Ho riesumato le biciclette.
La mia in particolare erano più o meno dieci anni che non la utilizzavo. Una passata di straccio, una pompata alle gomme, una rapida verifica che il seggiolino fosse ben fissato e siamo stati pronti per partire. Pietro e Leo pedalavano davanti a me. Sulla mia schiena, il trasportino per il cane (vuoi andare al parco senza cane?). Santiago sembrava contento. Mano a mano che prendevo velocità alzava le mani come se fossero ali. Salutava i passanti. Urlava e sorrideva.
La prima volta che siamo usciti ci siamo fermati in una zona dove erano presenti giochi per bambini. Non c’era praticamente nessuno. Ho lasciato il cane libero mentre guardavo i grandi giocare da soli. SG stava vicino a me, su una panchina. Ha fatto la merenda con il biscottino e il biberon di camomilla. Ho provato a farlo andare su uno di quei giochi con la molla sotto, che dondolano avanti e indietro. Rideva, ma era molto difficile evitare che sbattesse i dentini sul dorso dell’animale in legno e quindi, alla fine, ho preferito desistere. La tappa successiva l’abbiamo fatta al bar, dove i ragazzi hanno acquistato tre ghiaccioli. Ho scoperto così che Goguito adora i ghiaccioli. Ha letteralmente divorato il mio (all’arancia!) tenendolo stretto tra le mani. E non vi dico le urla quando è finito. Così, col manubrio tutto impiastricciato, siamo ripartiti alla volta di casa.
La seconda uscita è stata più impegnativa. Ho lasciato volutamente il cane a casa perché avevo progettato un giro un po’ più lungo. Percorso qualche chilometro, ci siamo fermati ad una fattoria, dove abbiamo legato le bici e abbiamo fatto il giro dei recinti con gli animali. Abbiamo visto le oche, per me veramente bellissime, gli asinelli, il pavone, le mucche, le galline, i galli, i maiali. Abbiamo fatto merenda e poi abbiamo proseguito pedalando per più di 20 Km tra strade asfaltate, ghiaia e sterrati. Ogni tanto pensavo alla pompa della bicicletta che avevo dimenticato a casa e mi chiedevo cosa sarebbe successo se avessimo forato (proposito per il futuro: comprare uno di quei kit di riparazione delle gomme delle biciclette o quantomeno una di quelle schiume che si spremono all’interno della camera d’aria quando si fora, giusto per avere il tempo di tornare a casa).
La terza uscita l’ho fatta da sola con Goguito. I ragazzi erano al mare con i nonni paterni, vacanza questa alla quale avrei inizialmente dovuto partecipare anche io, ma che poi, per svariati motivi, tra cui difficoltà logistiche, si è rivelata impraticabile. Attanagliata dall’horror vacui dopo tre mesi intensi senza un attimo di pausa in compagnia di tre figli, presa dal sacro fuoco, ho cercato tutti i giorni un diversivo. Sono andata a giocare a tennis, sono andata a trovare mia madre, ho invitato a cena voi amiche (per la prima volta riunite sotto il mio tetto), ho organizzato un aperitivo con le compagne del tennis e sono andata a fare un giro al parco con il mio bambino.
Questa pedalata è stata bellissima: lui ed io, soli, nel vento, un pomeriggio di estate. Il sole sulla pelle nei tratti scoperti. La fresca ombra del bosco quando ci addentravamo negli sterrati. Ho pedalato in lungo e in largo a velocità sostenuta forse chiedendo fin troppo alla mia vecchia, rossa, scassata bici da donna senza marce.
Che dire: mi è piaciuto tantissimo e non vedo l’ora di rifarlo!