Ebbene sì, alla fine, dopo incomprensioni di vario genere, sono riuscita ad organizzare questi giorni a Vicenza nonostante i due pargoli. In principio mia suocera voleva, a prescindere, fare l’esperienza di portare al mare Pietro per un po’ di giorni (noi non l’abbiamo mai fatto). Lei voleva andare la prima di giugno, ma non solo non sarebbe stato “utile”, ma sarebbe stato un casino perché fino all’altro ieri mia mamma era al mare e nessuno avrebbe potuto stare con Leo il pomeriggio (avremmo dovuto far stare la baby-sitter fino alle 18.00, e non poteva a meno di caricarselo in macchina e andare avanti e indietro per le altre sue varie commissioni, oppure tornare a casa noi prima).
Allora ho proposto di andare questa settimana, che io vado a Vicenza e così a casa resta solo Fabio con Leo e con il supporto di mia mamma che verrebbe tutti i giorni e farebbe un’eccezione al suo desiderio di tornare a casa non dopo le 16.30 (per via del traffico).
Alla fine però, da un lato mi sentivo giudicata perché lasciavo i bimbi, da un lato mia suocera non era molto chiara su quello che voleva fare. Per esempio una volta mi ha chiesto come avrei fatto con l’allattamento. E mentre riflettevo che in realtà non allatto quasi più, se non contiamo la ciucciatina serale di conciliamento del sonno, ho cominciato a sentirmi in colpa perché se è vero che ogni tanto la ciucciatina salta, saltarla per tre giorni di fila mi faceva sentire “snaturata” (oppure ho pensato che poi il latte sarebbe andato via definitivamente e mi sono chiesta se questo fosse quello che volevo veramente). Un’altra volta mia suocera non sapeva se andare da sola o accompagnata, ma tutte le persone a cui chiedeva non potevano se non la prima di giugno e io non sapevo come dire che mi scocciava che lei andasse via con Pietro una settimana (che sebbene esaudisse un suo desiderio, non “serviva” a niente ma anzi era un ulteriore impegno che si prendeva) e poi, per fare un favore a me, dovesse anche tenerlo la settimana dopo (in modo che Fabio avrebbe badato solo a Leo di notte). E per un attimo stavo per dirle di non portare Pietro al mare, che tanto non lo sapeva ancora, così non mi sarei sentita in obbligo per due settimane di fila (ma avrebbe davvero voluto dire anteporre me alla felicità di mio figlio). E un paio di volte mi ha detto: “Povero Fabio, io gli prenderei anche tutti e due i bambini, sai, se si deve alzare di notte poi lui il giorno dopo lavora!” (E io no???). Vi giuro mi sono incazzata a tal punto che ho sbottato: “Va beh, se non è fattibile cosa vi devo dire… non andrò! E lì mi aspettavo un coro di: “Noooooo, ma figurati, ci mancherebbe…” e invece è crollato il silenzio più gelido.
Insomma, io so che non è un mio diritto andarmene per tre notti e lasciare la prole. So che non tutte lo farebbero (mia suocera e mia madre non l’hanno mai fatto). Però so che mia mamma mi appoggia. Perché sono tre giorni che non torneranno più. Perché è un congresso che si svolge con un ciclo di tre anni e questo è il terzo che chiude il capitolo (lo rivedrei solo tra altri tre anni e non sarò nemmeno più in specialità e non so nemmeno dove sarò e se potrò andarci). Perché non vedo l’ora di avere un paio di giorni per me. Perché non aspetto altro che stasera per provare il brivido di dormire una notte per intero. Perché ogni sera con tre colleghe usciremo a cena. Insomma, io non lo nego: perché è un piacere. E speravo che mi si corresse a braccia aperte incontro. Invece… Anche Fabio che ha sempre detto: “Se ci tieni, non ti preoccupare che a Vicenza ci vai!” (e che mi ha tranquillizzato su sua mamma perché ho detto, se mio marito mi fa andare, non devo sentire il parere di altri!) sono comunque due giorni che è nervoso perché, sebbene faccia il figo, so perfettamente che è in ansia per la gestione notturna del Leo (che stanotte mi ha fatto morire, erano mesi che non si svegliava sette volte!). In ogni caso alla fine mia suocera mi ha detto (quando sono andata a chiarire una volta per tutte, perché come sapete io non so lasciare cose in sospeso con il rischio di malintesi) che in effetti c’erano stati diversi malintesi. Che il mio continuare a chiedere: “Ce la farò a stare via tutte e tre le notti o secondo te devo tornare giovedì sera (come ho fatto tra l’altro gli altri anni)?” le trasmetteva più che il mio desiderio di chiederle un “permesso” (cosa che in effetti era: io tastavo il terreno per vedere se mi avrebbe risposto: “Certo, vai serena”) la sensazione che io non volessi in effetti andare, che non me la sentissi e quindi rispondeva con un gelido: “Eh, in effetti…”
Insomma: ieri Pietro è partito per il mare. Ho preparato la valigetta. E lui diceva: “Adesso vado al mare con la nonna e il nonno e poi, quando torno, andiamo al mare noi”. Il che è vero.
E’ stato emozionante preparare tutto. Conoscendolo, ieri sera avrà chiesto: “Andiamo a casa adesso”? Quando ci siamo sentiti ieri sera in realtà era contentissimo e non ha fatto accenni nostalgici… oggi vedremo.
Succo del discorso: settimana piena di test e di prove. Io vado comunque con la mia macchina in modo da poter tornare per qualunque necessità. Tornerò altrimenti venerdì pomeriggio. E sabato ho il turno 7.30-20.00 (sempre per la gioia di mi marito… che sarà ancora solo in quanto sua madre torna domenica).
PS Amica gemellare, tieni strette le cosce e aspetta almeno fino a giovedì (così sabato ti vedo in H!)