Ieri mi ha chiamato il consultorio territoriale ostetrico. Mi hanno chiesto come andasse l’allattamento e, spiegati i miei problemi, mi hanno dato appuntamento per oggi.
Sono uscita a piedi, con carrozzina, e ho camminato fino in centro. Circa venti/venticinque minuti. Giornata bellissima. Ennesima ostetrica eccezionale. O forse avevo solo bisogno di parlare. Alla domanda di come fosse andato il parto, sono scoppiata a piangere. Sì, perché credo di non averlo ancora metabolizzato. Me ne ero già resa conto parlando con mia madre al telefono: ogni volta che si accennava anche solo brevemente a quella notte, io cominciavo a piangere. Stamattina ho raccontato per filo e per segno tutta la vicenda, forse in maniera catartica, spero. Ho pianto, mi sono scusata, ma mi è sembrato non fosse necessario. Lei ha capito perfettamente il mio stato d’animo e mi ha lasciato sfogare. Poi siamo passati a Santiago. Messo nudo sul fasciatoio ha prontamente emesso un litro di pipì. Non la classica pisciatina a pisello libero che può capitare al cambio pannolino: un lago di pipì a basso flusso che ha inondato tutto il ripiano per poi percolare fino a terra. Preso, pulito e pesato: 4150 g! In sei giorni ha superato il peso della nascita: è tutto il mio orgoglio.
Dopo di che, produzione di latte non messa in discussione, l’ostetrica mi ha osservato allattare. Mi ha dato un consiglio utile: nella classica posizione “a culla” dal seno destro, non appoggiare la testa sull’avambraccio destro, ma sul sinistro e usare invece la mano destra per direzionare seno e capezzolo. I capezzoli sembravano splendere di luce propria: rosati, turgidi, sembravo pazza a dire che fino al giorno prima c’erano due tagli e due croste nere sopra e che una volta il bambino aveva rigurgitato latte misto a sangue. Lei però mi ha creduto e ha detto che probabilmente il paracapezzoli d’argento ha fatto la sua parte. Mi ha dato appuntamento per venerdì prossimo.
Uscita, ho deciso di fare un giro e quindi alla fine avrò camminato circa quattro chilometri per le vie del centro, fermandomi a mangiare un toast.
Oggi pomeriggio Fabio mi ha convinto ad uscire ancora, siamo andati a prendere Leonardo a scuola e, tra una roba e l’altra, saluta di qua, fai vedere il bambino di là, son tornata a casa morta…
Ho partorito sei giorni fa e di riposare non se ne parla proprio!