30 aprile 2011

Da dove partire…

Come sapete, Pietro ha avuto la diagnosi di scarlattina il 5 aprile. Nonostante l’antibiotico, ci ha messo un bel po’ a sfebbrarsi. E nonostante avesse fatto antibiotico fino al venerdì della settimana dopo, dopo qualche giorno (il martedì successivo) ha di nuovo avuto febbre. 38.4°C e poi sempre tra il 37.5°C e il 37.9°C. Al nido ci è andato praticamente tre giorni. Poi giovedì siamo partiti: la decisione è stata dura. Alla fine abbiamo pensato che l’aria di mare avrebbe giovato.

Il viaggio di andata è andato piuttosto bene: nanna fino a Livorno e poi svegli in cabina sul traghetto. Io mi sono bloccata la schiena appena arrivati in cabina. Come sapete ho due ernie lombari e ho fatto un movimento inaspettato dopo tre ore e mezza che ero ferma in macchina. Volevo morire. Non riuscivo a camminare. Scosse elettriche alle gambe e dolore fortissimo alla schiena. E’ durato tutta la vacanza e tuttora non sono a posto: il buongiorno si è visto subito dal mattino. Arrivati in Corsica ci siamo fatti altre due ore di auto da Bastia a Calvi. I bimbi sono stati ancora bravissimi. I giorni di vacanza non sono stati particolarmente soleggiati. Un giorno addirittura l’abbiamo trascorso chiusi in cinque nella casetta di 40 m2. Ogni tanto Pietro e la sua amichetta si menavano. Lui la chiamava “Papà” e lei si incazzava: “Non sono il papà, sono la bambina del mio papà!”. Così andavano avanti ore: “Papà” e lei: “Nonnina!” e si sfottevano a vicenda. Al mare una volta Pietro le ha tirato in testa tre volte il secchiello. Io mi sono infuriata e gli ho schiaffeggiato le manine (anche perché volevo dimostrare alla mia amica che lo sgridavo bene). Per poi sentirmi dire dalla mia amica che secondo lei non si insegna a non dare le botte dando gli schiaffi. Son rimasta male perché forse in quella circostanza aveva ragione. Anche in spiaggia c’era sempre un po’ di vento. Solo due giorni ha fatto caldo e per metà giornata.

Dopo qualche giorno, Pietro è impazzito. Premesso che a causa della febbriciattola con la quale è partito prendeva praticamente una Tachi tutti i giorni, dalla terza notte in poi ha cominciato a svegliarsi come un orologio svizzero alle 4.30. Si svegliava e urlava. Ma come un pazzo. Come un sonnambulo. Non ti vedeva. Tu gli parlavi e lui non sentiva. Poi a tratti chiudeva gli occhi per dormire e si tirava in piedi urlando. Urla acute, stridule. In quelle occasioni provavamo di tutto: dal cambio del patello, alla misurazione delle febbre (che era sempre tra 37.9°C e 38.4°C e allora partiva la Tachi notturna), al giro “di là” in soggiorno (peccato che sul soppalco dormiva la mia amica con la bimba e quindi lui svegliava irrimediabilmente tutti), dal giro fuori dalla porta di casa, avvolto nella coperta, per mostrargli che era buio e che i bimbi fanno la nanna. Poi ha cominciato a urlare “casa!” durante i risvegli, chiaramente manifestando il desiderio di tornale a casa e a “scola”. In una di queste crisi, addirittura si è poi addormentato nel lettone tra di noi (cosa mai successa in tutta la sua vita, come noto lui non ama stare nel lettone). 

