7 settembre 2010

Commentando i vostri racconti: labbra spaccate ne vedo a iosa… Per dire, stasera bagnetto, pargolo in piedi… Swissssssssh: scivolone e mento contro bordo-vasca, sangue…

Pietro cammina e si lascia giù quando meno te lo aspetti.

Rendete perfettamente l’idea: più sono stanchi, più continuano a camminare, più ciondolano, più sbattono contro gli stipiti delle porte…

Sui divani sale anche lui (ho omesso il racconto dell’ultima craniata sul marmo cadendo dal divano). Ormai il suono della sua testa vuota contro il pavimento lo riconoscerei in ogni dove.

Fa i gradini in salita (in discesa si ammazza). Ma ha imparato che, se gridi “gradino!”, si ferma di botto e si guarda i piedini (prima, che ci fosse o non ci fosse un gradino, lo scopriva solo cadendo).

Per quanto riguarda il pisellino: sempre la mano lì. Appena togli il patello, zac!, mano sul pisello. Ovviamente anche quando ha fatto la cacca (mano nella cacca). Ormai cambiarlo è quasi un gioco di squadra (“Tu tieni le mani, io afferro le caviglie!”). E quante volte si è passati alle minacce da film poliziesco… (“Pietro, non opporre resistenza e nessuno si farà male!”).

Ah, il pisello! Se lo tira, se lo infossa, se ne fa di ogni. Poi, quando rimetto il patello, frigna e tenta di lasciar dentro la manina. E io: “Lascia il pisellino, va a fare la nanna… si sveglierà tra qualche anno…”. Pisellino sempre duro… se lo tocca e… che sorrisoni!

Poi, non osavo dirlo, ma visto che avete tirato fuori l’argomento… A volte, quando si sveglia di notte, vuole che una mia mano gli tenga la manina e l’altra mia mano se la mette tra le gambe e stringe tutto godereccio… Io prima non ero sicura che lo facesse apposta, poi ho capito che lo trova… confortevole. E cosa non si fa pur di tornare a dormire?!

SIPARIETTO

“Fabio… dov’è il bambino!?!”

“Oddio, Pietro???”

“Fabio!”

“Noooooooooooooooooooooooooooooooo!”

Il bambino, chino sul cesso aperto, rimestava l’acqua sul fondo servendosi del telecomando a guisa di cucchiaione.

Il padre si getta verso il sanitario…

“Il telecomandooooooooooooooooooooooo!”

Afferra il bimbo, strappa l’utensile dalle esili mani e, imprecando, comincia a scuoterlo, schizzettando la madre che nel frattempo si era gettata ai piedi del water nel vano tentativo di recuperare il figlio, ovviamente abbandonato a se stesso e tutto tronfio dalla recente scoperta che, anche senza cucchiaione,  le manine arrivano sul fondo della tazza…

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