Le vacanze scolastiche sono agli sgoccioli.
Per fortuna che esistono ancora le sagre di paese. E per fortuna che i miei figli, di buon carattere, abituati fin dalla più tenera età a frequentarle, ancora ci vengono appresso quando vi ci si reca. Per Santiago, invece, l’esperienza è stata nuova.
Abbiamo così scoperto che il ragazzo ama la musica dal vivo, di qualunque genere si tratti. Cover band degli anni ‘80, cover band heavy metal, cover band di pezzi italiani anni ‘60. Come sente un buon groove o una intrigante linea di basso, nessuno lo riesce a tenere fermo. Il malcapitato che in quel momento ce l’ha in braccio ha davvero di che sforzarsi per evitare che il bimbo, nel suo dimenarsi, non gli scappi dalle braccia. Salta sulle gambe, agita i pugnetti a ritmo di batteria, lancia urla inquietanti con i suoi ormai sei dentini in bella vista e gli occhi stretti a fessura nei momenti topici della canzone.
Per non parlare poi del suo innato piacere nel mangiare qualunque cosa si trovi sui tavoli di legno della sagra, compresi tovaglioli e utensili per la cena. Costine, arrosticini, fajitas, tacos, patatine fritte, salamelle, Mojito. No, aspettate, il Mojito non gliel’ho dato.
Poi, ad un certo punto, inaspettatamente, mentre ancora agita i pugnetti (uno vuoto, uno con una patatina dentro) sbadiglia, appoggia la testa sulla spalla e si addormenta di schianto.
Il tutto ovviamente nel bel mezzo del concerto.
Poco male, finiamo di vederlo da soli, sicuri che comunque lui abbia apprezzato.