Vi scrivo dopo tre giorni un po’ bui. Diciamo che come al solito me la son tirata.
Sì perché dopo aver elogiato il mio “buon” Pietro e tutti i cambiamenti positivi fatti durante questi giorni di convivenza con la sua mamma, ho dovuto ricredermi a partire da venerdì mattina, quando è tornato ad essere intrattabile (come vi avevo accennato), capricicoso, intrasportabile in macchina (no salire, no la giacca, no fare la pipì), dispettoso e prepotente.
Questa cosa mi ha buttato giù parecchio. Sono andata a trovare una amica e, anche se è stato abbastanza bravo con suo figlio, allo scattare della terza ora è partito il litigio-per-il-giocattolo con morso sulla manina. Insomma, dopo giorni e giorni, ecco ripresentarsi il solito problema. A sua discolpa posso solo dire che forse era nervoso per il suo stato di salute. Aveva avuto febbre nei giorni scorsi e raffreddore. Sabato mattina s’è svegliato col cagotto e sabato notte e ieri notte ha preso ad avere una tosse abbaiante che praticamente non ci ha fatto dormire fino alle 3.00 di mattina e poi, tra lavaggi, timo e umidificatore è andata migliorando (di giorno comunque non ce l’ha).
Io ho trascorso il sabato e la domenica a cercare di evitare zuccheri, frutta e dolci. Come sempre, non c’è voglia più potente che ti prenda quando hai un qualche divieto. A parte che la mattina, avendo mangiato solo the senza zucchero e qualche fetta biscottata “scondita”, mi è insorta una cefalea mostruosa (e poi al controllo urine non c’era glucosio ma, all’opposto, corpi chetonici – della serie, forse ho esagerato). Alla fine della giornata, forse perché ho bevuto mezzo litro di chinotto senza zucchero (che però a questo punto è comunque dolcificato con aspartame) ho avuto ancora un riscontro positivo di glicosuria. Ieri sera solo dubbio nonostante a cena da mia mamma abbia mangiato ben tre pasticcini.
La cosa consolante è che Fabio ha scoperto che esiste frequentemente la “glicosuria gravidica in assenza di iperglicemia”. Sarebbe a dire che non è detto che io spari con la glicemia (e quindi dia eventuali problemi al bimbo). Potrebbe essere che la mia glicemia resti comunque nei limiti, ma il mio rene pisci fuori più glucosio di quello che normalmente trattiene. Il fatto è che la certezza di non sparare con le glicemie ce l’avrei solo facendo la curva dopo carico di glucosio. Mi sono ripromessa di telefonare alla mia ginecologa, ma alla fine, alla luce dei fatti di oggi, non ne ho avuto voglia.
Stamane siamo andati in De Marchi. Già non c’era Fabio perché non ha potuto assentarsi dal lavoro (non gli concedono più nessun giorno di permesso fino a che non finisce il suo incarico, cosa che tra parentesi, avverrà ufficialmente in data 31 ottobre – anche se come sapete andrà avanti a lavorare gratis fino a fine anno). Sveglia alle 6.30. Arriviamo là alle 8.30. Mi mandano in Mangiagalli a fare accettazione (stranissimo, perché mai fatta in quanto in regime di Day Hospital): mezz’ora di coda. Mezz’ora per fare prelievo con Pietro che stavolta gridava: “Ho paura!” (è cresciuto indubbiamente). Andiamo su in cardio per fare visita (senza far colazione perché l’appuntamento era alle 9.00 ed eravamo in ritardo). Ora dell’ecocardio: 11.00. Pietro era sclerato. Dopo aver giocato con pastelli, figurine e pesciolini di plastica è entrato per far l’eco che sembrava posseduto. Ecografia pessima. Una sola proiezione. Qualità schifosa. Mi dice che è normale. Io dico, fuori dai denti, non ci credo che tu abbia visto le coronarie! Lei mi fa vedere la foto (l’aveva fatta davvero, ma solo alla sinistra) e poi mi dice che comunque se non aveva avuto niente fino ad oggi, era improbabile che avesse qualcosa oggi. Ma che cazzo: io faccio tre ore di attesa per fare un esame dirimente! Non “suggestivo di” normalità! D’altra parte la colpa non era mica sua, è chiaro. Torniamo giù e la Prof. non c’è (ma lo scopro dopo dieci minuti e solo perché chiedo insistentemente di verificare, che magari non è di là dove pensavano).
Infatti alla fine la chiamano, ma arriva dopo mezz’ora. Cerca di visitarlo ma anche qui si dimena tutto. Poi con un abbassalingua lo teniamo buono e lei sente tre secondi il cuore e dice che è normale. Mi conferma che se gli esami odierni sono normali, può sospendere Aspirina e fare controllo solo cardiologico tra sei mesi.
