per non spaventarlo?). In realtà non so bene cosa sto dicendo, sono confusa anche io: credo che una laringite così MERITI il PS. Ma forse è stato più forte il pensiero che SAPEVAMO cosa fare (cosa che so che non è la regola!). In conclusione, credo che se non avessi visto respirare meglio Pietro, l’avrei portato lo stesso. Ma mi rendo conto che sono ragionamenti che, nonostante la concitazione, siamo stati in grado di fare perché è il nostro mestiere… 

Poi in settimana dovevo preparare una lezione per il Reparto. (Tra parentesi, oggi non ho avuto il tempo di respirare e non scherzo!). Fatto sta che Fabio premeva perché l’accompagnassi ad un congresso alle Cinque Terre giovedì e venerdì e io mi sono ammazzata per poterci andare. Idea funesta perché nonostante il tempo e il posto bellissimi, mi sono massacrata a spingere e sollevare il passeggino di Pietro per questo paesello tutto in salita e pieno di gradini con 30 gradi e io coi jeans tutti appiccicati di sudore e anche le mestruazioni (ovviamente mi dovevano venire gli unici due giorni che decido di passare fuori con mio marito!!!). Pietro era tossicoloso, non ha seguito orari specifici, ha mangiato poco e male al buffet del congresso, non ha voluto dormire il pomeriggio nella camera che ho preso, stremata, dopo le 16.00… Insomma, un incubo. Ma vabbeh, ho staccato. Siamo tornati venerdì sera (coda pazzesca a Milano). Sabato da mia madre e ieri a finire le ultime cose della lezione. Oggi, come già detto, giornata pazzesca iniziata alle 6.45. Ora mi rilasso perché Pietro dorme e Fabio è uscito per una riunione del tennis…

Per rispondere a voi: ho solo un sigilla antine, prestato. E lo uso da poco, ma mi salva la vita perché l’ho messo sull’antina della pattumiera, dove normalmente lui ama ficcare le mani. Ora gli piace un sacco e se dimentico di metterlo su, si incazza. Detersivi li tengo sia fuori portata (sgabuzzino in alto) sia a sua portata (antina del bagno di servizio, in basso). Ma non è attratto da quest’ultima, in quando appena entra in bagno, se la porta è socchiusa, notoriamente si fionda nel cesso. Adora le antine del soggiorno, la porta di casa e soprattutto lo stereo. Che accende, poi spegne, poi accende, poi spegne per la gioia di mio marito.

In tutto ciò, per concludere in bellezza, domenica Pietro è caduto su una grata di metallo in strada (ovviamente era con mio marito!) e si è “tatuato” la fronte (speriamo vada via il segno!)

Infine, premio genitori degeneri 2010/2011: sabato notte dopo che l’ho messo giù a dormire, sento che tossisce. Normale. Quando li orizzontalizzi, tossiscono sempre. Ok, tossiva un po’ più forte… e ad un certo punto ha fatto anche uno strano rumore. Fabio era già a letto. Io cazzeggiavo su Facebook. Insomma, prima di andare a letto, passo SEMPRE dalla sua camera, vedo come si è messo, sistemo le coperte (che sono sempre dalla parte opposta), riempio il bibe di acqua etc. Quella notte…no. Sono andata a letto e poi mi son detta: cavolo, Pietro! Vabbeh, tanto stanotte si sveglierà almeno una volta, tra la tosse e tutto il resto, lo sistemerò in quell’occasione. Insomma. Alle 9.30 del mattina si sveglia tutto garrulo: “Mamma! Mammaaaaaaaa!” Fabio va di là e…. “Oddio!!! Ha vomitato!!!” Ebbene sì. Il piccolo, probabilmente circa alle ore 22.30 della sera precedente, a giudicare dalla secchezza del materiale rinvenuto, aveva vomitato presumibilmente in seguito ad un colpo di tosse più forte degli altri. Il piccino aveva poi ripreso a dormire beatamente nel suo vomito fino a mattino inoltrato. Volevamo morire. L’ho prelevato, spogliato e immerso nella vasca da bagno. Ma, dico io…. si può?????

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