Dopo “mamma“ e “tre“ Santiago ha pronunciato la sua terza parola.
Ci trovavamo a tavola tutti insieme all’ora della cena. Per gioco abbiamo cominciato a chiedergli di fare “ciao-ciao con la manina“.
Mentre agitava la manina all’eco delle nostre voci che ripetevano incessantemente: “Ciao ciao ciao ciao”, ad un certo punto si è fermato, concentratissimo. Ci ha guardato e, con una voce diversa da quella che solitamente utilizza per urlare (insomma una voce da bambino adulto se così si può dire), serissimo, ci ha salutati. “Tchao”, ha detto, pronunciando tutte le lettere con molta enfasi. Noi siamo scoppiati in un boato fragoroso, al che il pargolo si è messo a ridere. Pietro e Leo in coro: “L’ha detto! Ha detto ciao! Ciao ciao ciao! Santiago, di’ ciao!“
Santiago ci ha pensato su qualche secondo e poi ci ha deliziati con un secondo “Tchao”.
Evviva, evviva!
“Fabio, ti prego, prendi il cellulare che gli facciamo un filmino!”
E niente… SG non ha più proferito verbo.
Paganini non ripete e, se ripete, lo fa una volta sola.