Ok, ragazze, so di essere impopolare ma stavolta ve lo devo dire… Mi fate girare le balle!!!
E’ l’invidia che parla, ovviamente. Ma veramente voi non avete idea di come sia avere un bimbo che non mangia. O meglio, forse sono io che non avevo idea di cosa volesse dire avere un bimbo che mangia! Insomma, con Pietro, a meno di fare il pappone (e nemmeno tutte le volte!), è sempre una lotta. Fabio, soprattutto quando era malato, come sapete non mi aiutava, offrendo subito lo yogurt o il frutto se non mangiava quel che c’era. Ma ora siamo uniti e fermi. Il problema è che la maggior parte delle volte non mi mangia praticamente un cazzo. La colazione non esiste: a volte vuole un succo, a volte beve 100 ml al massimo di latte. Se va bene mangia mezza fetta biscottata con la nutella. A volte la domenica al bar mangia mezza pasta frolla o mezza brioches. A pranzo, se non c’è il pappone, va bene se spilucca qualcosa.
Per dire, ieri 5 (di numero) raviolini di Rana e un quarto di mela. Ieri sera 4 (di numero) bocconi di cotoletta, mezzo Babybel e una banana e mezza (che in effetti mi ha stupito). Oggi a pranzo 6 (di numero) penne alla carbonara con 2 (di numero) cubetti di pancetta. Ora, la regola è che se non mangia quel che c’è, non mangia un cazzo. Viceversa, se mangia (e a volte cedo sul finire del tutto il piatto, cioè gli dico di mangiarne almeno ancora un po’), dopo può chiedere quello che vuole. E il bello è che non è che chiede il gelato o il cioccolato o le caramelle. Chiede magari il salamino. Insomma, non sembrano proprio capricci.
Il problema è che ora siamo all’arma del ricatto. Ieri per esempio abbiamo fatto le cotolette insieme. Abbiamo messo il grembiulino, rotto l’uovo, preso le cotolette, impanate etc. La prima è stato bravissimo. Alla seconda aveva già preso in mano la terza. Alla terza… ha voluto addentarla. E mi ha piantato un capriccio allucinante con tanto di pan grattato sparso per la cucina perché voleva mangiarsela cruda. Gli ho detto che l’avrebbe mangiata, ma cotta. Ovviamente, avutala nel piatto, non la voleva e continuava a mettere i bocconi nel mio piatto. E io mi sono imbestialita. L’ho tirato giù dalla sedia e gli ho detto che non avrebbe mangiato più niente, di andar pure di là a vedere i cartoni da solo. Lui ha cominciato a piangere ed è salito sulla sedia di nuovo mangiando i famosi quattro bocconi. Ogni giorno è una lotta. Con me da solo è tendenzialmente bravo. Ma ci sono dei trigger che mi/lo fanno imbestialire. Uscire dal bagnetto. Vestirsi. Stare allacciato al seggiolino. Ormai lo ricatto. E sembra funzionare. Stamattina andava in giro col pisello al vento. Gli ho chiesto in ogni modo di vestirsi. Lui s’è messo a girare sulla macchinina. Mi sono alzata, l’ho scrollato dalla macchinina e, senza urlare o sculacciare, l’ho segregata sul balcone dicendogli che non l’avrebbe più vista. E così ieri con la girandola che continuava a usare come bastone contro i mobili. E così con i pennarelli con cui ha dipinto sulla porta di casa. In tutti e tre i casi lui s’è messo a piangere chiedendomi di essere abbracciato. Poi si è vestito da solo (oppure ha pulito la porta con la salviettina). E non me li ha nemmeno chiesti indietro, i giochi. Glieli ho ridati io. Certo, è estenuante. Minacciarlo sempre, che se non esce dal bagnetto il bagnetto non lo fa più. Che se non si allaccia al seggiolino non andiamo più da nessuna parte. Che se non mi dà la manina per strada lo mollo lì. Però sembra funzionare.
Per questo mi girano un po’ le balle.
A chi mi scrive che sua figlia ha avuto febbre, vomito e diarrea e mi strippa perché ha mangiato “solo” cotto, pesca, zucchine, pera e uva: ma è stata bravissima! E poi, considerando che è una mangiona (che le piace mangiare, cioè, che di solito non la devi obbligare!) non credo proprio che potrebbe usare quest’arma di ricatto in futuro, semplicemente perché a lei piace mangiare!
E a chi mi scrive che dopo il primo e il secondo suo figlio si mangia “pure” il formaggino Tigre! Baciati i gomiti! A questa età più calcio mangia meglio è…
Insomma… scusate lo sfogo ma per me l’idea che mio figlio mangi primo O secondo è un miraggio! Eppure cresce… mah!
Vi racconto com’è andata per noi in questi ultimi giorni.
