E se qualcuno non sapesse come distrarre il pargolo… atroce scoperta: ama guardare la televisione. Atterrisce il pensiero del potere che questo mezzo può esercitare su menti vergini come quelle dei nostri bimbi. Quando eravamo piccoli noi non credo che fosse così facile finire abbandonati davanti ad uno schermo prima dei tre anni. Sarebbe bello vedere che tipo di stimoli dà (e toglie) ai piccolini che da meno di 6 mesi di vita seguono le più svariate trasmissioni.
Il fatto che fosse attratto da immagini in movimento e suoni già l’avevamo scoperto quando, in braccio a papà sul divano, contorceva tutto il collo per girarsi a guardare Paperissima Sprint (da un momento all’altro temevamo di vederlo anche ridere!).
Ieri sera però il televisore era acceso, ma muto. Io e Fabio eravamo distratti a guardare il portatile. Con noncuranza Fabio ha preso il telecomando e ha spento. Dalla sdraietta, un urlo belluino. Manco l’avessimo scannato. “Accendi, accendi!” E come per magia… silenzio. La sdraietta ripende a dondolare. Ogni tanto emette qualche gorgheggio compiaciuto. Mamma e papà si guardano: pazzesco. Giuro che non sfrutterò questo potere…o almeno…non lo sfrutterò spesso…
Altra scoperta, questa volta sua: il pollice della mano destra!
Ok, ogni tanto mi ritrovo a chiedermi se non faccio uso del ciuccio troppo facilmente. Il ciuccio per addormentarsi, per distrarsi, per smettere di piangere (o per attutire il pianto in luoghi pubblici). Me ne sono accorta quando, dal pediatra, ha cominciato a piangere disperatamente mangiandosi la manina (“Gli succede spesso di consolarsi così?” “No -rispondo io- solo quando ha fame” Aveva mangiato un’ora prima per precauzione, ma quando il dottore si è accorto che Pietro, invece di avere il riflesso di vomito con l’abbassalingua, tentava di ciucciarlo avidamente, mi ha suggerito caldamente di allattarlo in sala d’aspetto) e non avevo a portata il ciuccio (guai…davanti al pediatra!): mi sono resa conto solo allora che senza ciuccio sono un po’ perduta…
Ma il problema, apparentemente, è risolto. Sissignore, perché da qualche tempo a questa parte, il pargoletto ha scoperto di possedere non soltanto un pugnetto chiuso da ciucciare quando ha fame (di notte ormai non mi sveglia più piangendo – francamente ormai piange solo verso sera e, secondo me, quando è stanco con la testa che ciondola e non vuole dormire – ma con il “ciuc-ciuc-ciuc” ritmato ed eseguito ad occhi chiusi mentre ancora dorme con la mano in bocca), bensì anche un utensile creato all’uopo: il pollicino, da suggere nei momenti di sconforto o quando il ciuccio sfugge di bocca.
Morale: mi consola il fatto che d’ora in poi (forse) potrebbe essere più facile abbandonare il ciuccio… mi spaventa invece la possibilità che quel pollicino, poverino, finisca tra qualche tempo tutto macerato.
Per ora cercherò di mantenere le unghiette corte e pulite… e, quando posso, di sostituire furtivamente il ciuccio al dito!