Cena da amici sabato scorso (due colleghi). Chiedo a Fabio se è certo di portare anche i bimbi.
“Ma certo che sì, siamo una famiglia!”
Per fortuna (o purtroppo) le altre due coppie invitate danno buca. Pappa enorme per Leo, crema di riso e ricotta, sembra che il bimbo stasera non abbia il fondo. Uscita fantozziana con passeggino, borsone, borsa dei giochi e bambini incappucciati sotto il diluvio universale. Coda per incidente con tanto di fiaccole al suolo. Fabio non sa la via esatta dei nostri ospiti.
Di qui, di lì, di là: tre inversioni a U consecutive. Sentiamo tossire timidamente. Sentiamo una puzza indicibile. Fabio, mi sa che Leo ha rigurgitato.
Mi giro e vedo una scena raccapricciante: Leo completamente affogato nel suo vomito. Tutto il piumino, il seggiolino, il sedile posteriore cosparsi di una colata bianca e rancida. Tra le imprecazioni di Fabio (Cosa cazzo gli hai dato da mangiare! Quanta roba gli hai mandato giù!), le mie (Ma come cazzo guidi! Ma non potevi informarti meglio di dove abitano?) e gli sfottò di Pietro (Il Leo ha vomitato! Il Leo ha vomitato!) accostiamo e, sotto la pioggia battente, estraggo il pargolo dal seggiolino, lo sgrullo il più lontano possibile dal mio corpo, lo depongo sul sedile anteriore dove, con portiera aperta, lo denudo e lo cambio da capo a Piedi. Fabio fa fuori una confezione di salviettine nel vano tentativo di detergere le superfici. Arriviamo con trenta minuti di ritardo a casa degli amici. I quali, quando vedono la truppa, strabuzzano gli occhi, manifestando allo stesso tempo angoscia, stupore e disorientamento (ovviamente Fabio non aveva avvisato che ci sarebbero stati i figli).
Io mi sento odor di vomito addosso, ma non capisco dove ce l’ho, continuo ad esaminarmi in tutti gli specchi della casa, ma nisba.
La serata poi in sé va bene (Pietro costretto a mangiarsi la zuppa di peperoni, la giardiniera con porcini e gli spiedini di carpaccio al vino rosso).
Certo, un po’ di casino, molta fatica ad essere tutti simultaneamente al tavolo nello stesso istante, un continuo palleggiarsi il Leo e impedire a Pietro di toccare tutti i soprammobili della meravigliosa casa. Alla fine il Leo si addormenta anche.
Torniamo a casa esausti ma contenti a mezzanotte passata, la prospettiva di dover lavare un mucchio di roba nel weekend.
Lunedì mio marito incontra lei e scopre che quella sera, dopo che ce ne siamo andati, dopo anni di convivenza, i due si sono mollati!
I motivi non glieli poteva spiegare (erano in mensa davanti a tutti) ma… vero che non c’entriamo???