15 novembre 2011

Cavolo ragazze, non riesco a starvi dietro!

Io ho avuto dei giorni un po’ così. Le tette vanno meglio, anche se, a sorpresa, è comparsa una zona arrossata sopra la tetta destra e non me la spiego, perché non è particolarmente dolente. Fatto sta che sto prendendo antibioticix3/die, fermenti latticix2/die, ferro 1/die, antinfiammatorio 1/die. Mi sembra di essere in ospedale. Senza contare che laggiù le perdite non diminuiscono o meglio, un giorno quasi niente, il giorno dopo ancora tocchi di roba. Fatto sta che dopo i tre giorni di pioggia di settimana scorsa, i tre giorni di febbre e gli ultimi due, ero un po’ giù. Fabio torna a casa tardi (anche perché va abbastanza tardi al lavoro). E io, se voglio uscire, al massimo vado all’Iper alle 18.30 di sera, che sembra notte e c’è la nebbia. E dopo un po’ che giro col carrello mi fa male dappertutto, in particolare la testa che ancora non è a posto e non capisco perché. 

Pietro è bravo per la verità, ma vuole sempre che stia appresso a lui se Leo dorme. E quindi non ho un attimo per me. Facciamo il puzzle (figata, 150 pezzi, lui è “abbastanza” paziente, il problema è che non vede l’ora di distruggerlo, tentazione troppo più forte di lui), disegniamo, guardiamo i soliti cartoni. Ma Leo giustamente si sta un po’ svegliando fuori anche di giorno e diventa sempre più difficile dare attenzioni a entrambi.

Fabio ieri è rientrato per un’ora e poi è uscito per il tennis. Io dopo l’Iper sono riuscita persino a farmi la doccia. Poi, appena uscito Fabio, ho fatto la pappa a Pietro, allattato Leo, cambiato Leo, giocato con Pietro, dato il rabbocco a Leo, lavato i denti a Pietro, fatta fare la pipì a Pietro, messo a letto Pietro e mentre ero lì che leggevo la favola è tornato Fabio (due ore dopo!) che avevo appena fatto in tempo a mettere in forno il contorno surgelato. Mi fa: “Ti vedo un po’ tirata…”

Morale: oggi ha chiesto lui a sua mamma di portarmi via Pietro. E lei è venuta verso le undici, ma io non lo sapevo e quindi volevo uscire ma non ero pronta (struccata, con la tuta, Leo che doveva mangiare, nel bel mezzo di un puzzle).

In realtà non vedevo l’ora di uscire per rinnovare la mia SIM card che mi impediva di utilizzare il telefono nuovo che mi è arrivato settimana scorsa. Non so come ho fatto, ma mi sono catapultata in centro e sono riuscita a farlo, poi sono persino passata da Pianeta Bimbo a prendere le coppette assorbi latte e sono tornata a casa. Mia suocera ha portato Pietro da lei e me lo riporterà Fabio stasera quando torna da lavoro. Ora sono qui che ho l’umore ottimo, ma come sto messa? Solo per essere riuscita ad uscire con la luce del sole? Forse non è così poco importante in realtà… 

Non è che non chiedo aiuto. Diciamo che non è automatico. E quindi ogni volta devo chiedere. Cioè, se fosse per esempio che Lune viene mia mamma, Marte tengo entrambi, Mercole mia suocera lo prende tutto il giorno, Giove viene mia mamma, Venere lo porta a fare un giro mia suocera e poi me lo riporta, io non dovrei più chiedere. Invece qui i programmi sono sempre diversi e da una parte mia suocera dice che non vuol disturbare, dall’altra mi è sembrato un paio di volte che lei non fosse tanto contenta di tenere Pietro. In realtà forse è stata una mia impressione.

La verità è che ha avuto un periodo un po’ così ed ha avuto una lieve forma di depressione proprio in concomitanza con la nascita di Leonardo. Il fratello di Fabio s’è mollato con la tipa con cui stava da sette anni e poi ha ammesso che la nascita di Leo la ha in qualche modo “immalinconita” perché le fa ripensare a tante cose, alla sua vita etc. La capisco. Ma vi giuro, per qualche tempo non è più stata lei e io non sapevo quanto potessi “osare” e chiedere. D’altro canto, quando viene mia mamma, non è che io faccia molte cose: fondamentalmente gioca con Pietro mentre io stendo, ritiro la roba dalla lavapiatti o faccio la doccia. Ma poi, mentre dormono, non è che esco, bensì chiacchiero con lei (anche perché è un piacere, ovvio, ma così non “sfrutto” al massimo la sua presenza). 

