Questi quindici giorni sono volati letteralmente. Fabio è stato in ferie fino a Natale e quindi, a scuole terminate, abbiamo fatto qualche giro in centro in assetto completo, due ragazzi, la carrozzina e il cane a goderci il clima festivo. Una sera siamo addirittura usciti a cena con i tre pargoli (questa volta il cane è rimasto a casa) insieme ad alcuni amici e, come al solito, Santiago ha ronfato tutto il tempo e io mi sono scofanata tutto quello che potevo.
Il trend in calo del mio peso non si è più mantenuto e, anzi, ho preso un chilogrammo rispetto al peso minimo raggiunto: attualmente sono 7 Kg sopra il mio peso pre-gravidico. Tutti mi dicono che non si vedono, io so più o meno dove siano collocati, ma al momento non me ne curo. Ho giocato a tennis con i ragazzi una domenica pomeriggio e un paio di volte con due amiche: sono sconvolta dal fatto che riesco a stare in campo un’ora intera e che il giorno dopo non avverto dolori muscolari. Certo, non corro come una matta, ma nemmeno sto ferma. I dolori del mattino successivo si localizzano per lo più alle articolazioni delle spalle e alla schiena. Mentre gioco non ho nemmeno particolare affanno e anche questo mi sembra così strano! In questi giorni sono anche andata a rinnovare il mio certificato medico agonistico, superando la prova da sforzo massimale, ovviamente senza confermare il carico di lavoro dell’anno scorso, ma comunque svolgendo una performance dignitosa. Questo per dire che non ho nessuna intenzione di mettermi a dieta o di correre per bruciare calorie: voglio solo riprendere a giocare e, quando mi sentirò un po’ più in forma, iscrivermi a qualche torneo, giusto per il gusto di rivivere le emozioni dell’agonismo. Ogni tanto (anche perché mia mamma mi raccomanda di non fare troppi sforzi fisici “…perché poi perdi il latte”) mi viene l’ansia della carenza di latte. In particolare un giorno che volevo lasciare un biberon tirato per sicurezza mentre ero a giocare: sarà stata la fretta che avevo in una giornata dove tutto si svolgeva ad incastri, ma dopo dieci minuti di tiralatte elettrico mi sono ritrovata con soli 10 ml di latte! E siccome la notte prima Santiago si era svegliato ogni due ore scarse come ai primissimi tempi (mentre adesso arriva anche a tre ore tra una poppata e l’altra), ho cominciato a pensare che forse il mio latte si stesse riducendo… Incredibile come le ansie e le paturnie, nonostante dieci anni di distanza e tre figli, siano alla fine sempre le stesse. Quando poi vedo come mi riempie di cacca e pipì i pannolini, mi ricordo che a volte pensare troppo fa male. E che comunque, anche se finisse il latte, non sarebbe una tragedia. Per quanto riguarda il peso del bambino, comunque, l’ultima volta era 5.5 Kg, ma a dir la verità, forse sarebbe ora di pesarlo nuovamente (non ricordo quando è stata!).
Natale l’abbiamo trascorso da noi: è stato bello nella casa nuova ospitare i nonni per pranzo. Ciascuno si è occupato di portare qualcosa da mangiare e nel pomeriggio abbiamo fatto qualche gioco in scatola. Anche aprire i regali al mattino è stato emozionante: per la prima volta con tre bambini, pacchettini anche per SG!
Lui è meraviglioso! Le guance piene, le ciglia lunghe e all’insu, il labbro superiore sottile, a cuoricino. Hanno cominciato a dire che somiglia a me. A me? Io non ci vedevo nessuna caratteristica, ma adesso, quando sorride, scorgo qualcosa di me nello sguardo, mi rivedo in una vecchia foto dove ero piccola in braccio a mia mamma e mi fa un po’ impressione. Sì, la novità è che adesso sorride scientemente. Spesso lo sguardo è perso in un luogo indefinito sopra la mia spalla, ma poi piano piano scivola verso il basso e incontra i miei occhi e allora la bocca si apre in un grande sorriso a tutta gengiva, qualche volta associato ad un accenno di risata. Sul fasciatoio poi, chissà perché, mentre guarda da sotto in su le piastrelle del bagno, spesso emette le sue “paroline” che usa quando è felice “Uik! Uik!” e poi sorride. A pancia in giù, sempre sul fasciatoio, tira su il tronco appoggiandosi alle mani, mi sembra forzutissimo!
Ogni tanto mi riscuoto mentre lo guardo e penso a che miracolo sia la vita. Un anno fa non era ancora nella mia pancia ed ora è qua. Questo anno è veramente volato in un soffio. Qualche volta mi ritrovo stupita quando metto a fuoco che è il mio terzo bimbo. Davvero? Ma siamo sicuri? E’ strano: a volte a furia di fare movimenti reiterati (allatta, cambia, cambia, allatta) mi dimentico del fatto che abbia solo un mese e mezzo e l’impressione è che lui, proprio lui, Santiago Gabriele, nella mia vita ci sia da anni o ci sia sempre stato; a volte invece, grazie alla libertà che il suo buon carattere (e l’entourage familiare) mi consente, mi dimentico che ci sia, faccio le mie cose fino a quando avverto un vagito in lontananza, mi fermo e dico, ho un altro figlio e mi sta chiamando! Davvero? Ma siamo sicuri?