5 febbraio 2023

Goguito è uno spasso. 

Simpatico, solare, intelligente…

…intenibile. 

Si fracassa dappertutto in ogni dove. E’ il bambino più gibollato che la storia abbia mai visto.

Unicorno perenne sulla fronte, talvolta centrale, talvolta asimmetricamente spostato in base al fatto che abbia colliso con lo stipite destro piuttosto che il sinistro. Tonalità cromatiche dei lividi sempre cangianti. Un giorno il labbro rotto. Un giorno il naso spellato (era scivolato mentre camminava rasente il muro ruvido del ballatoio). 

Direte: “Ma insomma, come si fa a non riuscire a prevenire?”

Non so che dire. Sono al terzo figlio eppure tutta questa vivacità forse non l’avevo mai sperimentata. Per raggiungere gli oggetti SG non cammina, corre. Il suo entusiasmo negli spostamenti lo espone costantemente al rischio di caduta. Ancora non riconosce i marciapiedi, i gradini, le aiuole, i pali della luce. Non ricorda che, se apre un cassetto, poi deve togliere le dita prima di richiuderlo.

Oltretutto è un inguaribile monello.

Adora le ciotole del cane, tanto che il poverino rimane pomeriggi interi privato di quella dell’acqua perché Santiago altrimenti prende la rincorsa e vi si tuffa a pesce. Ama altresì le crocchette del cane, a tal punto che, se non stiamo attenti, le sgraffigna a tradimento al legittimo proprietario e se le caccia in bocca iniziando a masticarle fantozzianamente, sperando di non esser visto.

Lesto, fulmineo: un secondo prima la tovaglia è sul tavolo, un secondo dopo la tovaglia è a terra. Afferra bicchieri, posate, piatti, utensili vari e non sempre si riesce a toglierglieli di mano per tempo. Sgattaiola nel bagno di servizio, apre il fasciatoio e si mette a frugare ovunque, disseminando pannolini e  bodini in anticamera. 

Curioso come una scimmia, se apri un armadietto della cucina inizia subito eloquentemente ad imitare Chewbacca fino a che non gli mostri che cosa hai preso e, se è qualcosa di commestibile, novanta su cento gliene devi dare un pezzetto.

So perfettamente che questi comportamenti non vanno assecondati, ma spesso è difficile mantenere una linea comune. Anche perché… avete davvero presente Chewbacca?

Per quanto riguarda il nostro rapporto siamo rientrati nella fase “cozza”: quando mi vede mi corre incontro gridando “mamma” e piange anche se solo faccio il gesto di posarlo a terra per avere il tempo di togliermi la giacca, sfilarmi le scarpe o, non sia mai, fare la pipì. Ero un po’ risentita nei mesi scorsi perché sembrava che non mi si filasse più come prima: stava bene con le nonne e la babysitter. E anche con mio marito, che venera più di quanto apparentemente abbiano fatto sia il primogenito che il secondogenito alla medesima età. Invece è tornato con piacere ad avvinghiarsi a me. Adora che gli legga i libri tenendolo in braccio. A dirla tutta ha un rapporto morboso con i libri. Iniziatone uno, gira forsennatamente tutte le pagine e poi pretende di cominciarne subito un altro. Poi ci ripensa, ne vuole due insieme. E mi ritrovo con un libro su ogni ginocchio, il bambino in mezzo, a leggere la storia riportata a sinistra mentre indico le immagini raffigurate a destra. Gli piace che io conti i personaggi sulle pagine. “Quanti sono i coniglietti? Uno, due, tre, quattro…” e così via. In questo è molto simile a Pietro alla sua età. Però lui era più paziente e i libri non li ha mai maltrattati. Santiago invece è riuscito a disintegrare volumi cartonati che erano sopravvissuti 14 anni. Ha completamente smontato un libro musicale, che peraltro era il suo preferito, estraendo uno ad uno i circuiti interni che collegavano le immagini da premere per generare il suono alla cassa posta sul fondo.

Capisce tutto. Qualunque cosa io dica, ho la netta impressione che sappia perfettamente di cosa parli. Il che mi lascia perplessa considerando che talvolta quando si dice: “Ora basta, smettila, no!”, diventa improvvisamente sordo. Ha preso qualche scapaccione, quando ha ripetutamente tolto le mascherine dalle prese elettriche fingendo per l’appunto di non sentire i nostri continui richiami. A volte però funziona di più un NO molto secco, improvviso, che lo tramortisce e lo fa scoppiare a piangere. In questi casi poi corre (sì, anche in questi casi non cammina) a farsi prendere in braccio, come a chiedere scusa o protezione.

Gli piace da matti uscire. Se metto la giacca, anche solo per andare a portare la pattumiera, corre all’armadio dell’ingresso tentando di aprirlo e inizia a sbraitare fino a che non gli prendo le scarpe e il piumino. Quando però non è previsto che esca anche lui, si frappone tra me e la porta e mi supplica, attaccato alle gambe, perché io ci ripensi. Una volta mi sono divertita a vedere quale paio di scarpine scegliesse di mettere, giusto per capire se avesse una preferenza. Ci ha pensato su qualche secondo e poi, senza ulteriore esitazione, ha scartato le sue preferite con le lucine e gli scarponcini arrivati a Natale e ha optato invece  per un paio di Kickers rosse con le stringhe, usate in precedenza dal figlio tredicenne di una mia storica amica mamma. Si vede che è un fan del vintage.

All’aperto è il bambino più felice del mondo. Sul passeggino regge bene, a patto di stare sempre in movimento. Un giorno siamo scesi al parchetto con i fratelli grandi e la palla leggera. Si pensava di giocare tutti insieme, ma lui ha preferito camminare in cerchio nell’erba alta fino a che ha raggiunto i lavori in corso vicino alla ferrovia. C’erano un grosso braccio meccanico e una betoniera in movimento. Lui si è fermato lì, ammaliato, a guardare. Mancavano solo le manine incrociate dietro la schiena e sarebbe stato un perfetto “umarell”. Chissà quali altre passioni scopriremo insieme…

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