E anche questa settimana è volata. Sono successe tante cose: tanti impegni, tante spese, tante cene, tanti nuovi traguardi.
Il primo è il sorriso “vero”: quel sorrisone tutto gengiva che oramai è facilmente evocabile con una carezza o una frase detta col tono giusto o un nomignolo ben assestato (pecorino, rigurgito, puffo, formaggino, ruttolo etc). Il prossimo step sarà il sorriso “sonoro” che ho potuto apprezzare fatto bene solo una volta.
Il secondo traguardo è la modifica degli orari notturni: innanzitutto ci tengo a dire che birra rossa sì, birra rossa no, Verduzzo sì, Verduzzo no… se vuol dormire, dorme, se non gli va, non dorme (e questo mi fa sentire meno degenere). Poi posso quasi affermare con certezza (domani ovviamente sarò sconfessata…) che abbiamo abolito la levataccia delle 2.00 di notte. Pietro mangia, dorme e…quando si sveglia si sveglia. Il punto è che a volte si addormenta dopo la poppata delle 19.00-20.00… a volte dopo quella delle 23.00… Ieri sera per esempio ha frignato tantissimo (mai come l’altro ieri, giorno in cui volevo spararmi per la prima volta). Ha mangiato alle 20.00, poi ha pianto fino alle 21.30, poi si è addormentato per svegliarsi e reclamare la tetta solamente alle 5.00 di mattina!!! Poi di giorno magari la vuole ogni tre ore scarse…mah!
Il fatto è che da quando ha quattro giorni, siamo sempre in giro. E’ stato abituato a uscire praticamente tutti i giorni in macchina (dove infatti si rilassa, dorme e non piange quasi mai). Quando io ho la giornata “relax” o devo stare a casa per forza perché è brutto o devo fare le pulizie (io non ho nessuno che mi aiuti a casa)…lui sclera. Piange, vuole che stia lì vicino, se finisce il carillon vuole che lo faccia ripartire subito, se cade il ciuccio non può aspettare etc… Ammetto che talvolta mi devasta (soprattutto quando scaglia il ciuccio lontano e poi lo reclama per “n” volte) e lo lascio piangere un po’. Anche perché non è giusto abituarlo che appena fa: “Uè” tutti corrono (ovviamente una volta che mi sono assicurata che abbia mangiato e sia pulito!). A volte smette da solo. A volte torno lì e comincio il tour: dalla culla alla sdraietta, dalla sdraietta alla carrozzina, dalla carrozzina sul letto, dal letto alla culla, finchè non trova la posizione che più gli aggrada o la canzone che concilia… Tra l’altro ha sviluppato questo suo tono querulo di quando è infastidito ma non ha né fame né mal di pancia e vuole solo richiamare l’attenzione. E’ un “Uè” debole, poco convinto, intercalato a versetti di vario tipo.
I versetti sono un’altra conquista: è il terzo tipo di comunicazione dopo le urla e il pianto. Sono belli perché di solito si accompagnano ai sorrisoni o agli sgambettamenti del “bambino gioioso” sul fasciatoio (luogo che ora adora: appena tolgo il pannolino è il bimbo più felice del mondo).
Il quarto record è quello del vomito: una sera ha poppato tantissimo in soli 15 minuti (che è il suo tempo medio di poppata). Ad un certo punto mi guarda ancora attaccato e mi vomita tutto addosso. Faccio per prenderlo su… e mi vomita ancora. Chiamo Fabio: “Aiuto! Portami qualcosa!” e mi rivomita addosso. Non so quanto abbia mangiato né quanto abbia vomitato ma… ha allagato se stesso, la mia maglietta, i miei pantaloni, il divano e il cuscino… Io mi sono messa a piangere per lo spavento (ha fatto fatica a respirare per qualche secondo!).
Dopodomani partiamo per il mare. Alla fine credo che porterò la carrozzina (niente ovetto, sfondo la carrozzina e poi la metto via). Ho comprato anche il liquido per sterilizzare. Porterò comunque anche lo sterilizzatore a microonde e il tiralatte. Una scatola di pannolini, la crema geranio e citronella per le zanzare e il Nivea bimbi 50+ ipoallergenica per il sole… Fabio voleva comprargli un costume da bagno (ne abbiamo regalato uno alla bimba della nostra amica che ha compiuto un anno e verrà con noi in vacanza). La verità è che Pietro ci sembra già un bambino grande…e invece è piccolino!
Ieri inoltre ecografia alle anche: c’è un’immaturità dell’anca destra, da ricontrollare a fine agosto. Vedremo. Infine, a me non è arrivato ancora niente per quanto riguarda le vaccinazioni.
Io dovrei rientrare il primo di ottobre, ma credo che prenderò un altro mese di congedo parentale. Il fatto è che in 5 anni di Scuola di Specializzazione, ho a disposizione un totale di 12 mesi per poter stare a casa, a prescindere che io li utilizzi per malattia o maternità. Altrimenti mi salta il contratto (visto come siamo tutelate???). Io me ne brucio esattamente 6 in questo modo. Me ne restano altrettanti, che vorrei idealmente impiegare per una seconda maternità. Il problema è che se io stessi male per qualche problema (che ne so, mi rompo una gamba) o, facendo le corna, il bimbo avesse un qualche problema che mi costringe ad assisterlo a casa per un po’, sono fregata e rischio di perdere gli anni di scuola maturati e di vedermi rompere il contratto (anche se il contratto stesso non è molto chiaro su questo punto). Fatto sta che ci eravamo interessati per il nido, pensando di mandare Pietro non appena possibile (il nido dell’ospedale li prende dai cinque mesi compiuti, ma bisogna fare tre settimane di ambientamento prima di inserirli). Questo perché Fabio ed io siamo tendenzialmente contrari a lasciare il bimbo con babysitter varie, ma assolutamente non per un problema di sfiducia, anzi, perché soprattutto Fabio crede che a questo punto, lasciato senza genitori, sia meglio che passi le sue giornate con più figure “educative” e con altri bimbi, per non abituarlo troppo bene con una singola figura che non sia la mamma (non so se sia giusto o no, spero non si risenta nessuno!). L’alternativa erano le nonne, che infatti premono per mandarlo al nido solo verso l’anno di vita, per scongiurare malattie (inevitabili comunque, ma a volte meno gravi se contratte più avanti).
Il problema è che mia madre abita a 60 Km di distanza. Mia suocera è disponibilissima e ho un ottimo rapporto (abbiamo comprato casa vicino a casa sua apposta), ma ha una madre anziana e malata e in ogni caso non ci piaceva l’idea di affidarle il nipotino tutti i giorni, non ci sembrava giusto. E invece… Non abbiamo ancora deciso, ma per ora siamo a questo punto: rimandare l’ingresso al nido fino a circa a 7 mesi compiuti e nel frattempo affidare il bimbo alla suocera tre giorni a settimana e gli altri due a mia mamma, che si fa la scarrozzata fino a Monza (però arriva solo verso le 11.00 per ovvi motivi logistici e quindi la mattina è ancora con la suocera!). Un bel compromesso, no?
Ma vogliamo parlare di quanto cavolo costa il nido?