Il problema è che ci siamo accorti di alcune cose preoccupanti. Era pieno di linfonodi ingrossati, ai lati del collo e dietro la nuca. Si svegliava e si grattava. Era chiaramente sofferente e non riusciva a trovare pace. Io ho cominciato a pensare male: possibile che praticamente da inizio mese abbia la febbre? E tutti questi segni… non potrebbero indicare una qualche malattia ematologica? I giorni sono trascorsi così, con me dolorante per tutta la vacanza e Pietro fuori di zucca di notte (tanto che il penultimo giorno abbiamo telefonato a casa per farci dire se ci fosse un traghetto per cambiare il biglietto). Gli ultimi due giorni, Clara stessa di punto in bianco sviluppa febbre. A 39.9°C. Con una tosse micidiale. Torniamo a casa con relativo viaggio fotocopia del precedente con plurime somministrazioni di Tachipirina e scatarramenti vari. Arriviamo martedì sera alle 23.30 decisi a far valutare il bambino dal pediatra il giorno dopo.

La mattina, 39°C di febbre. Chiamo il pediatra che mi dice di fargli fare gli esami del sangue. E’ stato bravissimo, non ha quasi pianto. Dagli esami si vedevano i segni di una possibile iniziale infezione batterica. Solo che c’erano delle cose un po’ preoccupanti: un po’ di anemia e soprattutto un indice infiammatorio molto alto. Lo porto in visita e mi dice che potrebbe avere la mononucleosi perché “ha la milza un po’ grossa”. In attesa che arrivassero gli altri esami con i markers virali, passa un giorno. La notte Pietro ha 40°C di febbre e tosse. In casa abbiamo lo Zitromax e decidiamo di darglielo. Il giorno dopo chiamiamo il pediatra e gli diciamo tutto. Lui dice che abbiamo fatto bene a dargli l’antibiotico. Poi gli comunichiamo l’esito degli altri esami. Toxoplasma negativo, mononucleosi negativo, ma citomegalovirus positivo per infezione pregressa. Mi viene un colpo: io non ero immune! Il giorno dopo (ieri) mi catapulto a fare esami del sangue di controllo, ma per fortuna sono ancora negativa. Dopo di che il pediatra dice che probabilmente la mononucleosi è vecchia di almeno tre mesi. Che il bimbo è rimasto defedato dalla scarlattina e che ora ha una bronchite. Se non si sfebbra, fare una lastra del torace. Altri amici mi dicono di fargli fare una lastra e anche mio padre chiama ieri sera per dire se non stiamo trascurando qualcosa, che magari ha una febbre reumatica, magari la polmonite. Nel frattempo compare un esantema rosa sul torace e Pietro si gratta di brutto. Decidiamo che oggi saremmo andati in ogni caso a fare una lastra. Ieri sera ancora 39.7°C. Tachipirina. Alle dieci di sera 37.2°C. Alle 2.00 di notte sentiamo lamenti. Andiamo di là: 39.9°C. Basta, decidiamo di portarlo in Pronto Soccorso. Faccio per tirarlo su e mi vomita tutto il succo di frutta (unico alimento ingerito in tutta la giornata di ieri). Tachipirina e via. Alle 3.00 siamo in ospedale. Il bambino canta “Fra Martino Campanaro” e magicamente ha 37.2°C di febbre. In ogni caso ci fanno andare dalla pediatra di guardia (che per fortuna conosceva Fabio). Visita completa: linfonodi effettivamente ingrossati, milza nei limiti, placchette in gola, timpano destro arrossato, esantema diffuso anche al volto, rumori poco rassicuranti al torace. Facciamo la lastra, ma sembra non esserci polmonite. Ripete gli esami del sangue (questa volta meno garrulo della precedente) e mi viene detto che se sono peggiorati lo ricoverano: l’emocromo va meglio, meglio i leucociti. L’anemia uguale. L’indice infiammatorio ancora cinque volte sopra la norma. Mettono il sacchettino sul pisellino per vedere le urine ma lui (disidratato) non la fa e si addormenta su una brandina. Decidiamo di portarlo a casa così che lo stick glielo faccio io (e infatti stamattina sono riuscita ed era normale). Lo dimettono senza una diagnosi precisa. Mi dicono di non dare più lo Zitromax ma di iniziare l’Augmentin tre volte al giorno e il Tinset per il prurito. Dicono che comunque martedì aprono un Day Hospital perché, “anche se non c’è nulla che faccia pensare a qualcosa di maligno” il fatto che il bimbo si ammali così spesso (anche dopo che gli abbiamo raccontato del patereccio al dito) merita un approfondimento. Così martedì ripeterà gli esami e farà lo striscio del sangue. Andiamo a casa con l’indicazione di tornare per essere ricoverato se non si sfebbra domenica.

