29 gennaio 2011

Che dire. Un mese e mezzo di latitanza. Un mese e mezzo intensissimo.

In questo mese e mezzo, stranamente, Pietro si è ammalato solo due volte. La prima, il 27 e il 28 dicembre (solo febbre). La seconda un paio di settimane fa (sempre solo febbre), quando però ha appestato tutti con un raffreddore pazzesco (che lui non ha avuto). Ho dovuto persino andare a dormire sul divano tanto Fabio mi rendeva impossibile il sonno a furia di soffiaggi di naso e rigiri nel letto! Al nido erano stupiti: “Ci sono solo due bimbi e uno dei due è Pietro! Probabilmente STA SEMPRE BENE grazie a TUTTE QUELLE VERDURE che mangia!” Io e Fabio basiti.

Sì perché, a parte che era la prima volta che “stava sempre bene”, le verdure ancora le schifa, la sera. Anzi direi che la sera mangia poco o niente e in realtà anche il mezzogiorno del sabato e della domenica non mangia molto. Ma al nido dicono che sbafa via tutto. Il fatto è che Fabio mi ha impedito di comprare i papponi salvavita (mais e tapioca etc.) che, quando Pietro mi rifiutava tutto, erano l’unica cosa che ingeriva. La motivazione? Adesso è grande e mangia con noi. Il che significa che a volte non ingerisce nulla e alla fine, contro la mia volontà, mangia solo frutta (che adora). Kiwi interi, pere, mele, banane… Ma non mi sembra giusto perché, proprio per il fatto che sono dolci, secondo me è come avvallare il suo capriccio e “premiarlo”. Il pediatra, tuttavia, ha detto che non è una cosa grave, che probabilmente davvero mangia tanto al nido. Senza contare che a merenda mia suocera e mia madre gli danno frutta, yogurt, panettone (che lui chiama “Natale”) e chi più ne ha più ne metta.

Ieri visita dal pediatra per l’appunto: altezza 85.5 cm, peso 12.3 Kg, circonferenza cranio 50.5 cm (sempre sopra il 90esimo percentile). Per peso e altezza siamo tra il 50 e 75esimo. Ha tutti i denti, tranne i molari. 

In questo periodo il lavoro è stato tantissimo. Tante guardie, che ora, con lo stratagemma dell’inizio guardia a mezzogiorno (arrivando però comunque alle 8.30), fine guardia alle 20 e re-inizio alle 7.30 del giorno dopo, garantiscono praticamente 12 ore di lavoro il primo giorno e 10 quasi sempre anche il giorno dopo. Insomma, un massacro. L’altra sera sono rientrata alle nove di sera. Mi è venuto incontro Pietro trotterellando nel suo pigiamino. “Mamma!” E io: “Amore!” E lui: “Nanna!” E io, rattristata: “Sei sicuro?!?” E lui: “Sci!”. Insomma, non avevo nemmeno tolto il piumino che l’ho messo a letto. Inoltre ho dovuto preparare questa lezione (che poi è andata bene!) presentando un caso clinico che mi hanno dato all’ultimo e al quale mi sono appassionata tanto (anche perché ho scoperto che il paziente in questione abita nel mio palazzo ed è un caro amico di una cara amica di Fabio). Insomma, più che per la lezione in sé, ci tenevo (e tengo tuttora) al paziente, che andavo a trovare tutti i giorni per capire come stava (un caso incredibile, una malattia molto intricata). E ora me lo sono preso a cuore a tal punto che, anche se la lezione è andata, non me la sento di mollarlo (è ricoverato in un altro reparto). Poi ci sono stati altri amici e parenti malati, i vicini di casa etc… Insomma visita qui, vai a trovare là, informati di qui etc. Tutta roba che occupa tempo e che impedisce di “staccare” dal lavoro quando effettivamente vai via dal lavoro. In più il mio referente in ospedale ha una polmonite ed è a casa, quindi la neo assunta (neo assunta perché appunto in due non ce la facevamo) in realtà fa le sue veci e siamo punto e a capo. Se non che la mole di lavoro è aumentata incredibilmente dal momento che al Centro Dialisi ad Assistenza Limitata devo andare non più quattro volte al mese, ma quattro volte a settimana! Fabio nel frattempo è riuscito ad ottenere un incarico come dipendente SSN. Incarico che tuttavia non è ancora partito. Per cui lui sta ancora lavorando gratis. E sembra sarà così fino a marzo (praticamente quattro mesi di lavoro gratis!). L’unico sfizio che si toglie (per modo di dire) è di arrivare verso le 9.00 al lavoro. Infatti porta lui tutte le mattine Pietro al nido (e io non oso pensare come diventerà la mia vita quando dovrò tornare a farlo io). Per il resto fa orario pieno. E ad aprile abbiamo il mutuo…

