In risposta alle vostre mail potrei partire col dire che sì, la piastrinosi è correlata ad episodi influenzali.
Proseguire col fare coraggio ai vostri malati. Anche mia mamma e mio papà stanno avendo problemi di salute. Mia mamma è andata in ospedale a fare lastra del torace (ve l’avevo detto) per tosse e raffreddore da un mese. Comunque la lastra è negativa, ma sta prendendo l’antibiotico. Antibiotico che mio papà ha già preso. Ma pare che non sia a posto, abbia degli esami sballati (e non me ne parli in maniera chiara!).
Potrei andare avanti raccontadovi dell’emozione di mangiare ostriche “fresche” acquistate all’Esselunga. Gioire nel vedere che Pietro vuole assaggiarle. Sbiancare nel trovare un verme (vivo) lungo tre centimetri, tutto rosso, all’interno dell’ultima ostrica. Trovare Pietro immerso in un lago di vomito la mattina dopo e chiedersi quanti giorni di vita ci restano (per poi venire rassicurati dal microbiologo dell’ospedale che si occupa di vermi e dal direttore dell’Esselunga che, analizzando gli avanzi, ha riscontrato che il verme era un “banale” verme).
Potrei concludere con un disturbo generico, gastroenterico, associato a mal di testa, in questo momento non responsivo alla Tachipirina (unico antidolorifico che abbiamo a casa).
Oppure con Leonardo, con tosse catarrale e stasera ancora 37.9°C.
Oppure con la notte di merda, sveglia dall’una alle 3.00 perché Leo sembrava impazzito, pieno di moccio e non intenzionato a dormire.
Tuttavia potrei anche raccontarvi del mio esame, andato molto bene, un successone!
Oppure della cena fuori per festeggiare il compleanno di mia mamma, per cui siamo stati senza bimbi in un posto di gran lusso (gestito da amici) a Milano.
Oppure di ieri sera, quando siamo usciti con i bimbi e una mia compagna del liceo a mangiare peruviano con suo marito (peruviano) e le loro due bimbe (in un posto assurdo, pieno di latinoamericani sotto un neon azzurro, senza parcheggio all’esterno e senza soldi – perché il bancomat non veniva accettato e abbiamo dovuto prelevare all’uscita per restituire agli amici quanto ci avevano offerto…).
Oppure parlare dei centomila congressi… ieri e oggi, giovedì e venerdì prossimo a Genova (dove avevo deciso di andare solo ed esclusivamente perché Fabio mi aveva promesso che mi avrebbe raggiunto coi bimbi per fare un weekend al mare, salvo cambiare idea condannandomi ad andare ad un congresso inutile da sola – danno pure neve!), tre giorni a marzo a Parma (ma non andrò, perché poi avrei dovuto lavorare anche il sabato dopo e non me la sentivo di lasciare Fabio da solo due sabati di fila), a Parigi a maggio, per accompagnare Fabio al suo, di congresso (per cui vagherò da sola come una scema per il Louvre…).
Potrei dirvi che finalmente, il 9 febbraio, ho portato Pietro dal parrucchiere, che gli ha tagliato i capelli (e dovete vederlo, sembra ne abbia il doppio perché sono più compatti e sembra pure più grasso). E’ stato bravissimo (Pietro, non il parrucchiere): legge speditamente ormai e ha stupito tutti perché si intratteneva da solo con un libro sui pompieri (ma anche ai vostri bimbi non lavano i capelli quando li tagliano?).
E vi avevo detto che, ancora l’anno scorso, l’ho portato dal dentista perché mi sembrava che avesse una carie (che in effetti ha)? E non vi dico la delusione: gli lavavo i denti con attenzione, ma avrà lo smalto di sua madre? E’ stato proprio bravo sulla “poltrona spaziale” che si alzava ed abbassava con la sola forza del pensiero (e del piede del dentista sul pedale nascosto): s’è fatto pure mettere i ferri in bocca. Mi ha detto di spazzolarla bene, “tenerla secca”, che lui non la tocca. E il dente poi cadrà. Mah. Spero non vada in profondità. Lui male non ne ha.
Oppure potrei commentare con voi Sanremo di quest’anno. E Caetano Veloso, uno dei miei cantautori brasiliani preferiti, che stasera salirà sul palco come superospite.
Che dire… non riesco più a scrivere, a stare dietro alle cose!
Ma, come solgo dire spesso, dopotutto… domani è un altro giorno!