A casa, alle 6.00 di mattina, Pietro ha 36.8°C. Siamo contentissimi. Alle 10.30 (dopo che siamo riusciti a riaddormentarci) 39.7°C. Mettiamo Tachi ma probabilmente la caga fuori prima che funzioni: alle 13.00 ancora 38.8°C. Ora gli abbiamo dato Tachi sciroppo e la seconda somministrazione di Augmentin.

Considerazioni:

-Non riusciamo più a dargli una medicina. Si oppone terribilmente, tutto è una lotta, sputa fuori ogni cosa anche la Tachi sciroppo che gli piaceva tanto. Non sappiamo più quanto effettivamente stia prendendo di antibiotico

-Io sono esaurita: ho mal di testa GIORNO E NOTTE da quando siamo tornati (mai successo) anche se prendo due grammi di Tachipirina. Non dormiamo più una notte intera da giorni e giorni. Questa settimana inoltre ho fatto milioni di cose in ospedale: sono stata avanti e indietro tra Lissone e Monza per il famoso studio ad orari improbi nel mezzo che portavo Pietro a fare esami, visite o altro; ieri è venuto mio zio a fare un’eco per un problema di fegato (e ora deve approfondire con TAC); inoltre ho fatto guardia dalle 7.30 fino alle 19.30 anche ieri (e meno male che non dovrei fare più di otto ore al giorno!) senza contare che l’ho fatta anche mercoledì 19, il sabato e il venerdì precendenti (il sabato in sostituzione di una mia collega malata) e il sabato prima ancora.

-Fabio stanotte era proprio angosciato: io ero calmissima, la roccia, il punto di riferimento. Lui era disperato e confuso: “Andiamo in PS ora o domattina? Non andiamo? Perché ha ancora la febbre? Che cos’ha?” Ho deciso io cosa fare e sono stata contenta. Ma mentre andavamo avevo i conati di vomito e questo mal di testa è indicativo del fatto che in realtà sono troppo stressata.

Ora Pietro dorme, secondo noi la tosse va un po’ meglio. Fabio è uscito un attimo per andare da sua mamma. Io dovrei dormire ma volevo sfogarmi.

Non so cos’ha Pietro. Alla fine credo niente di grave, anche se è un dato che è 1 MESE che ha febbre e 1 MESE che prende Tachipirina tutti i giorni. Pensiamo davvero che la scarlattina sia stata da noi erroneamente affrontata con troppa serenità: è una malattia molto pesante in realtà che può dare complicanze reumatologiche, cardiologiche, renali e che anni fa ammazzava pure. La prognosi che mi ha dato il pediatra forse era troppo rosea (mandalo all’asilo lunedì –anche se poi noi l’abbiamo mandato mercoledì): anni fa i bambini facevano la quarantena per la scarlattina. Sempre che di scarlattina si sia trattato: ricordo che il tampone alla fine non l’aveva fatto, ma in effetti poi la lingua è diventata a fragola. In ogni caso probabilmente si è sovarinfettato con qualche virus (forse la sesta malattia visto l’esantema sul torace) e in più si è preso la bronchite probabilmente davvero batterica della Clara (a parte che la lastra è negativa, a me sembrava di vedere un piccolo focolaio, ma io non sono mica radiologa, per cui è meglio se non mi ci metto). In ogni caso sta facendo l’antibiotico (anche se non ho capito se il dosaggio che mi hanno dato (2.5mlx3) sia un dosaggio pieno o un dosaggio di copertura).

Ragazze: credo che se ne usciremo starà a casa dal nido per un bel po’.

In tutto ciò spero che la gravidanza vada bene, avrei l’eco venerdì…

Non piango perché non ne ho la forza e il mal di testa peggiorerebbe…

Baci a tutte e scusate la prolissità!

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