Leonardo ha compiuto 11 anni. Abbiamo festeggiato per tre giorni come qualcuno fa per i matrimoni.
Ha voluto fare l’esperienza di una escape room con qualche compagno di scuola il venerdì. Il sabato sono venuti alcuni nostri amici con figli a casa. La domenica i nonni a pranzo.
L’anno scorso era molto preoccupato che SG potesse nascere il suo stesso giorno. Giustamente, ha voluto i suoi spazi. Essere il figlio di mezzo dicono sia piuttosto dura. Non sei il maggiore, ma nemmeno il minore. E quando si è dotati di un cuore buono e di una spiccata sensibilità come lo è Leo, è difficile non provare emozioni contrastanti (si sentiva in colpa anche solo per aver desiderato di poter godere di un compleanno tutto per sé).
Il fato ha poi voluto che SG nascesse quasi quindici giorni dopo il previsto. E così abbiamo salvato capra e cavoli.
Sono molto contenta dell’approccio di Leo alle scuole medie. Finalmente quasi del tutto autonomo sulla gestione dei compiti e della preparazione dei materiali, trovo che viva la scuola in maniera più spensierata rispetto a quando frequentava le elementari. Ha stretto amicizia con diversi compagni, è stato a sua volta invitato a diversi compleanni. Sta dimostrando anche certe doti artistiche che non sappiamo da dove derivino, essendo sia io che mio marito piuttosto negati nel disegno. Gioca a tennis una volta a settimana. Gioca a calcio due volte a settimana, più la partita del sabato. Anche questa cosa, l’aver voluto praticare uno sport che fosse solo suo (il calcio), l’ha emancipato dal fratello maggiore, come era suo desiderio. Inoltre l’impegno che ci mette è veramente encomiabile. Pioggia, vento, freddo, nebbia: nulla lo può fermare.
Pietro ha iniziato a prendere lezioni di pianoforte. Finalmente, oserei dire. Da quando sono nati i miei figli ho sempre detto loro che, qualunque strumento avessero voluto imparare a suonare, li avrei supportati. Nemo profeta in patria. Abbiamo chitarra (che suonava Fabio), ma anche pianoforte e sassofono (che suono io). Da piccolino gli ho insegnato a leggere la musica. Ha un orecchio veramente allenato e da due anni canta in un coro. L’altro giorno ha espresso questo desiderio e da allora, una volta a settimana, va a lezione di pianoforte. Il che comporta l’aggiunta di un ulteriore appuntamento al già ben nutrito carnet (tennis, scacchi, coro).
Santiago Gabriele, al momento, non gioca a tennis né a calcio, almeno non a livelli agonistici. Adora la pallina da tennis, ma anche il pallone da calcio.
Picchia sui tasti del pianoforte quando può e balla ogni volta che sente una canzone.
Ama le matite, ma solo perché hanno un buon sapore.
Ogni tanto sgranocchia un alfiere o un pedone, ma non sembra essere interessato a loro quando si trovano su una scacchiera.
Posso concludere che, per fortuna, almeno per quanto riguarda i suoi hobby, staremo tranquilli per qualche anno ancora…
Almeno spero