E come è stato preso l’arrivo del nostro Santiago Gabriele a casa?
Il cane non l’ha preso benissimo: affetto da una misteriosa forma di diarrea idiopatica, i primi giorni ho dovuto spesso pulire casa (e se fosse stata una reazione emotiva?). Di fatto, ogni volta che Goga fa qualche versetto, il cane risponde abbaiando. Abbaiando all’aria più che altro. Perché ovviamente non capisce da dove provengano i singhiozzi, i singulti e i vagiti. E quello stridio “Hiiiiiiii” tanto somigliante a quello di Pietro appena nato, che anche Santiago ha al posto del pianto classico del neonato. A nulla è valso fare annusare il pargolo al cane, spiegargli amorevolmente che d’ora in avanti avrebbe avuto un altro ospite in famiglia: dopo poco, al versetto successivo, riprende la sfilza di abbai, che a quanto pare non disturbano il sonno del poppante. Probabilmente ci era già abituato da quando stava in pancia.
Dal canto loro Pietro e Leo sembrano molto contenti.
Pietro tuttavia sembra un po’ più restio ad avvicinarsi, sembra quasi in soggezione, teme forse di potergli fare male, ma, diciamolo, c’è da considerare anche una certa sua ritrosia nei confronti di tutto ciò che è cacca, pipì, scoregge, diarrea, rutti e rigurgiti. Non è raro che nel momento in cui vince le sue remore e si avvicina al bimbo, questi emetta un sonoro “Prooooot”. Al che Pietro si ferma e, con sdegno: “Che schifo!”, se ne va.
Leonardo invece è molto interessato all’argomento. Come si allatta, come si cambia, come si lava… Io ovviamente gli insegno tutto perché, ci conto, prima o poi mi aiuterà davvero. Solo la pulizia del cordone l’ha lievemente traumatizzato. Per il resto è un ottimo omino di casa: lo prende in braccio, lo culla, mi aiuta con i bottoncini dei vestitini e con i pannolini, mi passa gli oggetti, gli mette il ciuccio…
Questa sera ho dovuto accompagnarlo a tennis e ho chiesto a Pietro di guardare Santiago, ammetto non senza un certo patema d’animo.
“Cosa devo fare?”
“Niente, se piange dagli il ciuccio. Se piange ancora ignoralo. Se però vomita o rigurgita, giralo sul fianco. Se hai bisogno chiama!”
Sulla via del ritorno gli scrivo come va, se posso portare il cane a fare un giretto breve o se devo tornare su subito (il cane era con me, come sempre).
“Porta pure il cane” mi dice lui.
Finito il giretto torno a casa e trovo Santiago nella culla, occhi spalancati e rapiti dalla musica che Pietro gli ha messo accanto sul tablet.
“E quindi?”
“Piangeva. Gli ho messo Compilation Jazz su Youtube ed ha smesso istantaneamente!”
Quando si dicono i geni…