Sabato giornata campale: siamo andati a Bimbinfiera. Coda per arrivare al cancello, un po’ di delusione appena dentro (è proprio una fiera, con un puttanaio di gente assatanata che si accalca agli stand che tanto tu non puoi guardare perché tuo figlio cerca di vagare e perdersi tra la folla), ma poi è stato bellissimo. Perché Pietro è stato bravo (per la verità ha addentato uno che sul gonfiabile non lo faceva passare, ma io in realtà “non ho visto” e quello non ha battuto ciglio e non ci sono stati altri episodi). Siamo stati a provare le moto elettriche, la ruspa, il trenino. Il teatrino. Siamo stati sopra il pony, nella vasca delle palline. E poi la mamma è riuscita anche a prendere un set con piattino-termos, forchettina e cucchiaino per il nascituro a metà prezzo (lo so, sono un po’ avanti, ma non comprare niente niente non mi piaceva). Allo stand dalla Hipp davano un pappone e un omo di frutta che Pietro (per dire!) s’è sbafato per poi crollare esausto nella macchina. Al ritorno abbiamo preso McDonald al McDrive e poi ci siamo fermati dai cuginetti a vedere i criceti nuovi. Nel pomeriggio abbiamo lasciato Pietro da mia suocera e siamo tornati a Milano ad un negozio di dischi rari usati, dove abbiamo fatto incetta. La sera, ultima cena a casa della Francesca, dove c’è stato litigio (ovviamente) con Clara per una palla.
Domenica ho provato a portarlo a Messa. Da piccolino ci veniva (ma ci veniva anche Fabio, in un guizzo peri-matrimoniale). Poi ho smesso perché non riuscivo a tenerlo. Mia madre dice che per forza, se non lo porto sempre, non ha il senso del Sacro. E’ stato bravo. Bisbigliava, sfogliava il libretto del catechismo con i disegni. Peccato che dopo il Vangelo abbia voluto a tutti i costi uscire. Non ha fatto scenate, semplicemente ha detto basta. E allora ho squillato a Fabio che è venuto a prenderlo. Voi come fate?
Nel pomeriggio siamo stati al paese vicino, alle bancarelle. E’ stato TUTTO IL TEMPO nel passeggino. Gli preso anche un piccolo gelatino alla crema. Arrivati alla macchina gli abbiamo detto che è stato bravo, bravo, proprio bravo. E lui, come per magia, ha cominciato a fare scenate. A non salire sul seggiolino, a voler suonare il clacson, ad alzarsi in piedi. Alla fine s’è slacciato in corsa e al primo stop è volato a testa in giù tra il sedile posteriore e l’anteriore. S’è spaventato moltissimo e ho colto l’occasione per spiegargli il perché del seggiolino. Questo fatto di fare il capriccio mentre lo stavo lodando mi è sembrato un caso. Invece, la sera, gli stavo insegnando a scrivere il suo nome. La P, la I, la E. Insomma, sembrava aver capito! Allora gli ho detto, tutta tronfia, che era bravo, bravo, bravo. A lui son brillati gli occhi. Poi mi ha chiesto dove fosse il pennarello viola. Io gliel’ho dato (“Tieni, amore mio!”) e lui, fissandomi con aria di sfida, l’ha preso e puntato sulla tovaglia e poi sulla sedia e poi sui vestiti, tirando delle belle righe. Insomma, come a dire: e adesso cosa mi dici?
A voi è mai successo?
Ieri prima giornata da soli. S’è svegliato verso le otto e mezza ma io ero già sveglia da quando Fabio era uscito. E’ stato quasi un’ora a vedere i cartoni, ma nel frattempo io ho ritirato uno stendino, fatto una lavatrice, lavato me stessa e fatto colazione. Poi mi ha aiutato a fare il letto. Alle 9.30 siamo andati al parchetto sotto casa dove ha giocato bene senza mordere le due gemelline che c’erano lì. Solo, mi ha fatto la finta di scappare verso la strada e io HO CORSO per raggiungerlo, scatenando un dolore allucinante ad un legamento sotto il bacino che ancora adesso quando appoggio la gamba sinistra mi fa malissimo. Dopo un’ora mi chiama una mia amica per chiedermi se volessi andare in centro, che doveva fare dei vaccini. Insomma, siamo andati là, ma poi non la trovavo. Siamo stati al bar. Poi con la mia amica abbiamo rinnovato il disco orario e siamo andati in un altro posto dove lui si è bevuto un succo. Sono anche passata con lui in un “baby-parking” (dove tra l’altro me l’hanno preso e portato a giocare e poi non voleva più venire via) a chiedere info (40 ore, 280 euro…non credo che lo farò mai). Arrivati a casa c’era mia mamma che non vedeva da tre settimane (era al mare). Ha mangiato i famosi 5 raviolini. Poi nanna. Io sono andata all’Esselunga, poi mia mamma mi ha fatto il colore e infine ha smistato con me tre sacchi di roba di Pietro piccolo per vedere cosa c’era che potesse andar bene al “Tellino”. Ieri sera ero esausta.
Stamane giro con l’altra nonna. Ho visto dove andavano, i loro rituali, il bar, il panettiere, il parchetto. Poi siamo tornati per un’ora (cacca, lavatrice, sistemare la casa). E poi siamo andati da una mia amica a pranzo (le famose 6 penne coi 2 cubetti di pancetta). Scenata per salire sul seggiolino, ricatto, ramanzina ed eccoci a casa, con lui che fa la nanna e io che scrivo a voi.
Che dire? Ho una missione, questo mese. Resettare mio figlio. Per ora devo dire che non è possibile annoiarsi. In questi due giorni son distrutta! Ma devo dire che lui, specialmente da soli, è proprio tutta la mia gioia. In ogni caso sto ricevendo inviti a destra e a manca per vedersi di qui e di là anche con amiche che non vedo da un bel po’. Se avete proposte (parlo con chi ha orari di lavoro un po’ elastici), noi siamo qui, compatibilmente con i ritmi “frenetici” della mamma single con un “Tellino” nella pancia.