19 agosto 2009

Nuovi giochi e sempre più appassionanti! La mattina è un profondersi di sorrisoni a tutta gengiva fino all’acme (risata sonora!) quando la mamma va arrivare le dita dalla punta dei piedini fino alle guancette sulla colonna sonora dello squalo (canticchiata con molta professionalità, peraltro…).

Per non parlare delle (beneamate, ma porca miseria…) apine della nonna: sì, sempre loro, quelle che “se ti fermi è finita”. Ormai il trucco è semplice: munitevi di un bastone molto lungo o meglio, snodabile (il massimo è quello per recuperare gli omini appesi in alto negli armadi), sedetevi sul divano con la vostra attività preferita (unico neo, questo: deve essere un’attività sedentaria) e, ogni minuto e mezzo, al fermarsi delle apine, date un colpo ben assestato a quella che vi sta più antipatica (per colore o espressione del volto, a scelta). Il pargolo, così facendo, resisterà per almeno un altro minuto e mezzo. E non preoccupatevi: se vi dimenticate di rinnovare il moto (perpetuo!) degli insettoni di legno, lui vi richiamerà all’ordine con svariati “Ahiaia, mamahia, Ah-Ih…” ed un’espressione cupa dipingerà il suo visino (questo anche quando le apine girano in modo non gradito o ad una velocità troppo ridotta: ringraziamo tutti la nonna per questo fantastico regalo!). 

Poi c’è il gioco scoperto dal papà. Si chiama: “Parla tu che parlo io”. Consiste nel cogliere al volo una “parolina” appena pronunciata dal piccolo e, sempre con molta serietà e fissandolo negli occhi, nel ripeterla con enfasi. Il bimbo vi guarderà, soppeserà se lo stiate prendendo in giro… e ripeterà pari pari il vocabolo. Partiranno quindi maratone di “Ah”-Ah”, “Ou-Ou”, “Ghi-Ghi” e il preferito (sì, è proprio vero, evidentemente ha un significato ben preciso) “Agugu-Agugu”.

Infine c’è il gioco con il ciuccino di scorta appeso perennemente alla capote della carrozzina (quello per intenderci che dovrei dargli quando cade il suo preferito, ma che non ama ciucciare e che quindi, ormai viene adibito solo allo scopo ludico). Quello, più ciondola, più attira sorrisi. E finalmente, chi lo fa ciondolare è proprio il pargolo (e che emozione la prima volta che gliel’ho visto fare!)… e se provassi a abbassare le apine a portata di mano?

Tre giorni fa siamo partiti per andare a trovare gli zii di Fabio in montagna. Una cosa di tre giorni e due notti per intenderci. Pietro era bravissimo, come sempre. Siamo stati a passeggio in pineta, sul laghetto e l’ultimo giorno abbiamo preso la funivia fino al rifugio (aveva indosso il maglioncino fatto a mano dalla zia e la copertina di lana). Temevo per le orecchie ma non ha fatto una piega. Allattamento all’alpeggio e via. Peccato che, nella breve permanenza, ci siamo accorti di quanto noi siamo avvezzi al pargolo, mentre gli altri non lo siano abbastanza. Non era possibile che facesse “uè” per un secondo: bisognava subito soccorrerlo (e noi che a casa lo facciamo piangere anche un bel po’ se reputiamo che sia un capriccio – ok c’è sempre un margine d’errore, però…); se parlottava, per loro era un pianto (inutile spiegare le differenze).

Note negative: Pietro ha ripreso a svegliarsi due volte a notte, sia che l’ultima poppata sia alle 21.00, sia che la faccia a mezzanotte: verso le 2.00-3.00 e verso le 5.00-6.00 si sveglia di nuovo. Poi verso le 8.00. Per fortuna la zia alle otto lo prendeva in consegna e io ho potuto dormire fino alle 10.00! Penso alla ostetrica Giada quando spiegava che verso i 20-40 e 90 giorni ci poteva essere più esigenza di latte… Magari è questo, fatto sta che non mi schiodo dalle otto poppate/die!

Ah, quasi dimenticavo… me ne son sentita dire di ogni: “Non stare al sole, non stare all’ombra, coprilo, svestilo, cambialo, ma dovevi averlo già cambiato, dagli il latte, ma perché lo allatti che sono passate solo due ore e 45 minuti (questa pronunciata dopo: “Mamma, mamma dagli il latte!”), ma perché piange (questa gridata tutte le sacrosante volte che faceva uè), ma ma ma…PERCHE’ piange (questa pronunciata con severo disappunto), ti ridò alla tua mamma che è gelosa che ti tenga in braccio (???),  ma non è che, dico io, il tuo latte non è abbastanza nutriente, che mangia così spesso, (e best of) ma secondo me non hai più latte dalla tetta sinistra!”

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