Mio fratello non son più riuscita a sentirlo, visto il fuso. La gravidanza della sua compagna comunque procede e lui non ha ancora trovato lavoro. Io sono piuttosto triste perché sono praticamente tre mesi che cerchiamo un fratellino e ancora non arriva. E io mi sto facendo un mucchio di film sul fatto che avrei dovuto ascoltare Fabio e cominciare a provarci questa estate, “che tanto subito non arriva”. Poi penso che la colpa sia nel fatto che la TC lombare che ho fatto a ottobre per valutare le mie ernie discali mi abbia “irradiato” gli ovuli e io non sia più fertile. Ma si può essere più scema di me??? E sono pure un medico! Fatto sta che questo fatto condiziona il mio umore perché da un lato il mio sogno di avere i bimbi vicini fra loro si allontana di mese in mese, dall’altro mi ritrovo tutti i giorni in ospedale a pensare al fatto che il lavoro è l’ultima cosa importante e che io lavoro troppo, mi stresso e non mi trovo nelle condizioni psicologiche di rimanere incinta. Come quando ero gravida di Pietro, ora mi sembra tutto relativo, anche le cose al lavoro che mi sembravano importanti, il fatto di essere sempre efficiente, preparata, aggiornata, di soddisfare i superiori. Ora mi viene voglia di mandare tutti a cagare e di andare a casa a far l’amore. Ora, vi prego non ditemi niente, tipo “più ci pensi e più non viene”, tanto lo so già… e mi innervosirei ulteriormente!

Per parlare di cose belle… io amo mio figlio! Prima ci fu il Natale. Con le canzoncine imparate al nido e Pietro che diceva “Buon Natai!” a tutti. Poi ci fu la registrazione video in cui scartando i regali trovò il libro della Pimpa e guardando la telecamera esclamò tutto eccitato: “A Pimpaaaaaaaaaa!” E io mi scioglievo sempre più…

I regali Fabio dice siano stati troppi e inutili per un bimbo solo. Io, stranamente, non la penso così. Ho chiesto dei libri perché lui li adora letteralmente. E secondo me non ne sono arrivati abbastanza (tanto che poi gliene ho comprati quattro anche io!). Questa cosa del leggere è la fonte della mia gioia. Perché lui arriva da me gridando “Liio!” e brandendo un libro. Si arrampica su di me, a volte appena rientro in casa dal lavoro che ho ancora la giacca. Si siede sulle mie gambe incrociate (non importa che io sia su una sedia, sul divano o per terra) e ascolta tutta la storia appoggiando la testa sul mio petto. Come ricorderete, Pietro non è mai stato un “bimbo-in-braccio”. E quindi io passo anche letteralmente un’ora a leggere trascurando tutte le attività di casa pur di godermi questi momenti. Lui è pazientissimo. A volte vuole che gli prenda il ditino e indichi le parole. A volte io indico e lui mi dice cosa sono le cose indicate. Ultimamente mi fa pure gli scherzi. Parte a indicare l’animale giusto, poi si ferma e indica quello sbagliato, al che io dico: “Noooooo” e lui ride come un matto. Mi sono accorta che sa le storie a memoria (come me). Se comincio a recitare il libro e lascio in sospeso una parola, lui la dice (o ci prova). Altri regali sono stati il Duplo (che adora, soprattutto perché gli sto insegnando a contare, mano a mano che mette i pezzi uno sopra l’altro: “Uno, due, te, quaccio, cinche, sei, secce, occio, novi, deti!”). Poi un gioco interattivo della Chicco a forma di tavolino (che ho lasciato a mia suocera), due altri giochini musicali (che ha mia mamma), tre mega peluches (questi effettivamente inutili), una tenda canadese che gravita in camera sua (anche questa effettivamente inutile, ma molto spassosa, ci gioca volentieri dentro e ospita anche i mega peluches), un maglione fatto a mano dalla zia, un camioncino, qualche miniatura di animali della fattoria e… la cucina Scavolini (probabilmente il regalo più costoso, che in barba alla nostra necessità di risparmiare, è stato il regalo di mamma e papà). Troppo piccolo tuttavia per giocarci bene, per ora ingombra la cucina padronale di pentolini e vegetali finti, generando solo gran disordine.

