So che mi passerà appena vi scriverò.
Ma stanotte ho seriamente pensato di non farcela.
Non ho applicato particolari metodi suggeriti dalla pediatra, nemmeno la camomilla.
Ma la mia disposizione d’animo è cambiata. Perché la pediatra mi ha detto che il bimbo cresce bene. E che la sua potrebbe essere solo voglia di coccole.
Per cui semplicemente mi sono imposta di farlo mangiare non prima delle tre ore sia di giorno che di notte. E secondo me sta funzionando benissimo, come se il bimbo avesse avvertito che non ce n’è prima e si regoli di conseguenza. E allora, vi chiederete, perché sono precipitata giù dal famoso “orlo” della crisi di nervi di cui mi parlate spesso voi?
Ieri poppata ogni tre ore. Ultima ore 21.50. Seguo il consiglio di mia mamma e alle 22.30 ero a letto. Mi addormento. Sveglia all’1.50: ben quattro ore. Sono contentissima. Lo attacco, mangia bene. Metto giù e torno a letto. Dopo pochi minuti inizia a piangere. Siccome l’ho rimesso in camera con Pietro che è guarito dalla tosse, corro a prenderlo e vedo se deve fare ruttino e lo riattacco per un bonus di qualche minuto. Lo rimetto giù. Mi sdraio. Ancora pianto. Corro di là, questa volta inveendo. Lo prendo su e lo porto in camera e dico frasi irripetibili da mamma di Cogne. Mentre ce l’ho in braccio vedo che si dimena di brutto. “Ma che cazzo hai???” Ad un certo punto, puzzetta e stop. Povero! Lo metto giù che è completamente abbandonato e so che adesso dormirà. Ore 2.40. Mi metto a letto.
Mi giro su un fianco e praticamente parte un sogno. Mi sento toccare dentro, mi giro di soprassalto: è Pietro che mi dice a bassa voce: “Mamma, devo fare la pipì!”. Vi giuro che in quel momento ho provato un senso di orgoglio profondo per il mio bambino che, seppur patellato, è venuto a chiedermi di portarlo in bagno. Senza dire niente mi alzo subito e lo accompagno. Temo solo che poi faccia storie per tornare a letto e invece, appena lo metto giù dal gradino Ikea, corre da solo in camera sua e si infila nel lettino. Torno a letto contenta e sicura che ormai è andata e che non si sveglieranno né Leo né Pietro per un bel po’. Ore 2.50.
Ed è qui che mio marito mi sbascica nel sonno: “Ora basta, rilassati!” E penso che abbia capito i miei sentimenti e gli sono grata. Ma poi aggiunge: “Basta alzarti, che mi trasmetti un’ansia…!”
E lì, non so perché, ma non c’ho visto più. Mi sono incazzata di brutto!
Perché non solo mi sono alzata cento volte, ma avrei potuto anche dirgli di portare lui Pietro a far pipì (anche se ci avrebbe messo un’ora prima di connettere). E poi ero davvero rilassata in quel momento. Avevo sì sbarellato per Leonardo, ma mezz’ora prima. E sembrava con quella frase colpevolizzarmi per essermi alzata e aver perso praticamente un’ora di sonno e aver disturbato lui. Ok, anche lui non ha dormito bene in quell’ora, ma non è che io ero in giro per casa a ballare: ho adempiuto a tutte le necessità dei miei figli da sola!
Insomma, gliene ho dette di cotte e di crude. Mi è partito come si suol dire un embolo. Un nervoso.
Quando poi ho deciso di mettermi giù a dormire erano le 3.30 e ho cominciato a pensare che di lì a un’ora Leonardo si sarebbe svegliato. Non riuscivo più a prendere sonno. Continuavo a pensare a tutta la vicenda, a come Leo fosse stato bravo a tirare quattro ore e a come io stessi buttando tutto nel cesso. In più Fabio la sera prima mi aveva detto: “Speriamo che questa storia si risolva perché tra cinque settimane devi tornare al lavoro” e, ok che le settimane sono in realtà otto, ma continuavo a pensare: “Torno al lavoro, torno al lavoro, torno al lavoro…”.
Alle 4.00 mi alzo e vado in sala. Non riesco proprio a dormire. Vorrei piangere ma non riesco a piangere. Mi maledico per quanto sia stupida a perdere sonno. Torno a letto alle 4.30. Ma fino alle 5.00 non dormo. Finalmente mi addormento. Ma alle 5.20 si sveglia Leo per mangiare. Lo allatto e lo metto giù. Dormo fino al risveglio successivo: 7.50.
Ora, sono uno straccetto ambulante. Sto aspettando che venga mia mamma.
Credo che aver atteso la notte con così tanta emozione (per vedere se Leo rispettava gli orari) mi abbia nuociuto.
Ma quanto sono scema???
Oggi Pietro a casa di mia suocera ha fatto pipì da solo di nascosto, tirandosi giù pantaloni e mutande e andando al bidet (dove arrivava) e poi rivestendosi e andando tutto tronfio a comunicare l’impresa (ripetuta poi a casa nostra). So che a qualcuno è già capitato, ma è proprio bello da condividere!!!