11 novembre 2021
Sono le 15.00 di giovedì pomeriggio. Il tampone l’ho fatto ieri, Covid negativo. Suono al Pronto Soccorso Ostetrico come da indicazioni.
“Sono qui per il ricovero programmato”
Mi aprono. Non era proprio così che l’avrei immaginata, questa fine gravidanza. Quante volte in questi nove mesi ho pensato al mio arrivo al PS. Arriverò di notte, no, di giorno, no, la sera. Arriverò perché mi si saranno rotte le acque, non ho mai provato, chissà com’è. Le romperò a casa, di notte, nel letto, no, in auto, no, per strada. Arriverò già dilatata, arriverò e mi diranno: “Appena in tempo, signora, ancora un po’ che aspettava e…”. Arriverò dopo che avrò fatto partire il travaglio a casa, con i bambini, chissà che esperienza da condividere e ricordare negli anni! Avrò monitorato la situazione, avrò capito quando sarebbe stato il momento giusto per uscire, ci siamo, lo sento, andiamo.
E invece no. Un citofono. E la mia voce: “Sono qui per il ricovero programmato”.