Come non detto.
L’aperitivo di ieri sera è saltato perchè la mia capa mi ha chiamato nel suo studio alle 17.30 per discutere con la rianimatrice un caso difficile di cui io teoricamente ero esperta avendo avuto a che fare con uno analogo questo inverno… Il “consulto” è finito alle 18.40 per cui le mie colleghe (eravamo solo in tre) hanno disdetto tutto. Alla fine sono arrivata a casa alle 19.00. Fabio ha insistito perché io facessi la torta di zucchine (ricetta di mia mamma) da dare a Pietro.
Mi sono ammazzata a cucinarla in tutta fretta (con Pietro che voleva aiutare: gli ho fatto rompere un uovo che per metà ovviamente è finito a terra). Alla fine lascio il bimbo sul seggiolone e vado a rinfrescarmi prima di uscire per la cena: sento rumori strani e dico a Fabio di guardare cosa sta facendo Pietro. Torno di là e mentre Fabio (a due metri di distanza) svuotava la lavapiatti, vedo che Pietro aveva rovesciato a terra metà bicchiere d’acqua e poi aveva spiaccicato tutta la sua fetta di torta e travasato la stessa all’interno del bicchiere. Mi guardava tutto intento a mescolare. Insomma, per la serie, che cazzo l’ho fatta a fare? E poi: che senso ha aiutarmi da un lato e poi consentire un danno dall’altro? Ma vabbeh…
Comunque serata piacevolissima con le mie amiche. Son tornata alle 23.30. Gli uomini sono andati a letto alle 21.30.
Il caso vuole che Pietro ieri sera, dopo mesi, si sia suicidato giù dal lettino senza però farsi male (ovviamente io non c’ero per poter verificare la dinamica). Subito dopo pare che, spaventato, sia piombato in un sonno profondo. Forse ogni tanto fa bene prendere uno sciopone…