10 settembre 2012

Oggi il grande giorno!

Sveglia alle 8.00 (ovviamente quando c’è da alzarsi dormono entrambi), colazione e doccia veloce (sapeva di selvatico, il mio bambino!). Poi camicia e calzoncini. Grembiulino, qualche foto e via. Abbiamo preso il lavoretto (abbiamo incollato delle conchiglie raccolte da Pietro su delle foglie e messo il tutto su un cartoncino che ci avevano consegnato alla riunione per mettervi i ricordi dell’estate…). Sacche gialle e in strada. Dove una signora ci guardava dal balcone e diceva: “Quanto è bello!” Era proprio bello col suo grembiulino candido con “Pietro P.” cucito sul taschino in giallo. Arriviamo a scuola alle 9.00, ma le porte sono ancora chiuse. Si accalcano mamme con bambini. Non vedo nessun “giallo”. Un bimbo un po’ prepotente spintona un po’ Pietro. Una bimba piange. Un’altra (che andava al nido con Pietro e che ora è nei “blu”) sta in braccio a sua mamma. Pietro è bravo, uno dei pochi che sta fermo, un po’ imbambolato. Comincio a sperare che aprano perché temo che potrebbe stufarsi!

Finalmente aprono e una folla di gente si riversa nell’istituto. Seguo l’onda e vedo che i genitori appoggiano i bambini sull’armadietto e mettono loro le pantofoline (mi dico, oddio, mi son persa qualcosa, qualche riunione?). Poi mi accorgo che sono finita nel posto sbagliato, seguo la strada per i “gialli” e praticamente siamo i secondi a varcare la soglia della classe, o meglio a fermarci davanti alla soglia della classe. A quel punto vedo arrivare altri bimbi che salutano la maestra e realizzo che sono i mezzani e i grandi che hanno iniziato settimana scorsa e che quindi sapevano già tutto. Allora chiedo quanti siano in classe e mi dicono 27, di cui 10 piccoli, di cui 5 inseriti oggi (perché provenienti dal nido) e 5 settimana prossima. E dico, ma dove sono gli altri? Mi indicano una bimba in braccio all’altra insegnante e mi dicono che gli altri tre ancora non ci sono…

Faccio per mettere le sacche nell’armadietto (fuori dall’aula) e Pietro fa un verso tipo: “Nnnnnnnhhhh” (tipo inizio di capriccio). Mi giro e dico: “Guarda che sono qui!” La maestra gli dice di guardare i giochi e dal quel momento non l’ho più visto. Si è messo a giocare con una bambina più grande (ovviamente bambina e ovviamente più grande) con una pista di macchinine. E devo dire che era bravo. Così bravo che la bimba gli ha chiesto dopo due minuti: “Vuoi essere mio amico?” Mi stavo sciogliendo… Lui ha risposto, ma non ho sentito cosa ha detto.

A quel punto dico: “Cosa si fa ora? Dove mi devo mettere?”

“Ah, niente, puoi salutarlo e andare via!”

“Ah. Mi dai un bacio Pietro, che io vado?” Mi manda un bacio da lontano e io vado lì perché lo voglio vero. Ci baciamo sulla bocca e me ne vado (in tempo per vedere una mamma consegnare il proprio figlio alla maestra dicendo: “Oggi lui niente verdure!” e facendo la faccia di una che aveva pulito cacca molle per tutto il weekend. Evvai!).

Uscita, mi ricordo che non ho avvisato di chiedergli spesso se gli scappa la pipì. Torno senza farmi vedere (e sbircio e vedo che gioca con un’altra pista) e dico alla maestra di stimolarlo che se no si dimentica e si fa il “goccino”. Poi esco e vado a pagare la quota extra (10 euro per materiali vari + 50 euro di “lezioni di ginnastica”). Poi… poi non so che fare! Vado al bar e bevo un marocchino. Poi vado all’Iper e mi compro un phon (il mio s’era folgorato mesi fa). Poi torno a casa e guardo la mail. Alle 11.00 esco per andare a prenderlo. Per strada comincio a vedere gente con bimbi in braccio e realizzo che la maggior parte è già uscita (anche se ero perfettamente in orario!). Mi affretto. Arrivo alla classe (entrando dal giardino) e vedo la maestra con in braccio Pietro sorridente che mi vede e si butta giù: “Mammaaaaaaaa!”. Mi corre incontro e lo sollevo. Vado verso la maestra e sbircio nella classe, dove scorgo gli altri bimbi tutti coi loro grembiulini seduti ai banchi (tutto diverso dall’asilo nido, per fortuna, dove nei miei ricordi regnava il caos).

“E’ stato bravissimo. Non ha pianto, ha cominciato a chiedermi di te quando ha visto andare via tutti gli altri” E poveretto… c’aveva ragione pure lui! Ma io giuro che ero puntuale! Poi le ho chiesto della pipì e mi ha detto che nonostante l’invito ha detto più volte che non gli scappava (e poi l’ha fatta a casa e non era pisciato per fortuna). Per strada mi ha detto che lui domani vuol stare a mangiare lì. E quando gli ho domandato se anche lui si era seduto al banco, lui mi ha detto che era seduto affianco a Tommaso. E che aveva conosciuto una tale Beatrice (stasera dice che la sua amica si chiama Sara, ma vabbeh…).

Insomma, scaricato a casa, io sono andata al lavoro, dove mi aspettava una bella guardia fino alle 20.00. Devo dire che sono proprio contenta. Ed ero anche emozionata. Anche al nido era stato facilissimo, all’inizio. Poi aveva cominciato a piangere, a fine inserimento. Spero che non si verifichi questa cosa (a parte che è più grande!). In generale, faccio coraggio a chi oggi non ha avuto un’esperienza “perfetta”: magari poi andranno meglio i vostri del mio! 

E a casa? Il Leo con la babysitter tutta per sé, finalmente è diventato il “principino” del maniero…

PS Terzo dentino spuntato (incisivo superiore destro) e quarto in vista, sempre in alto a destra!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.