Allora ho la malaugurata idea di chiedere se fosse possibile vedere i parziali (visto che ormai era l’una!). Va di là la specializzanda e torna tutta allegra: “Le piastrine sono 495000!” Cosa?!? La Prof ancora un po’ e bestemmia, io non so come ho fatto a non piangere. Ma dico, erano in discesa! Erano normali all’ultimo controllo che avevamo fatto! Poi chiedo che possibilità ci siano che la causa sia lo stato infiammatorio associato alla febbre dei giorni scorsi. E lei mi dice, sì è possibile, bisognerà rifarli quando è completamente guarito. Allora dico alla specializzanda se ha visto i globuli bianchi (se fossero stati alti era probabile questa ipotesi). Invece sono normali. Allora chiedo l’emoglobina e mi dice 11.3 g/dl. Ancora? E speravo che dopo sei mesi fosse tornata normale. A quel punto si spazientiscono e mi dicono di aspettare il quadro completo degli esami. Arrivederci e ciao. Salgo in macchina con un magone pazzesco.
Sento Fabio che come prima reazione si incazza. Dice che avrebbe dovuto esserci lui per fare le giuste domande, per esigere un controllo istantaneo tramite un altro prelievo del bilancio del ferro. Dice che non è possibile che dopo sei mesi siamo punto e a capo e che nessuno ha capito niente (cosa che avevo detto io all’ultimo controllo di luglio, quando sebbene in miglioramento, gli esami non erano ancora a posto e lui mi aveva consolato). Cerchiamo di sondare altre ipotesi. Gli dico che domani vado al nostro ospedale e presento il caso a un qualche pediatra ematologo che mi rassicuri sul fatto che in realtà non stiamo trascurando qualche malattia di questo tipo. E lui mi dice, brava, vai dagli stessi che te l’hanno rimandato a casa dal PS con 120 di VES e 600000 piastrine?
Insomma, ci inonda la sensazione che nessuno abbia a cuore questo caso, che nessuno sappia quel che fa… Lui poi mi dice che sperava fortemente di chiudere qui il capitolo e di affrontare la nascita del fratellino almeno con questa serenità nel cuore. E questo non fa altro che aggravare le mie preoccupazioni a riguardo (che già, come sapete, avevo a prescindere).
Poi arrivata a casa riguardo gli esami e scopro che in realtà già l’anno scorso, prima del ricovero, Pietro aveva 11.3 g/dl di emoglobina. Ma soprattutto noto che i vari range di riferimento di normalità variano a seconda che gli esami siano stati fatti da noi (range 12-14 g/dl) o a Milano (range 10-14 g/dl). Quindi a ben vedere, questo 11.3 g/dl fatto oggi, per Milano non è anemia.
A questo punto rivalutiamo un po’ le emozioni provate a caldo. Cerchiamo di convincerci che l’ipotesi più probabile sia quella dello stato infiammatorio. E rimandiamo tutto a tra qualche giorno, in attesa di avere gli altri risultati (VES e PCR) e di ripetere gli esami.
Certo che, ragazze, io sono un po’ esaurita. E Fabio anche.
Questa cosa del suo lavoro, la faccenda del citomegalo (volevo chiamare Pavia oggi per sapere che tipo di protocollo applicano per dosare il virus nel neonato, perché da noi non sono per niente orientati, alla faccia del Centro di riferimento), la mia glicemia, i comportamenti di Pietro (e ogni tanto mi dico, cavolo, però pensa che stress per un bimbo così piccolo entrare ed uscire dagli ospedali e fare esami ogni mese! Non potrebbe in parte giustificare i suoi sbalzi e la sua saltuaria aggressività?) ed ora anche questo…
Mi sono fatta un bel pianto al telefono con mia mamma (in realtà per un motivo o per un altro mi faccio un pianto al giorno, sarà mica la depressione PRE-parto?).
Poi però è venuta qui mia suocera nel pomeriggio e mi ha convinto a sbaraccare tutta la scrivania in stanza di Pietro, a togliere la tenda-igloo, ad appendere un quadretto della Madonnina che cincischiava da mesi in giro e a far spazio alla culla, che finalmente è stata recuperata e lavata.
Pietro quando l’ha vista ha detto: “Mamma che bella!!! Cos’è?” Noi gli abbiamo spiegato che è il lettino del fratellino che userà quando nasce. Ed ora tutte le volte, passa di lì e dice: “ ‘A culla de fatellino… quando nasce!” Che tenero!
Per chiudere: alla ricerca della mia patente di guida, per verificare, come mi ricordavo, che scadesse a novembre, mi sono resa conto… di averla persa! Non so più dove sia. Cercato ovunque. Mi sta venendo un’acidità allucinante: chissà da quanto tempo giro bellamente senza?