In più volevo parlarvi di Pietro, che non si sveglia più di notte è vero, ma nonostante cocciutamente noi lo mettessimo a nanna alle 21.30, lui resisteva a letto continuando a chiamare o a cantare o a saltare fino anche alle 23.00, quando magari io e Fabio eravamo già a letto a nostra volta!

Il fatto è che Leo (che tra parentesi stanotte, finalmente ha mangiato ogni tre ore!) quando mangiava ogni ora e mezza, dopo le sette di mattina, magicamente, intervallava ogni tre ore. Perciò poi è successo più di una volta che ci alzassimo alle 10.00, Pietro compreso (e solo perché svegliato da me!). Quindi da un lato mi fa anche comodo che si addormenti tardi, perché io posso dormire quelle tre ore! Ma ora, se Leo adatta un po’ gli orari e io mi riposo di più di notte, non credo sia giusto che Pietro mantenga questo andazzo. Quindi cos’abbiamo fatto? Sabato Fabio, bravissimo perché io ero di umore nero e tutta dolente, l’ha stancato per bene portandolo fuori tutta mattina. Poi l’abbiamo messo a letto verso le 15.00 (più tardi dell’ora solita) e svegliato dopo solo un’ora e mezza. Ragazze, funziona! La sera alle 21.30 è andato giù secco. E anche in questi ultimi due giorni, magari tira le 22.00, ma dorme bene e si sveglia comunque attorno alle 9.00 (a volte 8.30, a volte 9.45!). Consiglio quindi di ridurre la nanna pomeridiana (Pietro faceva anche 2.30-3 ore!) per beneficiare del riposo notturno.

Capitolo pipì. Pietro è regredito prima della nascita di Leo. Ed era fastidiosissimo. Tuttora comunque gli “incidenti” accadono (non più pisciata completa, però. Anche se con la cacca ancora capita che faccia il pezzettino nelle mutande e poi lo dica o che la faccia proprio tutta nelle “mutande della notte”, cioè il patello o prima di dormire o appena sveglio, lasciando intendere che sa perfettamente che quelle non sono affatto “mutande della notte”), ma con minor frequenza. L’altro aspetto che è rimasto è che non dice quasi più che deve fare la pipì: dobbiamo portarcelo noi e molto spesso con la forza perché nega che gli scappi e poi ne fa un litro!

Io all’inizio non capivo, poi mi incazzavo (ma quasi mai con lui), poi mi veniva da piangere. Perché oltretutto (e non è l’ultimo dei problemi!) ogni volta era un cambio completo e una serie di lavatrici infinita. Chi s’incazza/ava di più è Fabio. Posto che sono d’accordo con le altre sullo spiegare sempre sempre il perché, lui lo sgrida di brutto. Gli chiede perché non l’ha detto, perché non l’ha tenuta. Gli fa ripetere la frase che deve dire per la pipì e per la cacca etc. E a volte lo fa urlando. Io lo sgrido, ripeto le stesse cose, ma cerco di non urlare perché temo di ottenere l’effetto opposto però a volte mi viene proprio da piangere lì davanti e secondo me, anche se succede, basta spiegargli perché, se no si spaventa. Era successo anche che si pisciasse tutto durante la nanna pomeridiana (non mette le “mutande della notte”) e ora non succede più. Secondo me soffriva di una sorta di “ansia da anticipazione”, termine col quale si connota un tipo di disturbo d’ansia, cioè quello che anticipa l’effettivo evento supposto come ansiogeno, nella fattispecie, la nascita del fratellino. Visto poi che il fratellino non è che gli scombussolasse tanto la vita, si è rasserenato. Mentre confermo che di notte, sarà il freddo, non lo so, ma ha tutto il patello pisciato. Io non glielo toglierei, ma dico così perché non gliel’ho mai tolto nemmeno prima…

E poi non sopporto che Pietro quando fa la cacca nel vasino, si chiuda in bagno. I vostri lo fanno? Mi chiama solo quando ha finito però ogni tanto l’ho beccato a trafficare col vasino e con oggetti trovati in bagno, il che mi fa imbestialire…

