15 luglio 2022

Nonostante la scaramantica scelta di non augurarmi nulla, il weekend fuori porta con amici è stato piuttosto impegnativo. Perché Santiago ci ha testato con il suo primo febbrone della vita. 

Tutto è iniziato un paio di giorni prima della presunta partenza. Di ritorno da consueto giretto con cane, prelevo il bambino dal passeggino e me lo trovo rovente. Ok, fuori ci sono 37°C, aspetto un poco a misurargli la febbre. Diciamo però che la percezione tattile materna difficilmente sbaglia, dopo tanti anni di esperienza. E infatti il fornellino rimane bello caldo anche una volta rincasati e il termometro rettale segna 38.5°C. Il pargolo non sembra presentare sintomi aggiuntivi, peraltro mangia e beve. E’ solo un poco più letargico. Il giorno prima, oltretutto, mentre si trovava sul divano in braccio a Leo, divincolandosi come solo lui sa fare, si è esibito in un tuffo di testa con impatto frontale su gres porcellanato effetto legno. Tanta paura, un bellissimo unicorno da sfoggiare, ma niente di più.

In presenza di febbre il mio secondogenito, che già il giorno prima sentendosi responsabile si è messo a piangere, mi chiede: “Non sarà mica stata la botta in testa di ieri, vero?”

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5 luglio 2022

E siccome a gufarmela sono bravissima, non c’è da stupirsi se, non ancora giunti a destinazione, abbiamo dovuto fare una sosta forzata a 100 Km dal confine. Diceva mio marito: “Che meraviglia, non c’è traffico. E che bel cielo azzurro!”. Cantava Vasco: “Una splendida giornata” alla radio. E in quel momento abbiamo visto schizzare la lancetta della temperatura fuori scala, un attimo dopo che si fermasse di botto l’aria condizionata.

La scelta dell’auto con cui andare in ferie era caduta sulla mia per motivi di spazio, pur consapevoli che avrebbe potuto essere un terno al lotto. Si rompe qualcosa ogni tot mesi e tutte le volte ci diciamo che è l’ultima che la facciamo aggiustare. Ma alla fine ci rendiamo conto che, al momento, non ci sarebbe possibile sostituirla e quindi andiamo avanti in questo modo. Usciti dall’autostrada, accostiamo e constatiamo che il livello di liquido refrigerante è sotto lo zero. Rabbocchiamo con dell’acqua e, scesa la temperatura a valori accettabili, ripartiamo lentamente. Dopo poco però il motore ci molla e, incrociando le dita e lasciando scorrere le ruote in discesa, ci ritroviamo in panne esattamente davanti ad un’autofficina. Suoniamo disperatamente il campanello (è domenica!) e per fortuna un gentile signore ci fa lasciare la macchina dentro il cancello, promettendo di darle un occhio il giorno dopo. E precisando che: “Se il motore ha mollato, la situazione sarà sicuramente molto grave!”. 

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