22 febbraio 2010

Come ben sapete anche noi abbiamo avuto discussioni (furenti) sull’argomento uscite serali. Fabio sostiene che a noi non mancano, perché siamo usciti tante volte. Tante, non è proprio vero (senza bimbo intendo). Mi ricordo un teatro, due Blue Note e una cena da amici in nove mesi. Poi mi ricordo tante uscite a tre (quelle sì!)

Io non è che soffro seriamente a non uscire sola con Fabio, ma penso che non debba passare per degenere solo perché ho il desiderio di stare un po’ sola a flirtare con mio marito. E poi mi domando come possano i mariti non rendersi conto di quanto siano fortunati ad avere accanto donne che li desiderano anche fuori dal loro ruolo di padri.

Poi c’è il discorso dei “nostri spazi” che loro non capiscono. Il “mio” momento è quel quarto d’ora in cui Pietro fa il sonnellino pre cena e io faccio il bagno. Oppure ora, quando va a nanna e leggo la posta.

Ovvio che il figlio l’ho fatto, ma cosa vuol dire? Che non posso avere dei momenti di relax? Contate che lavoro 10 ore al giorno e quando torno c’è solo Pietro (lo lavo, lo cambio, gli do da mangiare e grazie a dio nel frattempo di solito Fabio cucina!).

Non ho più un hobby, non suono più, non faccio sport, non vado dall’estetista.

Il sabato e la domenica sono dedicati a spesa, pulizia della casa (non ho la donna!) e varie visite più o meno obbligate a parenti

Non è una tragedia, per l’amor del cielo. So che la priorità è Pietro. Ma non capisco perché devo sentirmi accusata di essere snaturata solo perché dico: “Chissà, tra un po’ magari potrei provare ad andare in piscina una sera a settimana…”

Sul discorso di lasciare il bimbo a dormire fuori casa non sono d’accordo. Ok che lo sballotto per riportarlo a casa, ma preferisco sballottarlo piuttosto che non svegliarlo io la mattina dopo (a meno che sia via per un week end ufficiale coi nonni: quando lo farò vi dirò come l’ho vissuto).

Ho litigato anche io con Fabio perché non mi andava di obbligare suo padre a stare a casa nostra a vegliare il bimbo dormiente fino al nostro ritorno quelle rare volte che usciamo in due. E allora gli avevo proposto di trovare una persona che venisse (tanto il bimbo dorme!) ovviamente dopo averla testata e fatta conoscere al bimbo di giorno. Certo, nessuno dice sia semplice trovarne una fidata e anche io ho i miei dubbi (perché se Pietro si sveglia urlante e poi si ritrova tra le braccia di un’estranea credo potrebbe traumatizzarsi), ma almeno non avrei sensi di colpa e saprei che, nell’urgenza, a pagamento, avrei una certezza, soprattutto per la sera. E’ un ragionamento cinico? Forse sì, ma lo facevo anche per rispetto nei confronti dei suoi genitori. E invece ho scatenato un finimondo.

Ultimo esempio: ho appena detto a Fabio che probabilmente a fine marzo ci sarà una rimpatriata con i compagni del liceo, fuori a cena. Lui mi ha chiesto: “Solo tu o anche marito e figlio?”. Per la verità anche io vorrei mostrare a tutti mio figlio (e mio marito), ma mi rendo conto che per l’ennesima volta non avrei un momento “mio” (pazzesco che sia arrivata a dire questo: io i miei compagni di liceo non li sopportavo!) e sarei costretta a rientrare presto. E dopo avere visto la mia faccia ha aggiunto: “Va bene, torna alle due di notte allora!”

Teniamo duro ragazze!

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