In risposta alle vostre domande:
Io sono sola a far colazione (Fabio non la fa). Per cui mentre Fabio è a letto io mi faccio colazione, poi lui si veste e io sgancio il bibe di latte nel lettino e intanto mi vesto io. Mentre sono in bagno lui preleva Pietro col bibe a metà e lo mette sul fasciatoio. Segue l’operazione vestizione a quattro mani.
Poi, a seconda di chi può far un po’ più tardi, si decide chi porta il bimbo al nido e chi butta la pattumiera ed esce senza bimbo (rare le volte in cui ci si è confusi…)
Piacerebbe anche a me dargli il bibe in braccio, ma, come potete immaginare, non ho tempo (e tutto è così perfettamente incastrato che penso che gli darò il latte nella tazza verso i 18 anni)
La domenica però puccia i biscotti nella tazza perché c’è il tempo prima di andare al bar per la schiumetta…
Comunque i biscottini li mangia solo qualche volta, appunto la domenica mattina se li può pucciare. Sennò nel bibe non li vuole. E allora quando si va al nido un biscottino glielo si dà in mano… ma quando arriva al nido il biscottino è pressoché intonso o lievemente sgranocchiato…
A proposito del cibo fuori orario: è una battaglia persa. Mio marito quando Pietro piange gli rifila spesso una patatina o un biscotto. Quando siamo in giro portiamo sempre biscottini e ogni tanto ci fermiamo a prendere una brioches o un panino pur di non farlo piangere. Mia suocera poi dice a Fabio cose tipo: “Oggi pomeriggio ha pasticciato tutto il tempo, una Fetta al Latte, uno yogurt, un succo…”.
La cena non è mai bella, primo, secondo frutta. Noi a volte cediamo. A volte se non mangia son cavoli suoi. A volte mangia come ieri una mozzarella intera a morsi, un po’ di coppa e un merluzzo in padella, ma niente verdure né primo.
A volte mangia due penne e rovescia tutto. Non so, o meglio, so che sbagliamo, ma molto spesso ci rendiamo conto che non abbiamo proprio voglia e forza di opporci…
Non so cosa è successo ma dalla fase in cui Pietro non dormiva se non scolandosi due o tre bibe di camomilla (pisciandosi irrimediabilmente tutto fuori), passati per la fase post malattia in cui si scolava due o tre bibe di latte (costringendoci a consumarne 2 litri al giorno), traslati dalla fase in cui per metterlo a letto impiegavo un’ora tra canzoni degli alpini, “abbaccio” e carezze varie… sono due o tre giorni che lo metto giù alle 20.45 e non faccio nemmeno in tempo a preparargli il bibe che crolla istantaneamente…