A chi mi chiede consiglio sull’assentarsi due giorni: io andrei tranquilla il weekend. Io sono stata via tre giorni a Vicenza e poi a Genova e Pietro è sopravvissuto bene (una notte anche senza papà perché era uscito per una cena importante e quindi era stato dalla nonna da solo). La cosa importante è non trasmettere l’ansia della partenza. Poi, concordo nel dirlo il giorno stesso che parti. Ma senza mentire tipo “torno subito”. Semplicemente dicendo che vai via e che lei starà dalla nonna e poi torni a prenderla. Poi responsabilizzi tua figlia e le dici che deve fare la brava (così le giri la frittata). E poi, secondo me, visto un po’ l’andazzo iniziale che ho io ora con due, vedrai che a ritroso ti sarà sembrata una cosa piccolissima da fare, anche perché, metti che Pietro si ammali pesantemente, io non mi farò scrupoli a mandarlo dalla nonna per evitare contagi al “Tellino”. Per cui meglio prepararsi e fare un paio di prove prima che trovarsi in una situazione di urgenza e non saperla gestire.

A chi ha il figlio malato: lo ricordo bene il broncospasmo di Pietro quando aveva sei mesi: è angosciante! Secondo me la pediatra intendeva consigliarti l’umidificatore caldo, che ho anche io, che umidifica praticamente appannando anche i vetri della cameretta (effetto doccia accesa). Poi, io mi fido ciecamente di voi e credo sia una buona idea avere l’inalatore (che io non ho!) perché ogni volta che ne parlate vi emozionate!

A chi ha avuto la figlia positiva al citomegalovirus alla nascita: sono “contenta” di sapere che posso condividere con te queste emozioni che si sono susseguite e si susseguiranno durante i controlli. A volte temo di essere offensiva nei tuoi confronti, che pur essendo passata per la stessa storia (anche se in effetti più tardi nel corso della gravidanza), non ti sei mai lamentata e non ti sei mai scoraggiata nonostante poi la tua bimba avesse pure gli esami positivi. Ogni tanto mi sento proprio piccolina nel raccontare tutte queste cose quando ci sei tu che affronti sempre tutto con forza e fiducia. E’ vero, essere medico ed essermi informata fino alla nausea non ha aiutato, ma d’altra parte come dite voi, non si può essere diversi da come si è e quindi uno prende di se stesso pregi e difetti e manda giù.

A chi ha la figlia ancora in ballo con vomito etc. Cavolo poverina! Pietro avrà vomitato cinque volte in vita sua! E lei è sempre dentro!

Mai come ora sono più contenta di averlo ritirato dall’asilo: a parte che è da domenica scorsa (quindi dieci giorni pieni) che ha sta tosse allucinante senza febbre. L’altro giorno aveva un inizio di congiuntivite, abbiamo anche comprato l’antibiotico che poi non ha messo. Ma veramente, come avrei fatto con le influenze? Sì, sarei stata molto più libera, ma a che prezzo?

Infine, chiedo io a voi consiglio. Io non voglio fare l’errore di due anni fa quando, nonostante la bella stagione, avevo un figlio solo e non uscivo da sola molto spesso (forse anche per colpa di quel caldo torrido)! Ok, andiamo verso l’inverno, ma quando questo sole buca la nebbia, si sta anche bene. Io vorrei uscire con entrambi i bimbi. Magari andare a piedi solo fino al parchetto qui sotto. Per ora, quando siamo usciti con Fabio, Pietro è sempre stato bravo, attaccato alla carrozzina (in realtà una volta è corso avanti lungo il marciapiede). Ecco, la domanda è proprio questa… ma se mi scappa? Non dico che vada in mezzo alla strada, ma semplicemente se si stacca e va per conto suo più avanti o fa una corsetta (come quella volta che ero ancora incinta e per riprenderlo mi son strappata un muscolo), io devo mollare la carrozzina in mezzo alla strada e correre a prenderlo! Questa cosa mi spaventa. Si tratta davvero di poca strada ma devo attraversare due volte e poi nel parchetto ci sono due uscite. Insomma chi di voi ha due figli piccoli, ci va in giro a piedi con due? Sennò mi sembra di non essere nemmeno libera! Se devo chiedere aiuto anche per attraversare due strade…

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