Adora disegnare, è bravissimo, riempie il foglio e mette la lingua tra i denti, tutto concentrato. A volte scrive pure sul muro. L’altra sera siamo usciti per una pizza noi tre e siamo riusciti a stare a tavola mentre lui disegnava sulle tovagliette di carta.

Gli piace cantare, sa il “Giro-girotondo” e la “Casetta in Canadà” (non le parole, quanto la melodia). La “Vecchia fattoria” mi fa morire perché io la canto variando la melodia e lui la ripete così. E’ intonato, se cambio tonalità mi viene dietro. E poi la “Ninna nanna”.

Adora il bagnetto (qualche mese fa di punto in bianco ha cominciato a opporsi mentre gli lavavo i capelli). Ora mette la testa sotto l’acqua da solo.

Scenate ne fa anche lui. Si contorce sul fasciatoio, me l’ha divelto tutto. Credo che lo butterò perché esce la spugnetta dappertutto. Se non vuole essere portato via o preso in braccio si accascia al suolo, anche in mezzo alla strada. E poi ci sono cose, come attaccarsi allo specchio a muro e tirare, che anche se ti incazzi come un muflone, anche se ti metti a parlargliene con calma, insomma anche se le provi tutte… lui continua a fare. Fabio dice che non è ancora in grado di capire l’ordine. Per me capisce benissimo.

Tra i nuovi vocaboli c’è finalmente “Sci” per dire “sì”, “Acùa” Per dire ancora. Poi chiama bene anche “Zio” e “Zia”. “Azie” per dire grazie. Ma non molto di più. Tuttavia mi sconvolge quando abbina le poche parole che sa. Quando dice: “Acùa lacce, mamma!” E io mi sciolgo. Ora quando gli chiedi come si chiama a volte dice “Pippi” (o Pepi, per gli amici) ma ultimamente si chiama anche “Petiooooo” da solo quando si nasconde sotto i peluche (che con mia sorpresa adora!) in attesa che io lo chiami e poi, sorpresa, esclami: “Eccolo!”

Infine, due siparietti:

  1. “Pietro, smettila di tirare fuori la terra dal vaso e buttarla a terra!” E lui, niente, prende una manciata e la butta giù! “Ti ho detto basta!” Scapaccione. E lui, niente, la prende e la scaglia giù. “Adesso basta! Chiedi subito scusa!” Lui ci pensa un po’, fa una faccia contrita poi piano piano si china, si mette in ginocchio, avvicina il volto al terriccio fresco…e dà un bacino al pavimento…
  1. “Mamma, mamma, mamma!” “Arrivo, Pietro, aspetta!” “Mamma, mamma, mamma!!!” “Arrivoooo, mi vesto e arrivo!” “Mamma, mamma…” Boooooom. “…Ueeeeeeeee” Corro in camera sua e mi trovo Pietro in piedi in mezzo alla stanza che si massaggia la bogia. Ha scavalcato le sbarre del lettino!!! Lo rimetto dentro e scopro che proprio tira su la gambetta e la porta al di là del parapetto per poi lasciarsi andare a peso morto al suolo. Ora, o tolgo la sponda (così quando lo metto a letto lui scende e viene in sala e soprattutto cade 600 volte per notte a terra) o la abbasso. Per ora l’ho abbassata e ho riempito il pavimento di piumini e paracolpi in modo che se si butta fuori, l’impatto sia più morbido… Finora non ha ripetuto l’insano gesto…

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