11 novembre 2011

Ragazze, non ho ancora letto le 120 mila mail che vi siete scritte in due giorni. Non so cosa fare.

Ieri mattina mi alzo dopo una notte in cui avevo avuto male bilateralmente alle tette (a tal punto da cambiare reggiseno alle 3.00 di mattina) con anche tutti dei dolori alle spalle, alle articolazioni e alla testa. La tetta sinistra appare un po’ arrossata vicino all’areola, ma la destra, che mi faceva malissimo verso l’ascella, era perfettamente normale. Non sapendo che fare, mi tiro il latte e cavo in cinque minuti circa 130 ml di latte, la maggior parte da sinistra, metto in un bibe, che metto in un thermos.

Siccome avevo da fare i controlli a Leo, mi faccio forza, prendo una Tachi 1000 ed esco con i bimbi. Porto Pietro dalla nonna e proseguo per l’ospedale. Arrivo là verso le dieci e finisco a mezzogiorno: ABR (con le cuffiette e gli elettrodi, troppo buffo), otoemissioni (mentre dormiva della grossa) e fundus oculi (il fundus fa troppo impressione, gli sollevano la palpebra con una paletta di ferro, povero!). Tutto nella norma. Nell’attesa, si scola il bibe.

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8 novembre 2011

Leo, nato di 3820 g, lungo 54 cm, circonferenza cranica 36 cm, il 31 ottobre pesava 3590 g, il 1 novembre 3730 g, il 3 novembre 3900 g e il 7 novembre 4000 g.

Tornando al giorno della sua nascita, arrivata in stanza, noto che il bimbo è stato parcheggiato al nido in attesa di bagnetto. Poco male, mi riposo un po’, anche se già mi manca. Arrivano addirittura anche le prime visite, che dirotto direttamente al nido. Mi dicono: “Che bello, non piange!”. Ma io comincio un po’ a fremere. Intanto i miei mi salutano e vanno via (hanno un congresso a Rimini, torneranno il terzo giorno). 

Fabio va a sollecitare il nido per il bagnetto. Sarebbe importante raccogliere le urine con il condom, in modo da poterle inviare in microbiologia al più presto e fintanto che il bambino è sporco di meconio, non si può fare. Nonostante i solleciti sono quasi le quattro e ancora niente bagnetto. Non so quanto pesa, non so quanto è lungo. E soprattutto, mi manca.

Quando Fabio mi dice che è là che piange malcagato da tutti, vado al nido: insomma, che mio figlio abbia una deprivazione materna appena nato, e anche per causa altrui, non ho proprio voglia! Chiedo se posso prenderlo e allattarlo. “Signora, ma è sporco!” Non mi interessa. Lo attacco e via. Dopo un po’, finalmente, me lo prendono, lo lavano. Peso 3820 g, lunghezza 54 cm, circonferenza cranica 36. All’altezza del fratello maggiore! Tutto profumato, finalmente gli mettono su il condom, ma ha le palline enormi e non sta su bene.

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4 novembre 2011

In risposta alle vostre domande:

Pietro si svegliava urlando qualche tempo fa. A volte gridava dei nomi o delle frasi (“Nonna!”, “Papà caduto!”) a volte parlava nel sonno, anche se sveglio ma con occhi chiusi (“Dammelo!”, “E’ mio!”, “Voglio brioches!”). Per questo l’ho sempre attribuito a brutti sogni.

Anche lui è suscettibile. Se vede un cartone troppo pauroso mi chiama dicendo che ha paura. O anche quei programmi dove ci sono gli adulti vestiti da elfi o pupazzi. Dice: “Quetto non mi piace, mamma!”.

Sul vestirsi da solo, mi è successo di cedere e di permettergli di svestirsi e poi rivestirsi. Anche perché in ogni caso, i pantaloni se li toglie da solo (poco tempo fa l’ho trovato nudo completo in piedi nel lettino con tutte le coperte buttate fuori, comprese le cerate!)

Sulla colazione, come sapete, lui non la fa abitualmente. Il bibe di latte è un’eccezione che chiede a volte nel letto verso le 6.00 di mattina. Se no c’è la schiumetta con la brioches al bar nei giorni festivi o con la nonna in settimana. Stamattina ha mangiato un krumiro.

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3 novembre 2011

Del mio dubbio delle 5.00 di mattina di quel 28 ottobre già sapete: tornare in vasca oppure no? L’idea però di bagnarmi di nuovo non è molto allettante. Decido di sdraiarmi ancora un po’ a letto, questa volta con un cronometro vero (il mio telefono non ce l’ha!) e di monitorare effettivamente l’andazzo delle contrazioni. In effetti sono di un minuto, sono “fortine” e si verificano circa ogni tre minuti. Dopo un po’ chiedo a Fabio cosa fare. All’inizio ci diciamo che è meglio aspettare le 8.00, così iniziamo un turno nuovo (con medico e ostetrica), senza interruzioni. Io però gelo di freddo, così comincio a vestirmi. Poi mi faccio un the e mangio qualche biscotto. E lì mi rendo conto che mi devo fermare al momento delle contrazioni, alzare in piedi e gemere un po’. Fabio prende tempo, carica la macchina. Alla fine usciamo di casa e mi devo fermare due volte prima di arrivare alla macchina e poi ad ogni semaforo (praticamente anche i verdi, aspettando pazientemente i rossi) per smaltire la contrazione. Anche nel parcheggio del PS mi fermo, ma lì già faccio i miei vocalizzi (aaaAAAaaa) e  (incredibile!) sentendomi da dentro, viene fuori un’ostetrica a prendermi (la stessa che avevo trovato al controllo delle perdite qualche giorno prima).

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